Ariosto, peraltro amico di Torquato Tasso, sostenne che le due opere fossero semplicemente inconfrontabili e incommensurabili per la diversità degli argomenti e dei personaggi.
Nel 1576 finì in carcere per una baruffa giovanile, ma in pochi anni si redense e nel 1587 divenne canonico.
Fu discreto poeta e scrisse un poema, Alfeo, di cui rimane solo un frammento.