Di origini irlandesi e cresciuto a New York, Paul Kelly iniziò la carriera come attore bambino all'età di sette anni. Il padre gestiva il bar Kelly's Kafe presso gli studi cinematografici della Vitagraph, con sede a Brooklyn e frequentato da tecnici e maestranze degli studi, e il piccolo Kelly ottenne presto un impiego a cinque dollari al giorno come comparsa. Iniziò quindi a recitare nel 1911 in numerose pellicole mute prodotte dalla Vitagraph,[1] affermandosi assieme a Kenneth Casey come uno degli attori bambini di punta della Compagnia[2]. Nello stesso anno approdò anche sui palcoscenici di Broadway con The Confession.
Al contrario di quanto avvenuto ad altri attori bambini dell'epoca, la carriera di Kelly continuò dopo il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, con apparizioni in popolari cortometraggi (nei 18 episodi del serial cinematograficoThe Jarr Family, 1915) e a Broadway in prestigiosi lavori come Little Women (1916-1917), Seventeen (1918), e Penrod (1918) di Booth Tarkington, in cui recitò al fianco di Helen Hayes[3].
Quando Paul Kelly giunse a Hollywood nel 1926, aveva all'attivo oltre cinquanta pellicole per la Vitagraph e 13 produzioni teatrali a Broadway. Il suo primo impegno fu in Slide, Kelly, Slide (1927), al fianco di William Haines, una commedia ambientata nel mondo del baseball, e in Il postino (1927), con Eddie Cantor e William Powell. Di alta statura, affascinante e atletico, il ventiseienne attore aveva i numeri e l'esperienza per affermarsi come star maschile del grande schermo, ma la nuova e promettente fase della sua carriera fu bruscamente interrotta da un tragico evento.
Hollywood e il caso Raymond
Il 16 aprile 1927 Kelly fu coinvolto in una violenta rissa con Ray Raymond, un cantante-ballerino che aveva partecipato alle Ziegfeld Follies nel 1918 e 1919, e che era apparso a Broadway nel 1920 nella rivista Blue Eyes. La moglie di Raymond, la ballerina di origine scozzese Dorothy Mackaye, aveva intrapreso una relazione sentimentale con Kelly, legame che fu la causa del brutale alterco tra i due uomini, avvenuto nell'appartamento dei Raymond[4]. Due giorni dopo la drammatica lite, Raymond morì per le conseguenze dei violenti colpi subiti dal rivale durante la zuffa, e Kelly venne arrestato e processato.
Il procedimento fu accanitamente seguito dalla stampa specializzata e le testimonianze contraddittorie fornite dall'attore e dalla Mackaye circa il loro legame sentimentale impressionarono sfavorevolmente i giurati e l'opinione pubblica. Il processo si concluse con la condanna di Kelly a una pena da uno a dieci anni nel carcere californiano di San Quintino, mentre la Mackaye venne riconosciuta colpevole di favoreggiamento per aver inizialmente tentato di occultare i fatti relativi alla morte di Raymond, e scontò una pena di un anno, prima nel carcere di Los Angeles e successivamente in quello di San Quintino, prima di essere rilasciata per buona condotta[5].
Paul Kelly scontò la condanna comportandosi da detenuto modello. Mentre in quel periodo il mondo del cinema viveva radicali progressi e mutamenti con il passaggio dal muto al sonoro, l'attore si documentò costantemente sulle innovazioni tecniche e prese lezioni di dizione e di impostazione della voce, senza perdere mai di vista la possibilità di riprendere un giorno la propria carriera artistica. Dopo due anni e un mese di detenzione, gli venne concessa la libertà provvisoria per buona condotta[5], e Kelly riprese ben presto a calcare il palcoscenico. Nel febbraio 1930 apparve a Broadway nella commedia musicale Nine-Fifteen Revue e, per un paio di anni, fu impegnato sulle scene teatrali in drammi quali Bad Girl, Hobo e Adam Had Two Sons.
Il ritorno sugli schermi
Il ritorno al cinema avvenne nel 1932 con The Girl From Calgary, film che segnò l'avvio per Kelly di una seconda carriera sul grande schermo. L'anno successivo il produttore Darryl Zanuck gli offrì di apparire in Broadway Thru a Keyhole (1933)[6], interpretato con Constance Cummings e tratto da un racconto di Walter Winchell, che ebbe un grande successo e rilanciò definitivamente l'immagine dell'attore[7]. Durante tutti gli anni trenta e quaranta Kelly recitò in una lunga serie di commedie musicali e di melodrammi, distinguendosi come interprete incisivo e convincente, adatto a tutti i generi cinematografici[7]. Apparve in due gangster-movie, Strisce invisibili (1939), basato sulle memorie del direttore carcerario Lewis E. Lawes, e I ruggenti anni Venti (1939), prodotto dalla Warner Brothers e considerato uno dei migliori film di gangster di tutti i tempi[7].
Anche nell'immediato dopoguerra l'attore fu attivo sul grande schermo, affrontando con successo il genere noir. Già interprete di un tenente di polizia in Torchy Blaine in Panama (1938), Kelly si vide affidare più volte la parte del tutore della legge, come in Angoscia nella notte (1947) e La via della morte (1950), mentre diede una delle sue interpretazioni più convincenti nella parte del fidanzato di Gloria Grahame in Odio implacabile (1947), prodotto dalla RKO.
Il teatro e gli ultimi anni
Nella seconda metà degli anni quaranta l'attore tornò con successo sulle scene di Broadway con Command Decision, che gli valse nel 1948 il Tony Award per la miglior interpretazione maschile, il premio della critica della rivista Variety e il premio Donaldson. Due anni dopo bissò il successo con il ruolo di Frank Elgin nel dramma Country Girl di Clifford Odets, prodotto da Lee Strasberg. Tuttavia Kelly non ottenne di poter interpretare i medesimi ruoli nelle trasposizioni cinematografiche di entrambe le opere, affidati invece a divi di maggior richiamo. Per il ruolo del cinico ma sensibile generale Dennis, la MGM gli preferì Clark Gable in Suprema decisione (1948), mentre la Paramount affidò il ruolo dell'alcolizzato attore Frank Elgin a Bing Crosby, che lo interpretò in La ragazza di campagna (1954), con Grace Kelly e William Holden[8].
Precocemente incanutito, nel suo ultimo decennio di carriera Kelly passò a diede ancora buone interpretazioni in ruoli di "duro"[6], come nei western La maschera di fango (1952) e Il dominatore del Texas (1953), e nei drammi Prigionieri della città deserta (1953) e Prigionieri del cielo (1954). Per ironia della sorte, che due decenni prima lo aveva visto detenuto nella realtà, l'attore ebbe la possibilità di interpretare Clinton T. Duffy, direttore di quello stesso carcere di San Quintino nel quale aveva scontato venticinque mesi di pena, impersonandolo nel film Duffy of San Quentin, girato nel 1954[7].
Vita privata
Dopo la condanna e la detenzione per la tragica morte di Ray Raymond, e il rilascio per buona condotta, Paul Kelly e Dorothy Mackaye si sposarono nel 1931. La Mackaye riscosse un discreto successo come autrice della commedia Women in Prison, basata sulla sua esperienza in carcere, e trasposta nel 1933 per il grande schermo con il titolo Ladies They Talk About, con l'interpretazione di Barbara Stanwyck. Il matrimonio con Kelly si concluse tragicamente il 5 gennaio 1940: mentre stava rientrando al "Kelly-Mac Ranch'", la villa che la coppia possedeva nella San Fernando Valley, Dorothy Mackaye perse il controllo dell'automobile che stava guidando e nell'incidente morì sul colpo, all'età di trentasette anni[7].
Paul Kelly si risposò l'anno seguente con Mardelle Zwicker, alla quale rimase legato fino alla morte avvenuta per attacco cardiaco il 6 novembre 1956, all'età di cinquantasette anni.