Figlio di un ingegnere, crebbe nel rione Pigna del centro storico della capitale, nel cuore della Roma barocca, sua principale fonte d'ispirazione estetica[2].
Nel 1950 si iscrisse alla facoltà di Architettura della Sapienza - Università di Roma; ancora studente, pubblicò la prima monografia su Guarino Guarini ed alcuni saggi su Francesco Borromini, che rimase un riferimento costante in tutta la sua opera. Dopo essersi laureato nel 1957, nel 1961 si iscrisse al Partito Socialista Italiano, in cui militó fino allo scioglimento dello stesso[3], facendo parte, durante la segreteria di Bettino Craxi, anche dell'Assemblea nazionale del PSI[4]. L'anno seguente iniziò ad insegnare Storia della critica alla facoltà di Architettura a Roma, collaborando con Bruno Zevi alla realizzazione della imponente mostra su Michelangelo architetto. Nel 1964 fondò uno studio insieme con l'ingegnere Vittorio Gigliotti, con cui realizzò la maggior parte dei progetti della sua carriera[5]. Nel 1966 fondò la rivista Controspazio, della quale rimase direttore fino al 1983; successivamente diresse il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica (1968) e le riviste Itaca (1977), Eupalino (1985/90), Materia (dal 1990) e Abitare la Terra (dal 2001).
Prima con Casa Baldi del 1960 (ispirata ai ruderi romani[2]) ed in seguito con Casa Papanice del 1968, sembrò anticipare i temi del movimento postmoderno in Architettura, corrente di cui divenne poi, fra gli anni settanta ed ottanta, capofila in Italia. Preside della facoltà di architettura del Politecnico di Milano nel 1968, in seguito ai moti del Sessantotto venne sospeso dall'insegnamento insieme con altri colleghi[2].
Nel 1976 pubblicò il saggio Le inibizioni dell'architettura moderna, le cui riflessioni furono alla base di quello che negli anni seguenti divenne l'approccio postmoderno italiano in architettura[6].
Si spegne, il 30 maggio 2023, nella sua casa di Calcata.
La Strada Novissima e Il movimento postmoderno in Italia
Nel 1979 venne eletto direttore della Biennale di Venezia, incarico ricoperto fino al 1982. Nello stesso anno diede incarico ad Aldo Rossi di costruire il Teatro del Mondo su un natante ormeggiato nel bacino di San Marco, che veleggió poi fino a Ragusa.
Nel 1980 la Biennale da lui diretta vide protagonista l'installazione Strada Novissima in cui venti architetti di fama internazionale, tra cui Frank Gehry, Rem Koolhaas, Charles Moore, Hans Hollein e Franco Purini, furono chiamati a disegnare venti facciate contigue, ognuna di 7 metri di larghezza, con un'altezza che poteva variare da un minimo di 7,20 metri ad un massimo di 9,50 metri. L'evento ebbe molto clamore mediatico e diventò il manifesto italiano dell'Architettura postmoderna, di cui Portoghesi restò il principale e più famoso sostenitore in Italia per tutti gli anni ottanta. A tal riguardo scrisse i saggi Dopo l'architettura moderna e Postmodern: l'architettura nella società post-industriale. Portoghesi non rifiutò i canoni del Movimento Moderno nella sua interezza, ma si pose piuttosto all'interno di quel variegato mondo del razionalismo italiano fatto di molte sfaccettature anche contrastanti.
Nel 1981 tornò a insegnare nella facoltà di Architettura di Roma[2]. Fu presidente della Biennale di Venezia dal 1983 al 1992.
Sempre a Calcata (VT) progettò tra il 1990 e il 2008 il grande parco della sua villa, in cui confluirono tutte le forme tipiche dell'architettura di Portoghesi e che ospitò anche la sede del suo studio e la vasta biblioteca personale, collocata in alcuni edifici ristrutturati.
La geoarchitettura
Negli ultimi anni della sua attività, abbandonata ormai la corrente postmoderna, Portoghesi concentrò la sua attenzione su quella che, citando Le Corbusier, chiamò geoarchitettura.
In linea con la teoria della decrescita di Serge Latouche, Portoghesi definì la geoarchitettura come un'architettura "umanistica" che rispetta sette criteri fondamentali: imparare dalla natura, confrontarsi con il luogo, imparare dalla storia, impegnarsi nell'innovazione, attingere alla coralità, tutelare gli equilibri naturali e contribuire alla riduzione dei consumi. Sul tema pubblicò nel 2005 il saggio Geoarchitettura. Verso un'architettura della responsabilità e fondò la rivista Abitare la terra. Nel 2007 presso la facoltà di architettura de "La Sapienza" venne attivato il corso di Geoarchitettura da lui tenuto, in qualità di professore emerito. In occasione del suo 90º compleanno, un gruppo di architetti, suoi collaboratori e amici, organizzò una festa a Calcata. Durante l'evento, fu ufficialmente consegnato un ritratto eseguito dal Maestro Giuseppe Tedeschi, realizzato in risposta al desiderio degli organizzatori dell'evento e di sua moglie Giovanna per il completamento della casa museo.[7][8]. Nel 2021, in omaggio ai novant'anni di Portoghesi e a quelli di Monica Vitti, l'immagine dell'attrice affacciata a Casa Papanice fu proiettata all'interno e all'esterno di edifici di cultura in 4 continenti.[9]
^abcdef Paolo Mieli, Io, cioè l'Architettura, in vari, L'Espresso 1955/'85 - 30 anni di cultura, a cura di Valerio Riva, collana Trent'anni di cultura, parte seconda, L'Espresso S.p.A., 1985, pp. 97-112.