Orazio Marinali (Angarano, 24 febbraio 1643 – Vicenza, 6 aprile 1720) è stato uno scultore italiano della Repubblica di Venezia.
Nacque ad Angarano, oggi quartiere di Bassano del Grappa, ma allora compreso nel distretto di Marostica. Formatosi a Venezia con Giusto Le Court, operò a partire dal 1675 prevalentemente nell'ambito veneto. Ha lasciato numerosissime opere, a tema sia sacro sia profano, che vanno da singole statue a grandi complessi scultorei.
Operò con Santo Calegari il Vecchio a Brescia e Verona. Sempre a Brescia sue opere in Duomo vecchio Busto di Alessandro VIII del 1690, in Santa Maria del Carmine e già San Domenico (ora a Londra).
Scultori furono pure i fratelli Francesco (1647- post 1717) e Angelo (1654-1702), mentre il fratello Bernardino si dedicò alla miniatura. Alla morte di Angelo nel 1702, Orazio ne rilevò la bottega inclusi gli allievi Angelo De Putti, Lorenzo Mattielli (attivo a nord delle Alpi) e Giacomo Cassetti, il suo più fedele allievo e l'unico rimasto a Vicenza, divenuto in seguito suo genero.[1]
Le sue opere (decorazione della basilica di Monte Berico decorazione del Palazzo Thiene a Vicenza, numerose statue presso i parchi delle ville del Vicentino) segnano il passaggio dal pittoricismo barocco al decorativismo settecentesco.
Morì a Vicenza il 6 aprile 1720. Inizialmente fu sepolto nella fossa comune dei morti della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo a Vicenza; successivamente, forse per intervento dell'importante famiglia Trissino, venne concesso dai frati di posizionare il cadavere in una tomba singola posta nel pavimento in prossimità della porta laterale;[2] sulla lapide fu posto un dotto epitaffio composto dal canonico Giovanni Checcozzi.[3]
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