La nazionale di rugby a 15 femminile del Sudafrica (in afrikaansSuid-Afrikaanse nasionale vrouerugbyspan; in ingleseSouth Africa women’s national rugby union team), o Springbok Women, è la selezione di rugby a 15 femminile che rappresenta il Sudafrica in ambito internazionale e opera sotto la giurisdizione di South African Rugby Union.
Attiva dal 2004 in maniera discontinua, ha avuto diversi periodi di pausa, il più lungo dei quali di quattro anni, dal 2014 al 2018, nel corso dei quali ha rinunciato anche alle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2017, alle cui tre precedenti edizioni aveva preso parte.
A settembre 2019 ha disputato 46 incontri, di cui 42 test match compresi i 15 in Coppa del Mondo.
Dal 2019 compete nella Rugby Africa Women's Cup, il campionato continentale di rugby a 15 femminile del quale è campione in carica avendone vinto la prima edizione.
Il commissario tecnico è Stanley Raubenheimer, che ricopre l’incarico da maggio 2018.
Al pari dei loro colleghi della nazionale maschile, gli Springbok, le giocatrici della nazionale femminile sudafricana vestono un'uniforme verde con inserti giallo oro e pantaloncini bianchi.
Al 15 ottobre 2021 la squadra occupa la 13ª posizione del ranking World Rugby.
Storia
Nonostante il rugby sia uno tra i più importanti sport praticati in Sudafrica, non fu prima del terzo millennio che la federazione decise di adottare una politica di promozione della disciplina tra le donne; agli inizi del 2004 la allora SARFU annunciò la nascita di una squadra nazionale femminile[1].
L'avversario che tenne a battesimo la neoistituita nazionale fu la squadra femminile del Galles la cui federazione organizzò un tour in Africa australe[2]; il primo incontro assoluto delle Women Boks fu all'Adcock Stadium di Port Elizabeth[2] il 29 maggio 2004 e terminò 8-5 per le britanniche[3][4] le quali, una settimana più tardi, vinsero anche il secondo test match al Loftus Versfeld di Pretoria[5].
Un anno dopo le Boks, durante un tour del Regno Unito, restituirono la visita al Galles battendolo a Ebbw Vale per 24-9[6] ma andarono anche incontro alla loro più pesante sconfitta, 0-101 a Hersham contro l'Inghilterra[7].
Nel 2006 il Sudafrica ricevette l'invito a prendere parte alla Coppa del Mondo in Canada; inserita in un sistema di accoppiamenti in prima fase in cui dovette incontrare nell'ordine Australia, Inghilterra e Irlanda, terminò all'ultimo posto del ranking e nei play-off per le quattro più basse posizioni perse contro Samoa in semifinale e Kazakistan per la finale valida per l'undicesimo posto.
Dopo una pausa di circa 3 anni, le sudafricane tornarono sulla scena internazionale in occasione della Nations Cup femminile 2009 in Canada[8] in cui, a parte 4 sconfitte, conquistarono un pareggio 17-17 contro la più esperta nazionale francese.
L'anno successivo il Sudafrica guadagnò la qualificazione automatica alla Coppa del Mondo[9] in qualità di unica rappresentante del suo continente; nella fase a gironi della competizione, che si tenne in Inghilterra, la squadra perse contro Australia e Nuova Zelanda e, pur battendo il Galles, non poté evitare di terminare negli spareggi delle ultime posizioni; contro il Kazakistan in semifinale vinse il suo primo incontro in Coppa del Mondo e successivamente perse la finale del nono posto contro il Galles battuto pochi giorni prima.
Per i successivi tre anni l'unico appuntamento del Sudafrica fu la Nations' Cup: nell'edizione 2011 in Canada la squadra giunse terza dietro Inghilterra e le padrone di casa ma davanti agli Stati Uniti; dopo un 2012 senza incontri nell'edizione 2013 in Colorado finì all'ultimo posto con tre sconfitte in tre incontri.
Nel corso di quell'anno tuttavia disputò, e vinse, lo spareggio di qualificazione alla Coppa del Mondo 2014 contro l'Uganda[10], battuta 63-3[10].
L'andamento della Coppa del Mondo 2014 in Francia fu analogo a quello di quattro anni prima: dopo zero punti in prima fase contro Australia, Francia e Galles, batté Samoa nella semifinale di play-off per il nono posto, perdendo poi la successiva finale contro la Spagna e chiudendo per la seconda volta consecutiva al decimo posto.
Tale incontro fu anche l'ultimo per lungo tempo: originariamente inserita da World Rugby nello spareggio di qualificazione alla Coppa del Mondo 2017 contrapposta alle due migliori asiatiche e la migliore delle oceaniane non qualificate, decise di rinunciare alla partecipazione per impossibilità di schierare una formazione competitiva, preferendo concentrarsi sul programma di sviluppo delle giovani giocatrici[11].
Dopo più di quattro anni di inattività la squadra tornò a disputare incontri a novembre 2018 durante un tour europeo di riambientamento internazionale che prevedeva 4 incontri, uno con la selezione femminile dell'esercito britannico, e tre test match persi 5-19 a Cardiff contro il Galles[12], 5-17 ad Alicante contro la Spagna[13] e 10-35 a Prato contro l'Italia, primo incontro assoluto tra le due nazionali[14].
A guidare la squadra il C.T. Stanley Raubenheimer, ex giocatore di Western Province e Bulls e in carica da maggio 2018[15].
Colori e simboli
I colori da sempre utilizzati dalle rappresentative rugbistiche del Sudafrica sono il verde e l'oro.
Dalla fine dell'apartheid, insieme allo springbok (antidorcas marsupialis), un'antilope endemica dell'Africa sud-occidentale, sulle maglie dei giocatori sudafricani figura anche un altro simbolo, la protea re (protea cynaroides), pianta floreale anch'essa originaria di tale area geografica.
Le maglie prodotte dalla Asics, azienda giapponese fornitrice della federazione sudafricana dal 2013 fino a tutto il 2019[16] riportano il simbolo dello springbok sulla destra e la protea sulla sinistra.
Le giocatrici della squadra femminile sono chiamate Springbok Women o anche, abbreviato, Women Boks.
^(EN) Annual Report 2003-2004 (PDF), su wru.co.uk, Welsh Rugby Union, p. 20-21. URL consultato il 5 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2012).
^(EN) Wales Beat The Springboks, su wru.wales, Welsh Rugby Union, 29 maggio 2004. URL consultato il 25 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2018).
^(EN) Wales Women Clinch Historic Test Series, su wru.wales, Welsh Rugby Union, 6 giugno 2004. URL consultato il 25 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2018).
^(EN) Roland Mercer, Wales Stalled by the Springboks, su wru.wales, Welsh Rugby Union, 3 maggio 2005. URL consultato il 25 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2018).
^(EN) Mariette Adams, Why Bok Women aren’t at World Cup, in SA Rugby Magazine, 8 agosto 2017. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2018).