Nato da José Manuel Barreiro y Cambá e da Bárbara Bermúdez,[1] nipote di José Gervasio Artigas, aderì giovanissimo alla rivoluzione contro gli spagnoli e fino al 1815 fu segretario personale dello stesso Artigas. In seguito fu nominato rappresentante del caudillo orientale al congresso delle province aderenti alla Liga Federal e partecipò alla delegazione che questa assemblea inviò a Buenos Aires.[2]
Nel giugno del 1815 fu nominato da Artigas delegato personale a Montevideo, con il compito di condividere con il cabildo cittadino il governo civile, mentre la responsabilità militare della piazza fu affidata a Fructuoso Rivera;[3] In tale ruolo obbedì all'ordine di abbandonare la città all'arrivo di Carlos Frederico Lecor (ma non a quello di abbatterne le mura) e lasciò la piazza agli invasori il 18 gennaio 1817.[4]
Cadde prigioniero dei luso-brasiliani con la moglie a seguito della battaglia di Queguay Chico del 4 luglio 1818.[5] Dopo l'indipendenza dell'Uruguay fu membro dell'Assemblea Generale Costituente e Legislativa del 1828; in seguito fu senatore e, nel 1847, Ministro delle Finanze e degli Affari Esteri per qualche mese.[6]
Note
^(ES) Alfonso Fernández Cabrelli, Artigas: el hombre frente al mito. Tomo I, 1991.
^(ES) Alfredo C. Castellanos, Nomenclatura de Montevideo (PDF), su periodicas.edu.uy, Intendencia Municipal de Montevideo, 2000. URL consultato l'8 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
Bibliografia
(ES) Aurora Capilla de Castellanos e María Julia Ardao, El Escenario Geográfico del Artiguismo, Montevideo, A. Monteverde & Cía, 1991.