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Il Museo diocesano di Trani è il museo del patrimonio artistico dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e ha la sua sede nel palazzo Lodispoto in piazza Duomo.
Il museo nacque nel 1975 per opera dell'allora arcivescovo Giuseppe Carata per consentire una adeguata collocazione a tutto il patrimonio di lapidi e sculture proveniente dalle demolizioni operate nel tempo presso la Cattedrale e nelle altre chiese della città.
Col tempo il patrimonio del museo si è arricchito rendendo necessario lo sdoppiamento delle sedi dedicando gli spazi di Palazzo Addazi all'esposizione della collezione pittorica e l'attiguo Palazzo Lodispoto come nuova sede per il restante patrimonio artistico.
Il desiderio di raccogliere i reperti provenienti dagli scavi e dalle demolizioni effettuate nella Cattedrale e nelle altre chiese appartenenti a questa diocesi era già vivo in Francesco Sarlo, appassionato d'arte nonché ispettore onorario dei monumenti e degli scavi d'antichità a Trani a cavallo tra XIX e XX secolo. Inizialmente i pezzi furono conservati nel vano sottostante la scalinata d'accesso alla Cattedrale, ma questo si rivelò ben presto di capienza non sufficiente e non idoneo a una degna e coerente sistemazione dei pezzi, così il materiale fu spostato nei decenni successivi in Palazzo Addazi, opposto al fianco meridionale della Cattedrale. Anche qui, tuttavia, i reperti furono accatastati senza alcun criterio selettivo, finché nel 1975, per volontà dell'ArcivescovoGiuseppe Carata, il Museo Diocesano fu ufficialmente inaugurato alla presenza dell'allora Presidente del ConsiglioAldo Moro. Col tempo il patrimonio museale di questa struttura si è arricchito notevolmente anche grazie alla donazione di due avvocati, Francesco Lillo e suo nipote Angelo Rapisardi, la cui collezione archeologica comprende 5467 pezzi, e, dopo anni di limitata possibilità di fruizione, nel 2011 il Museo è stato riaperto al pubblico, offrendo ai reperti una sistemazione in diverse sezioni di cui la più vasta, il lapidario, segue un coerente percorso cronologico.
Sezioni
I reperti, disposti sui due piani di Palazzo Lodispoto, sono raggruppabili nelle seguenti sezioni:
Area dedicata agli arcivescovi
Al secondo piano, il primo spazio è riservato a opere riguardanti gli arcivescovi della Diocesi. Sono esposti stemmi, epigrafi e lastre tombali che ricoprono un periodo della nostra storia che va dal XIV sec. d.C. sino ai nostri giorni con il busto bronzeo di Monsignor Carata, fondatore del Museo. Lo stemmaarcivescovile di Mons. Petronelli (1880-1947) rende onore a quest'uomo molto amato dai tranesi e molto vicino alla gente - caratteristica abbastanza inusuale fino a non molti decenni fa - il quale amava passeggiare per la stradine della città vecchia. Lo ricordiamo per l'eroico gesto con cui, durante la II Guerra Mondiale, offrì la propria vita in cambio di quella di 50 cittadini che stavano per essere giustiziati da un comandante delle truppe tedesche. Il comandante, spinto da spirito di pietà, decise di risparmiare sia la vita dei cittadini sia quella dell'arcivescovo, venendo meno all'ordine che aveva ricevuto, e fu in seguito giustiziato per inadempienza. In questa sezione si ricordano, tra gli altri, anche Monsignor Giuseppe Antonio Davanzati (1717 - 1755), il cui stemma è stato ricavato dal retro di un'antica epigrafe, e Monsignor Tommaso Ancora (1635 - 1655), di cui conserviamo una lapide da lui stesso voluta ma mai utilizzata, in quanto l'arcivescovo fu nominato Cardinale e trasferito a Napoli nei suoi ultimi anni di vita, e che fu invece adoperata per la scalinata d'accesso al presbiterio della Cattedrale e ritrovata nel 1899 durante alcuni interventi sulla pavimentazione.
Esposizione lapidea (dal VI sec. d.C. al XVIII sec. d.C.)
Quattro salette espositive sono dedicate alla collezione dell'avvocato Francesco Lillo, il cui desiderio di donare questo tesoro è stato esaudito dal nipote, l'avvocato Angelo Rapisardi. La raccolta, esposta secondo un criterio stilistico-cronologico, comprende:
un gran numero di pesi da telaio, sia di effettivo utilizzo sia votivi;
Tesoro capitolare
In una piccola saletta centrale, al primo piano, è possibile ammirare il tesoro capitolare, composto da diversi preziosi oggetti liturgici, tra cui corredi, oggetti in oro e argento cesellato, ampolle in cristallo, bugie, cartegloria e un pastorale. Degni di particolare attenzione sono tre croci longobarde (due in lamina d'argento, una in lamina d'oro) ritrovate nell'ipogeo della Cattedrale e un crocifissoeburneo donato dalla famiglia Bianchi.
Altarolo in avorio
Al primo piano è esposto inoltre, di fronte alla saletta del tesoro capitolare, un prezioso altarolo in avorio di fattura franco-borgognona, che secondo la tradizione fu donato da Carlo I d'Angiò al clero di Trani dopo la morte del figlio Filippo, che trovò sepoltura nella Cattedrale di questa città.