L'Ordine maronita Mariamita (in latino Ordo maronita Beatae Mariae Virginis; in arabo Ar-Rouhbanyat Al-Marounyat Liltoubawyat Mariam Al-Azra) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio del rito maronita: i monaci dell'ordine, detti anche aleppini, pospongono al loro nome la sigla O.M.M.[1]
Storia
L'ordine promana da quello fondato, con l'intento di riformare il monachesimo maronita tradizionale, da tre giovani di Aleppo (il diacono Gabriel Hawā e i laici 'Abdallah Qaraali e Youssef al-Betn) che il 10 novembre 1695, a Quannubin, furono rivestiti dell'abito religioso dal patriarca di Antiochia dei Maroniti, Stefano Douayhy.[2]
Nonostante le difficoltà di conciliare la tradizione monastica maronita con i modelli latini, i contrasti tra l'ordine e il patriarcato sulla giurisdizione dei monasteri e il disaccordo tra i monaci stessi sul ruolo del superiore generale e sul carattere attivo o contemplativo della vita religiosa, si giunse a una versione condivisa delle costituzioni, approvate da papa Clemente XII con il breve Apostolatus Officium del 31 marzo 1732.[3]
L'ordine si diffuse rapidamente e nel 1739 contava già 210 religiosi e 10 monasteri, di cui uno sull'isola di Cipro, ma all'interno dell'istituto maturarono presto due fazioni con tendenze divergenti: la prima era quella dei religiosi "aleppini", di estrazione urbana e più colti, dai quali provenivano quasi tutti i superiori; la seconda era composta dai religiosi "baladiti", provenienti dalle zone rurali del Libano e di estrazione contadina. Le tensioni tra i due gruppi portarono alla divisione dell'ordine in due istituti autonomi, sanzionata da papa Clemente XIV con il breve Ex injuncto del 19 luglio 1770.[3]
Gli aleppini accentuarono il carattere apostolico della comunità fondando missioni in Egitto (1820), in Sudan (1802) e poi in Siria, Argentina e Canada.[4]
Dopo la pubblicazione del motu proprio Postquam Apostolicis Litteris di papa Pio XII del 9 febbraio 1952, il 16 dicembre 1955 l'ordine fu dichiarato non monastico.[5]
Nel capitolo generale del 1969 gli aleppini aggiunsero al titolo del loro istituto il riferimento a Maria (ordine maronita Mariamita, ovvero della Beata Vergine Maria) e ammisero all'ordine anche i religiosi di altri riti.[4]
Attività e diffusione
I monaci maroniti mariamiti si dedicano all'apostolato missionario e all'insegnamento in scuole e seminari.[4]
Oltre che in Libano, l'ordine conta case anche in Italia, Egitto, Argentina e Uruguay.[6] Il superiore generale dell'ordine risiede presso il convento Notre Dame de Louaizé a Zouk Mosbeh, in Libano.[1]
Alla fine del 2015 l'ordine contava 24 case e 130 religiosi, di cui 95 sacerdoti.[1]
Note
- ^ a b c Ann. Pont. 2017, p. 1447.
- ^ Georges-Joseph Mahfoud, DIP, vol. I (1974), col. 692.
- ^ a b Georges-Joseph Mahfoud, DIP, vol. I (1974), col. 693.
- ^ a b c Pietro Fahed, DIP, vol. V (1978), col. 1014.
- ^ Pietro Fahed, DIP, vol. V (1978), col. 1013.
- ^ (AR) OMM-Contenuto del sito, su omm.org.lb. URL consultato il 16 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2018).
Bibliografia
- Annuario Pontificio per l'anno 2017, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017, ISBN 978-88-209-9975-9.
- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (a cura di), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
Collegamenti esterni