Deriva dal nome tardo latinoPatricius, tratto dall'omonimo sostantivo patricius che è derivato da pater, "padre"[1][2][6]; anticamente, questo termine indicava un membro di una famiglia di patres, cioè di ottimati, e più tardo passò ad indicare un qualsiasi membro della nobiltà[1][2][3][4][6].
Il nome è particolarmente noto per essere stato adottato da san Patrizio (il cui nome di nascita era Sucat), il vescovo che evangelizzo l'Irlanda nel V secolo[1][2]; all'epoca, nonostante il processo di palatalizzazione della c dinanzi a una vocale palatale dovesse essere già iniziato, tale nome doveva ancora pronunciarsi Patrikius, dato che passò in irlandese antico nella forma Patricc, da cui discende l'odierno inglese Patrick[1].
Il culto del santo promosse ampiamente l'uso del nome in Europa già dal Medioevo, con l'unica, notevole eccezione dell'Irlanda stessa, dove era considerato troppo sacro per essere dato ai neonati[2] (caso analogo, sempre in Irlanda, era Brigida, mentre per molti paesi, fra cui l'Italia, ciò è valido per il nome Gesù); questa "restrizione" venne meno intorno al XVII secolo, forse anche grazie a coloni scozzesi che si stabilirono nell'Ulster, e il nome divenne quindi molto usato anche sull'isola[2][4][6] (tanto che la forma abbreviata Patsy, comunissima, divenne deonomasticamente uno slang per indicare gli irlandesi stessi[4]). Contemporaneamente, il nome si rarificò in Scozia e Inghilterra a seguito della riforma protestante, tornando in voga solo nel XIX secolo[4].
In Italia, nonostante il culto di san Patrizio, presente soprattutto al Centro, già dagli anni cinquanta il nome era poco diffuso[1]; fonti degli anni settanta ne registrano meno di seimila occorrenze, mentre il femminile, che andava diffondendosi per moda straniera, aveva già superato le sessantamila[3].