Un poeta sovietico, Andrej Gorčakov, è in Italia per scrivere la biografia di un compositore russo del XVIII secolo, Andrej Sosnovskij. Insieme a lui è la sua interprete, la bella e irrequieta Eugenia. Durante una tappa a Bagno Vignoni, Gorčakov conosce il vecchio Domenico, un uomo ritenuto da tutti matto perché, vari anni prima, è rimasto rinchiuso in casa per 7 anni con la sua famiglia in attesa della fine del mondo. Gorčakov è attratto dall’uomo e va a trovarlo. Durante il lungo dialogo fra i due, Domenico affida a Gorčakov la missione di compiere in sua vece un rito salvifico: attraversare con una candela accesa la piscina di acque termali di Bagno Vignoni.
Domenico parte poi per Roma dove, nella piazza del Campidoglio e sulla statua dell'imperatoreMarco Aurelio, tiene un lungo discorso davanti a un pubblico di “matti”, al termine del quale si suicida dandosi fuoco. Gorčakov, dopo una sosta meditativa nella chiesa sommersa di San Vittorino, decide di compiere la missione affidatagli da Domenico. Quando, dopo due tentativi falliti, riesce finalmente a giungere sul lato opposto della piscina e deporvi la candela accesa, viene colpito da un attacco cardiaco. La "nostalgia" da cui deriva il titolo è quella del poeta espatriato, ma anche quella dei vari personaggi che cercano di superare la propria alienazione spirituale e ricucire la propria separazione fisica dalle altre persone.
Produzione
Riprese
Nel film troviamo delle immagini del paesaggio toscano e sabino. Una ricerca svolta nei mesi di ottobre e novembre 2015 (gli stessi in cui, nel 1982, fu girato il film) ha consentito di identificare tutti i luoghi delle riprese[1]. I principali fra essi sono:
Da segnalare anche il documentario realizzato tra il 2012 e il 2014 da un blogger torinese su alcuni dei luoghi in cui il film è stato girato.[2] Qui la chiesa di Santa Maria in Vittorino è ancora in uno stato più simile a quello che si vede nel film (nel 2015 il tetto era già completamente collassato e la chiesa era maggiormente avvolta dalla vegetazione).