Nuova Società Televisiva Italiana S.r.l. (già Beta Television S.r.l e MTV Italia S.r.l.) è una holding italiana controllata da Sky Italia. Il settore d'attività è quello della televisione, essendo l'editore del canale televisivo TV8.
Storia
La società fu fondata con il nome di Beta Television nel 1984 dal Gruppo Marcucci per gestire le attività del canale televisivo Videomusic.
Nel 1995 la società fu ceduta a Vittorio Cecchi Gori e al suo gruppo.
Nel 2000 Cecchi Gori, a causa di sopraggiunte difficoltà economiche, la cedette a sua volta alla Telecom Italia tramite la controllata Seat Pagine Gialle.
Nel 2001 Seat Pagine Gialle stipulò un accordo con la Viacom Networks Europe[1][2] con il quale Beta Television acquisì il 100% della divisione italiana di MTV Networks. Contestualmente Viacom Networks Europe acquisì anche il 49% della Beta Television. In seguito a queste operazioni Beta Television cambiò nome in MTV Italia S.r.l. e la rete controllata TMC 2 lasciò il posto alla versione italiana di MTV.
Nel 2013 il gruppo Viacom, divenuto in seguito Viacom Italia, acquistò la restante quota di Telecom Italia Media, arrivando a controllare il 100% delle attività dell'allora MTV Italia S.r.l.[3].
Il 31 luglio 2015 Sky Italia acquistò da Viacom Italia la società MTV Italia S.r.l. e il relativo LCN 8[4][5]. Contestualmente il gruppo Viacom inaugurò il 1º agosto 2015 la nuova MTV Next, visibile solo su Sky. La titolarità del marchio MTV rimase di proprietà di Viacom[6]; in base a ciò Viacom e Sky Italia mantennero rapporti di collaborazione per la diffusione sull'LCN 8 (cioè su MTV8) di produzioni del gruppo Viacom[4] almeno fino al cambio del marchio di MTV8, avvenuto nel 2016.
In seguito a queste operazioni, infatti, la società MTV Italia S.r.l. cambiò denominazione in Nuova Società Televisiva Italiana, diventando, a partire dal 18 febbraio 2016[6], l'editore titolare del canale televisivo TV8 (già MTV8).
Canali televisivi
Attuali
La raccolta pubblicitaria del canale è gestita da Sky Media[4].
Precedenti
In precedenza, come MTV Italia S.r.l. produceva anche questi canali televisivi, molti dei quali oggi sono passati sotto controllo diretto a Viacom International Media Networks Italia (oggi Paramount Global Italy):
Sempre come MTV Italia S.r.l., era proprietaria di "360° Playmaker", società di produzione televisiva italiana e di Viacom Pubblicità & Brand Solutions, fino al 2014 "MTV Pubblicità S.r.l.", che si occupava della raccolta pubblicitaria degli altri canali di Viacom International Media Networks Italia.
Telefonia mobile
L'azienda era anche proprietaria dell'operatore virtuale di telefonia mobile italiano MTV Mobile, dismesso nel giugno 2012.
Controversie
La Commissione per i servizi e i prodotti, autorità dell'AgCom, riformò la delibera n. 192/16/CSP del 7 luglio 2016[7], nei confronti di NSTI, adottata per la violazione della disposizione normativa contenuta nell’art. 38, comma 2 del D.lgs. 177/2005 per il superamento del limite di affollamento pubblicitario orario consentito.
Dati societari
Note
- ^ Copia archiviata (PDF), su agcm.it. URL consultato il 4 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2016).
- ^ Copia archiviata (PDF), su agcm.it. URL consultato il 4 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2017).
- ^ Sale of MTV Italia to Viacom completed
- ^ a b c Ufficiale: Sky compra MTV Italia, in badtv.it, 3 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2015).
- ^ Sky si compra Mtv e il canale 8 del digitale terrestre, su repubblica.it, 31 luglio 2015. URL consultato il 23 gennaio 2020.
- ^ a b Sky si compra Mtv e il canale 8 del digitale terrestre, su tuttotv.info, 19 febbraio 2016. URL consultato il 23 gennaio 2020.
- ^ Riforma della Delibera n. 122/16/CSP del 7 luglio 2016 nei confronti di Nuova Società Televisiva Italiana S.r.l (fornitore del servizio di media audiovisivo in ambito nazionale “TV8” già “MTV8”) per la violazione della disposizione normativa contenuta nell’art. 38, comma 2, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, in agcom.it, luglio 2016. URL consultato il 23 gennaio 2020.
Voci correlate
Collegamenti esterni