Si individua nella parte occidentale della costellazione, immerso in un ricchissimo campo stellare della Via Lattea, in questo tratto piuttosto luminosa e relativamente poco oscurata; si trova circa 2,6 gradi a nordovest della stella ζ Arae e si confonde facilmente con le stelle di fondo. Attraverso un binocolo è difficilmente individuabile a causa della sua luminosità poco elevata, mentre con un telescopio da 120mm è possibile notare un debole addensamento di stelle di magnitudine 11 e 12; con strumenti di diametro maggiore si osservano alcune decine di stelle fino alla magnitudine 14, sempre difficili da contrastare rispetto alle numerose stelle di fondo.
A causa della sua declinazione fortemente meridionale, quest'ammasso può essere osservato soprattutto da osservatori situati nell'emisfero australe della Terra; la sua osservazione dall'emisfero nord è possibile solo in vicinanza delle latitudini tropicali.[3] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e ottobre.
Storia delle osservazioni
NGC 6208 è stato scoperto da James Dunlop nel 1826, durante la sua permanenza in Australia come sovrintendente dell'osservatorio del Nuovo Galles del Sud, con un telescopio da 9 pollici; fu poi riosservato da John Herschel e nel New General Catalogue è descritto come un ammasso formato da stelle con magnitudini comprese fra la 9 e la 12.[4]
Caratteristiche
NGC 6208 è un ammasso situato a circa 940 parsec (circa 3060 anni luce) di distanza,[2] dunque molto vicino al bordo più esterno del Braccio del Sagittario, molto in primo piano rispetto alla quasi totalità degli ammassi aperti visibili nella costellazione dell'Altare. La sua età è molto avanzata ed è stimata attorno a 1,17 miliardi di anni;[2] ciò lo rende uno degli ammassi aperti più vecchi che si conoscano.
Gli studi rivolti a determinare l'appartenenza delle stelle all'ammasso sono resi difficili dal numero elevatissimo di stelle visibili nella sua direzione; al suo interno non sono state comunque individuate stelle con caratteristiche peculiari da un punto di vista chimico-fisico.[5] Le stelle visibili nel campo di NGC 6208 sono state oggetto di studi fotometrici allo scopo di individuare eventuali pianeti extrasolari tramite il metodo del transito; su un campione di 60.000 stelle, delle quali 5000 misurate con estrema accuratezza, è stata individuata una sola stella, di classe spettrale G, che ha mostrato segnali di un possibile transito, non necessariamente però imputabile a un pianeta.[6]
^Una declinazione di 54°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 36°; il che equivale a dire che a sud del 36°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 36°N l'oggetto non sorge mai.