Il palazzo nasce nel XV secolo come casa di villeggiatura di Fabrizio Alfieri, rampollo dell'omonima casata[5]. Gli Alfieri, o Alferi[1], erano giunti in Abruzzo dall'Italia settentrionale con Tommaso Alfieri — presumibilmente originario di Lodi o da Verona — nella prima metà del Quattrocento, dedicandosi poi in città al commercio della lana e acquisendo rapidamente prestigio[5]. Alcune decorazioni di carattere medievale, tuttavia, fanno presupporre la presenza di una preesistenza prima dell'edificazione del palazzo.
Gravemente danneggiato dal terremoto dell'Aquila del 2009, il palazzo è stato dichiarato inagibile e sottoposto a lavori di consolidamento e restauro[6]. Durante le fasi di ricostruzione sono stati riportati alla luce alcuni affreschi quattrocenteschi raffiguranti scene allegoriche, fregi e stemmi[4].
Descrizione
Il palazzo, dall'impianto planimetrico piuttosto complesso, occupa l'intero isolato tra via Fortebraccio, decumano orientale della città, via Barbara Micarelli, vicolo di Santa Maria degli Angeli e le Mura dell'Aquila.
La facciata principale è su via Fortebraccio, suddivisa in due parti: la prima è più antica, a tre livelli, di carattere rinascimentale con vistosi apparati decorativi trecenteschi quali le finestre a bifora dei piani superiori[1][5] mentre la seconda di chiaro stampo cinquecentesco[1]. Conclude il prospetto la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli che costituisce l'angolo meridionale del complesso.
Internamente il palazzo presenta un'interessante sequenza di porticati, logge ed aule a soffitto ligneo che conducono lo sguardo ed il percorso verso l'ampio cortile rinascimentale a chiostro, al centro dell'edificio, circondato da un porticato in cui convivono arcate ogivali e arcate a tutto sesto[1][5]. La parte retrostante del complesso, adiacente alla cinta muraria, è invece più moderna, essendo stata realizzata prevalentemente nel XIX secolo.