Il complesso fu costruito grazie a una serie di donazioni (a partire dal 1919[3]), del marchese Carlo Alberto Pizzardi[4] (come fece per un altro nosocomio di provincia, l'Ospedale consorziale di Bentivoglio).
Il complesso fu fatto costruire, per ragioni sanitarie, lontano da Bologna, su progetto di Giulio Marcovigi (1870-1937), architetto esperto in costruzioni ospedaliere e considerato il padre della moderna ingegneria sanitaria.[5] Il marchese Pizzardi pose come unica condizione che l'ospedale si dotasse di un certo numero di letti per curare i tubercolotici, e anche oggi si mantiene fede a questa tradizione (con 8 posti letto).[6]
La particolarità del complesso, capace di 480 posti letto, è nelle strutture di collegamento - ballatoi, scale, porticati - che mettono in relazione le varie parti dell'edificio.[5]
Organizzazione
L'ospedale ha numerose unità operative mediche e chirurgiche. Non ha attivo un servizio di pronto soccorso vero e proprio ma aveva un ambulatorio ad accesso diretto per le urgenze più lievi - con funzioni diagnostiche, di terapia, ricovero o smistamento in altre strutture - ora non più attivo perché trasferito a San Lazzaro.[8]
Tra le specialità spicca la neurochirurgia, condotta ad un livello di altissima eccellenza con annessa la neuroradiologia dedicata alle neuroscienze, unica nel panorama bolognese. La struttura dell'ospedale è caratteristica, con una pensilina centrale che, partendo dall'atrio principale, attraversa il comprensorio e dalla quale si dipartono lateralmente i quattro padiglioni principali A, B, C, D con l'aggiunta del blocco F (concepito inizialmente come area dedicata all'emergenza), che termina nella palazzina servizi (mensa aziendale e uffici). Altre palazzine sono dislocate al di fuori dalla struttura principale: il padiglione Tinozzi, la Casa dei risvegli Luca De Nigris[9] e il padiglione G per le neuroscienze. Al di fuori del plesso principale è presente il padiglione H, che fa riferimento alla radioterapia e alla senologia e una piattaforma d'atterraggio per l'elisoccorso.[10]
Centro di riabilitazione Casa dei risvegli Luca De Nigris
Centro dialisi decentrata CAD
Chirurgia maxillo facciale
Chirurgia plastica
Chirurgia senologica
CUP centro unico prenotazione polifunzionale ospedale Bellaria
Day hospital cardiologia
Day hospital chirurgia
Day hospital neurochirurgia
Day hospital neurologia
Day hospital pneumologia
Day service - day hospital oncologia
Day service gastroenterologia
Day service medicina interna
Day surgery chirurgia polispecialistica
Dermatologia
Dietologia e nutrizione clinica
Endocrinologia
Hospice Bellaria
Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
Immunoematologia e trasfusionale
Laboratorio Analisi
Medicina interna
Medicina riabilitativa
Neurochirurgia
Neurologia
Neuropsichiatria infantile
Neuroradiologia
Oncologia
Pneumologia
PSAL Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro
Punto di distribuzione farmaci
Radiologia Diagnostica
Radioterapia
Saletta chirurgica polispecialistica
Sanità pubblica veterinaria area centro
Terapia intensiva
Centro prelievi
Presso il padiglione Tinozzi fu istituito dal 2012 il Centro prelievi ad accesso diretto senza prenotazione.
Questa modalità di fruizione è stata disattivata dal marzo 2020, mantenendo il Servizio soltanto tramite prenotazione CUP > CUP.[12]
Collegamenti
L'ospedale è servito dalla linea urbana 36 e dalla linea azzurra 90 gestite da Tper. È presente un parcheggio a pagamento.[13]
Note
^Organigramma AUSL Bologna 1-1-2021 (PDF), su ausl.bologna.it. URL consultato l'8 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2020).
^ISBN/IRCCS, su ausl.bologna.it. URL consultato l'8 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2021).
^abPier Luigi Perazzini, L'Ospedale Bellaria: l'incompiuto, articolo di «In Piazza San Lazzaro», giugno-luglio 2016, anno 39, n. 2, p. 20.
^ Elena Musiani, Pizzardi Carlo Alberto, su Storia e Memoria di Bologna, Museo civico del Risorgimento. URL consultato il 23 agosto 2022.