Nacque a Voltri da genitori di umile estrazione, e qui divenne allievo del pittore voltrese Giovanni Andrea Ansaldo, fra i principali esponenti del manierismo genovese[1]. Nonostante il suo cognome, che deriva probabilmente dall'attività di fabbro del nonno, non è imparentato con la famiglia del celebre Gregorio De Ferrari. Le sue prime opere eseguite attorno al 1630 nella bottega dell'Ansaldo, di cui sposò la nipote, sono il Martirio di san Sebastiano e la Madonna con Bambino, s. Gerolamo e s. Simone Stok per le chiese del suo paese natale, e le Nozze mistiche di s. Caterina per San Marco al Molo a Genova, ove si nota già come il pittore guardi al colorismo di Rubens[2].
Nelle opere successive al 1640 (Madonna e il Bambino, s. Pietro, s. Giovanni Evangelista e altri santi della parrocchiale di Loano, Ultima Cena nel refettorio del convento di Nostra Signora del Monte a Genova, Cenacolo della sacrestia di S. Siro) si nota il progressivo superamento del manierismo a favore di una struttura più chiara[3] e di un maggiore naturalismo.
La presenza, nella sua opera, di un acceso naturalismo derivato dal genovese Assereto come anche dalla presenza a Genova di Vouet e di Orazio Gentileschi, contestualmente ad un colorismo ispirato a Rubens e Van Dyck, ha portato il celebre critico Roberto Longhi alla famosa definizione per il De Ferrari di "barocco naturalistico"[4].
Le opere più rappresentative di questo periodo sono la Decollazione del Battista dell'Istituto degli orfani a Genova, la Lavanda dei piedi in San Francesco da Paola, S. Agostino che lava i piedi a Cristo dell'Accademia Ligustica, e le opere per l'oratorio di San Giacomo della Marina, la Vergine del Pilar appare a s. Giacomo e S. Giacomo consacra s. Pietro martire vescovo di Praga firmato e datato "Horat. s. Fer. s. F/1647". La sua produzione di questi anni si concentra infatti nella realizzazione di pale d'altare per edifici religiosi genovesi e liguri, accanto a sporadici casi di soggetti profani per collezionisti privati quali la celebre Favola di Latona, dipinta nel 1638 per il conte di Monterrey, Viceré di Napoli, e il Ratto delle Sabine della collezione Zerbone, a proposito del quale Piero Donati parla di "capacità di coniugare splendore materico e rigorosa coerenza spaziale che connoterà sensibilmente la pittura di Orazio, conferendole un'intima originalità"[5]
Tra il 1651 e il 1652 fu chiamato nel Principato di Monaco dal principe Onorato II per realizzare una serie di affreschi nel Palazzo Grimaldi, quattordici lunette con le Storie di Ercole, e la Storia di Alessandro Magno, con i Segni dello zodiaco nella sala del trono. Il successo di questi ed altri lavori gli varranno la nomina a cavaliere dell’ordine di S. Michele da parte del principe nel 1652, titolo che riporterà spesso accanto alla sua firma, ad esempio sul Presepe dell’Albergo dei Poveri e sul Transito di San Giuseppe di Sestri Levante. Tutti perduti sono invece i numerosi affreschi realizzati nelle chiese di Genova.
Morì di peste con tutta la famiglia nel settembre del 1657 a Genova, mentre stava dipingendo il ciclo di tele del Santo Volto in San Bartolomeo degli Armeni. Nello stesso anno morì anche a poco più di vent'anni il figlio Giovanni Andrea, già precoce talentuoso pittore, secondo il Soprani, autore a dodici anni del ritratto di Agostino Paoletti della Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia (da non confondersi con il più anziano e celebre Giovanni Andrea De Ferrari)[6].
Ecce Homo, Pinacoteca di Brera, Milano
Guarigione del cieco nato , Collezione D'Arte Della Banca Carige
Agostino che lava i piedi a Cristo, Accademia ligustica
Martirio di San Lorenzo, Cagliari, Pinacoteca Nazionale
Il Martirio di San Sebastiano, Madonna con Bambino e i santi Rocco, Apolonnia, Agata e Cristoforo all'interno della chiesa dei Santi Nicolò ed Erasmo di Voltri.
Anania tenta invano di dipingere il ritratto di Cristo ordinatogli da re Abgar; Anania riceve da Cristo il velo con la sua vera immagine; Anania vede in sogno il Volto Santo circonfuso di fuoco; Anania presenta il Volto Santo da lui dipinto al re Abgar, Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni
Cenacolo, refettorio del convento di N.S. del Monte a Genova, firmata e datata "Horat. De Ferr. 1641".
Affreschi
Storie di Ercole, Storia di Alessandro Magno, Segni dello zodiaco affreschi in Palazzo Grimaldi a Monaco
Affreschi nel coro della chiesa di S. Vito, distrutta
Affreschi della chiesa di S. Andrea, distrutta
Affreschi della cappella Lercari alla Consolazione, distrutta
Affreschi e tele nella cappella di S. Andrea Avellino in S. Siro
Affreschi nel coro della Chiesa di S. Vittore, distrutta