Partito Comunista del Belgio

Partito Comunista del Belgio
(FR) Parti Communiste de Belgique (PCB)
(NL) Kommunistische Partij van België (KPB)
PresidenteJulien Lahaut (1945-1950), Ernest Burnelle (1954-1968), Marc Drumaux (1968-1972), Louis Van Geyt (1972-1989)
StatoBelgio (bandiera) Belgio
Fondazione4 settembre 1921
Dissoluzione1989
IdeologiaComunismo,
Eurocomunismo
CollocazioneSinistra/Estrema sinistra
Affiliazione internazionaleComintern
Seggi massimi Camera
23 / 212
(1946)
Seggi massimi Senato
11 / 101
(1946)
TestataLe Drapeau Rouge e De Roode Vaan
Organizzazione giovanileGioventù Comunista del Belgio
Iscritti11 000 (1965)
Colorirosso

Il Partito Comunista del Belgio (in francese Parti Communiste de Belgique, PCB, in olandese Kommunistische Partij van België, KPB) è stato un partito politico belga attivo dal 1921 al 1989. Pubblicava Le Drapeau Rouge in francese e De Roode Vaan in fiammingo.

Storia

Nascita

Venne fondato al congresso di Anderlecht che si tenne il 3 e 4 settembre 1921 KPB/PCB dall'unione di due piccoli partiti comunisti, guidati rispettivamente da Joseph Jacquemotte e War Van Overstraeten, che insieme potevano contare su circa 500 membri[1]. Il nuovo Partito divenne così la sezione belga della Terza Internazionale.

Il partito entrò in Parlamento nel 1925 con due deputati: Van Overstraeten e Jacquemotte. Dopo un decennio di risultati inferiori al 3%, nelle elezioni del 1936 aumentò sensibilmente i propri consensi e ottenne 9 seggi[2]. Nel 1927 Van Overstraeten e altri esponenti del partito vengono espulsi per le posizioni filo-trotskiste e il numero degli iscritti subisce un duro colpo.

Negli anni successivi il partito si rafforza partecipando alle lotte sociali al fianco degli operai e ottiene importanti risultati soprattutto nelle grandi città industriali della Vallonia. Nel 1936 muore Jacquemotte e la guida del partito passa a un triumvirato formato da Xavier Relecom, Georges Van den Boom e Julien Lahaut.

Dalla Resistenza al governo

Durante l'occupazione tedesca entrò in clandestinità e partecipò alle attività della Resistenza belga. Alle elezioni del 1946, le prime dopo la seconda guerra mondiale, ottenne il suo miglior risultato: il 12,7% dei voti e 23 seggi alla Camera; il 12,9% e 11 seggi al Senato[3]. Nel biennio 1946-1947 entrò al governo in una coalizione con socialisti e liberali a sostegno del primo ministro Achille van Acker, fino al 3 agosto 1946, e di Camille Huysmans fino al 20 marzo 1947.

Dagli anni '50 agli anni '80

Dopo le elezioni del 1949, in cui il partito raggiunse il 7,5% dei suffragi, i suoi consensi a livello nazionale rimasero sempre al di sotto del 5%, pur ottenendo significativi risultati a livello locale e riuscendo anche ad eleggere propri sindaci in diversi comuni.

Il 18 agosto 1950 venne assassinato il segretario del partito, Julien Lahaut facendo nascere il sospetto di un coinvolgimento nell'omicidio da parte dell'organizzazione internazionale Gladio[4].

A metà degli anni sessanta il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America stimò circa 11.000 iscritti al partito comunista belga[5].

Il partito perse definitivamente la propria rappresentanza parlamentare nel 1985[6] e nel 1989 si divise in due formazioni separate: il Parti Communiste, attivo in Vallonia, e il Kommunistische Partij nelle Fiandre.

Presidenti

Segretario generale

Membri famosi

Ricerche

Note

  1. ^ www.lsp-mas.be Archiviato il 22 marzo 2005 in Internet Archive.
  2. ^ D. Nohlen e P. Stöver, Elections in Europe: A data handbook, 2010, p.308-310
  3. ^ D. Nohlen e P. Stöver, Elections in Europe: A data handbook, 2010, p.309-311
  4. ^ (FR) Hans Depraetere e Jenny Dierickx, "La Guerre froide en Belgique", EPO-Dossier, Anversa, 1986
  5. ^ Benjamin, Roger W.; Kautsky, John H.. Communism and Economic Development, nell'American Political Science Review, Vol. 62, No. 1. (Mar. 1968), p.122
  6. ^ Official results of the 1978 and 1981 parliamentary elections in the Brussels-Hal-Vilvorde arrondissement

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