Rientra in Italia nel 1953. Collabora con Luigi Moretti al numero 7 di "Spazio". Nel 1954 è inviato alla X Triennale di Milano come grafico e coordinatore della sezione "Industrial design". Per questo lavoro riceve il diploma internazionale d'onore e la medaglia d'oro.[3] Nel 1955, in collaborazione con Gino Valle, riceve il premio Compasso d'oro per l'orologio Solari.[3] Da questo momento inizia la sua attività di art director principalmente nell'ambito dell'arredamento industriale e della grafica editoriale. Opera con enti e aziende di spicco nazionale ed internazionale: Zanotta, Kartell, Sic Mazzucchelli, Cassina, Arflex, Velca, Gavina, Simon, Snaidero, Pirelli, De-Bi, Cedit, Faver, Impruneta, Ente tutela vini di Romagna, Rai, Banca d'Italia, Vogue Condé Nast, Player's, Benson & Hedges, Iperen, FrankSoriano, Jacorossi, Fratelli Alinari. Vanno ricordate pagine e copertine per "Stile Industria", "Domus", "Qualità", "Imago", "Casa Novità", "Abitare" ed "Edilizia Moderna".
L'incontro con Vittorio Gregotti segna il vertice del suo stile "impaginativo". Nell'ambito della progettazione editoriale devono essere citate: "Piero Della Francesca", edito dall'Istituto Editoriale Italiano; "New York Arte e persone" realizzato in collaborazione con Ugo Mulas ed edito da Longanesi; "Francesco di Giorgio Martini nel Palazzo Ducale di Urbino" e "Iran l'alba della civiltà" editi da Provinciali e Spotorno editori.
Per Michelangelo Antonioni progetta la locandina del film L'avventura e, nel 1969, i titoli di testa per la versione inglese di Zabriskie Point.[3] Nel 1975 vince il "Silver award" dell'Art Director Club di Londra con l'opera Le sedie di Mackintosh.[3]
Collabora, per allestimenti e ambienti, con gli architetti Giò Ponti, Alberto Rosselli, Vico Magistretti, Valerio Morpugno, i fratelli Castiglioni e i fratelli Arbizzoni.
Dal 1971 è stato docente al corso superiore di grafica presso l'ISIA di Urbino[3] (oggi Istituto Universitario Isia). È stato progettista consulente presso i comuni di Pesaro e Santarcangelo di Romagna per il colore come fattore d'intervento nel contesto urbano.
Dopo aver effettuato lunghi viaggi in Persia, dove una pista nel Dasht-e Kevir porta il suo nome[4], Michele Provinciali ha vissuto a Novilara, vieppiù interessato alla creazione dell'immagine e del linguaggio iconico. A questo periodo appartengono gli affreschi e gli intonaci su pomice esposti nel 1980 alla Galleria Bergamini di Milano.