Nel 2001 fu fondato il "Comitato Promotore dei Musei del Cibo", dal 2003 Associazione dei Musei del Cibo della Provincia di Parma, che riuniva la Provincia di Parma, i Comuni di Soragna, Langhirano e Collecchio, i consorzi di tutela dei Prodotti Tipici, la Camera di Commercio di Parma e le associazioni economiche di categoria; l'ente da allora si occupò della creazione e gestione della rete di Musei del Cibo nella provincia di Parma, avviando una serie di lavori che interessarono alcuni edifici pubblici, tra cui, dal 2004, la Corte di Giarola.[2]
Il museo della pasta, collocato al primo piano dell'ala ovest della grande corte rurale, dotata di mulino già in epoca medievale,[1] fu inaugurato il 10 maggio 2014 con un convegno dedicato a "La pasta tra storia, cultura e gastronomia",[3] ma l'idea della sua istituzione nacque già intorno al 1980, su iniziativa del collezionista Ettore Guatelli, del poeta Attilio Bertolucci e dell'imprenditore Pietro Barilla, che iniziò a raccogliere nella sede dell'industria multinazionale numerosi oggetti e documenti storici, in parte provenienti dall'archivio storico aziendale.[4]
Percorso espositivo
Il percorso espositivo, collocato all'interno dell'antico granaio della corte rurale, in continuità col Museo del pomodoro, è suddiviso in sei sezioni.[5]
La prima sezione descrive, attraverso una serie di documenti, modelli e attrezzi agricoli d'epoca, l'evoluzione storica delle tecniche di coltivazione del grano e dei cereali.[5]
La seconda illustra, attraverso pannelli, modelli e la ricostruzione di un mulino a palmenti e di un mulino a cilindri, l'evoluzione storica delle tecniche di macinazione.[5]
La terza descrive, attraverso pannelli e oggetti, il pane e i prodotti da forno.[5]
La quarta illustra, attraverso una collezione di piccoli utensili domestici d'epoca, le tecniche di preparazione casalinga della pasta fresca e i numerosi formati di pasta esistenti.[5]
La quinta sezione descrive, attraverso l'allestimento di un pastificio industriale risalente agli inizi del XIX secolo e di alcuni macchinari antichi, le tecniche di produzione industriale della pasta e dei metodi di formatura di 100 sue tipologie.[5]
La sesta infine illustra, attraverso pannelli, cartoline, dépliant pubblicitari, oggetti, dipinti, francobolli e cataloghi, la cultura della pasta.[5]