«Io cerco di seguire sempre il mio istinto e non il mercato, infatti pubblico un disco molto intimo all’inizio dell’estate. Però penso che nel casino generale serva anche questo: una roba che ti ascolti più volte, ad occhi chiusi, che spero che faccia anche pensare, che faccia entrare in un mare un po' profondo. [...] Non avevo un’idea precisa, la mia idea era quella di cambiare un po' il suono rispetto al disco precedente; [...] solitamente i miei dischi non partono mai con un’idea iniziale, è tutto molto di pancia, molto istintivo, seguo il flow della mia vita, di come mi sento in quel momento. Ho tagliato delle tracce dal disco perché troppo scure, ma i miei dischi sono così. Poi chiaramente essendo tutti molto vicini hanno una comunione tra di loro, seguono il mio ciclo di vita. Il segreto è il duro lavoro e la sincerità.»
(Carl Brave)
In un'intervista rilasciata a La Stampa il cantante ha spiegato il titolo dell'album:[6]
«Ho scelto di chiamarlo Migrazione per due motivi. Uno di ambito più geografico, in quanto in questi anni ho fatto dei viaggi per sperimentare nuovi sound: sono andato a Tokyo, Lisbona, Marrakech, Madrid, ho affittato delle case che ho adattato a studio di registrazione e lavorato con musicisti del posto con i loro strumenti. Ad esempio con lo shamisen direttamente da Tokyo, la chitarrina percussiva, il taiko che è il Tom orientale, a Marrakech con il basso marocchino, la leida, il liuto. Insomma ho cercato di evolvere il mio sound con colori diversi»
(Carl Brave)
Copertina
In un'intervista rilasciata a Rolling Stone Italia il Carl Brave ha raccontato la scelta di porre come copertina dell'album un disegno realizzato dallo stesso cantante durante la sua infanzia:[7]
«Il disegno è mio di quando avevo quattro anni e rappresenta gabbiani e sorci romani. Lo feci poco dopo quella volta in cui io e mia madre ci ritrovammo un topo in casa e scappammo via, lasciando mio padre a gestire, come poteva, la situazione. Più o meno nello stesso periodo un gabbiano ci piombò in terrazza. I due episodi mi hanno evidentemente colpito molto. Mia madre ha conservato il disegno per tutti questi anni ed era da tanto che avrei voluto usarlo. A questa botta, con il tema della migrazione, mi è sembrato finalmente il momento giusto.»
(Carl Brave)
Accoglienza
Gabriele Fazio dell'AGI scrive che Migrazione si presenta come un progetto «colorato e intimo», in cui «si percepisce la volontà del cantautore e producer romano di raccontarsi, [...] il mondo di Carl Brave, vive di rime azzeccate e produzioni da sogno, di efficacia divina ed una continua e sottile interazione con chi ascolta, che infatti si sente totalmente coinvolto». Fazio descrive i featuring «perfetti, tutti entusiasmanti, tutti azzeccati» poiché «quando si ha una visione così chiara di come comporre la propria musica, non si ha bisogno di inseguire le hit».[8]