Le uniche notizie su Pausania ci derivano dai pochi accenni che si possono trovare nella sua opera, anche perché inizia ad essere citato solo a partire dal VI secolo d.C.
Circa la sua provenienza, è stata proposta l'identificazione di Pausania con un omonimo sofista di Magnesia, in Lidia (Habicht), ma senza prove inoppugnabili: corroborerebbe l'origine micrasiatica di Pausania la frequenza delle citazioni di luoghi, miti e fenomeni caratteristici di queste regioni. Si ipotizza, inoltre, che sia vissuto sotto gli Antonini, dal momento che cita ed esalta le opere urbanistiche in Grecia di Adriano (117-138), e il regno di Antonino Pio (138-161) e Marco Aurelio (161-180), quindi nel periodo dal 117 al 180. Pausania accenna al fatto di non aver visto Antinoo, amante di Adriano, dunque alludendo al fatto che avrebbe potuto.
Altro cenno per la datazione dell'autore è dato dall'invasione dei barbariCostoboci, databile attorno al 170, che distrussero il tempio di Demetra a Eleusi, perno centrale della restaurazione filellenica degli Antonini.
Stefano da Bisanzio lo identifica con un Pausania autore di fondazioni di città in Siria.[1] La data di morte di Pausania viene posta intorno al 180, dal momento che l'autore non accenna all'ascesa al trono di Commodo, cosa difficilmente spiegabile se vi avesse assistito.
Situandosi in questo filone, Pausania scelse di descrivere quanto di notevole, dal punto di vista artistico e socio-religioso, fosse rimasto in Grecia, certamente situandosi nel movimento di ellenofilia che contraddistinse l'età degli Antonini.
Ogni libro dell'opera, dunque, fatta eccezione per l'Eubea e la Tessaglia – probabilmente rientranti nel progetto originario dell'opera, forse rimasta incompiuta dato che mancano introduzione e conclusione – descrive una regione della Grecia antica, con excursusstorici e geografici intesi a informare su fatti d'importanza secondaria o chiarire punti cardine, presupponendo la conoscenza delle opere storiche maggiori, quali la Guerra del Peloponneso di Tucidide e le Storie di Erodoto. In effetti, oltre alla conoscenza autoptica, Pausania cita spesso opere storiografiche e, in molti casi, lavori poetici anche di minore rilevanza o poemi arcaici, i quali spesso costituiscono fonte privilegiata di conoscenza.
Lidia Marzo Raminella, Pausania, il Periegeta, in Dizionario letterario Bompiani degli autori di tutti i tempi e di tutte le letterature, vol. 3, Milano, Bompiani, 1957, SBNRAV0089810.
Pausaniae Graeciae descriptio, ad optimorum librorum fidem accurate edita, editio stereotypa, Lipsiae, sumtibus et typis car. Tauchnitii, 1829, vol. 1, vol. 2, vol. 3.