L'omicidio di Willy Branchi è un caso di cronaca nera avvenuto a Goro il 30 settembre 1988. Vilfrido Luciano Branchi, detto Willy, è originario di Goro, un comune della provincia di Ferrara, e ha dei deficit cognitivi. Il corpo esanime del ragazzo viene ritrovato senza vestiti lungo l'argine del Po con un colpo di pistola da macello sul capo e il volto tumefatto. Il caso non è mai stato risolto dopo trent'anni di indagini.[1]
Cronologia degli eventi
Le prime indagini puntano tutto su Valeriano Forzati, un criminale originario di Goro che aveva ucciso quattro persone con una mitraglietta in un night club chiamato "Laguna Blu" ed era poi fuggito in Argentina. L'uomo però viene scagionato e le indagini archiviate.
Nel 2014, al Resto del Carlino don Tiziano Bruscagin, allora parroco del comune di Goro, rivela di conoscere l'identità dell'assassino del giovane Willy e di quella di due complici. A 26 anni dall'omicidio l'indagine viene riaperta: il corpo del diciottenne viene riesumato ed emerge, sempre più forte, il movente legato a una rete di "festini di soli uomini" e abusi sessuali che coinvolgono minorenni. Le dichiarazioni del parroco vengono ritrattate, dove i depistaggi e l'omertà del paese costituiscono un blocco insormontabile, coinvolgendo tutta la comunità.
Nel luglio 2018, l'ordinanza del gip Carlo Negri fa scattare nuove indagini sul caso su lettere anonime, testimoni indagati poi per false dichiarazioni, tra cui proprio l'ex parroco del paese, don Tiziano Bruscagin e un pensionato di Goro, Carlo Selvatico.
Nell'aprile 2019, don Tiziano Bruscagin, indagato due volte per falso, è indagato anche per calunnia. I nomi fatti dall'ex parroco nel 2015 sarebbero infatti quelli di Ido Gianella, a suo dire esecutore materiale del delitto (ad oggi deceduto), e dei due figli, che lo avrebbero aiutato a liberarsi delle prove.
Note
Bibliografia
- Giacomo Battara e Nicola Bianchi, Storia di Willy e di Valeriano Forzati presunto colpevole, Bologna, Minerva Edizioni, 2015, ISBN 978-88-73-81769-7.