Ricerca dei massimi di dato il vincolo (rappresentato in rosso) .
Rappresentazione mediante curve di livello del problema. Le linee blu rappresentano curve di livello di . La soluzione al problema è data dai punti di tangenza tra la linea rossa e le linee blu.
In analisi matematica e programmazione matematica, il metodo dei moltiplicatori di Lagrange permette di ottenere i punti stazionari di una funzione in variabili e vincoli di frontiera, detta obiettivo, tramite una terza funzione in variabili non vincolata, detta lagrangiana:
,
introducendo tante nuove variabili scalari , dette moltiplicatori, quanti sono i vincoli.
Se è stazionario, per esempio un massimo, per il problema vincolato originario, allora esiste un tale che è stazionario anche se non necessariamente dello stesso tipo, cioè nell'esempio un massimo, per la lagrangiana. Non tutti i punti stazionari portano a una soluzione del problema originario. Quindi il metodo dei moltiplicatori di Lagrange fornisce una condizione necessaria, ma non sufficiente per l'ottimizzazione nei problemi vincolati.[1]
Introduzione
Si consideri il caso bidimensionale. Si vuole massimizzare una soggetta al vincolo:
ove è una costante. Si possono visualizzare le curve di livello[2] della date da
per vari valori di , e le curve di livello della date da .
Si supponga di camminare lungo la curva di livello con . In generale le curve di livello della e della sono distinte, quindi la curva di livello per può intersecare le curve di livello della . Questo equivale a dire che mentre ci si muove lungo la curva di livello per il valore della può variare. Solo quando la curva di livello per è tangente a una delle curve di livello della (senza attraversamento), il valore di non aumenta né diminuisce. Nelle equazioni questo succede quando il gradiente della è perpendicolare al vincolo (o ai vincoli) ovvero quando è una combinazione lineare dei .
Introducendo lo scalare incognito , si deve dunque risolvere il sistema di equazioni:
Differenze tra massimi, minimi e punti di sella
Le soluzioni sono punti stazionari della lagrangiana e possono essere anche punti di sella, ossia né massimi né minimi di o .
La funzione è illimitata: dato un punto che non giace sul vincolo, facendo il limite per si rende arbitrariamente grande o piccola.
Spiegazione analitica
Sia l'obiettivo una funzione definita su , e siano i vincoli dati da (ottenuti da un'equazione del tipo con ). Si definisca la lagrangiana come:
Sia il criterio di ottimizzazione sia i vincoli sono compresi in modo compatto come punti stazionari della lagrangiana:
Spesso i moltiplicatori di Lagrange sono interpretabili come una certa quantità interessante. Si osservi ad esempio che:
Il valore di è interpretabile come la velocità con cui cambia la quantità da ottimizzare come funzione della variabile vincolata. Per esempio, nella meccanica lagrangiana le equazioni del moto sono ottenute trovando i punti stazionari dell'azione, l'integrale nel tempo della differenza tra energia cinetica e potenziale. Dunque la forza su una particella dovuta a un potenziale scalare, può essere interpretata come un moltiplicatore di Lagrange che determina il cambiamento dell'azione (trasferimento di energia potenziale in energia cinetica) conseguente a una variazione della traiettoria vincolata della particella. In economia, il profitto ottimale per un giocatore è calcolato in base a uno spazio di azione vincolato, dove un moltiplicatore di Lagrange indica il rilassamento di un dato vincolo, ad esempio attraverso la corruzione o altri mezzi.
Si voglia massimizzare col vincolo . Il vincolo è la circonferenza unitaria, e le curve di livello dell'obiettivo sono rette con pendenza : si vede subito graficamente che il massimo viene raggiunto in e il minimo viene raggiunto in .
Analiticamente, ponendo , e
Annullando il gradiente si ottiene il sistema di equazioni:
La derivata rispetto al moltiplicatore è il vincolo originario.
Combinando le prime due equazioni si ottiene:
cioè ( altrimenti la diventa ). Sostituendo nella si ottiene , cosicché e i punti stazionari sono e . Valutando l'obiettivo su questi si ottiene:
dunque il massimo è , raggiunto nel punto , e il minimo è , raggiunto nel punto .
Secondo il teorema di Weierstrass: essendo una funzione continua definita sul vincolo che è un insieme chiuso e limitato, essa ammette sicuramente un minimo e un massimo assoluti. Nessuno dei due punti stazionari trovati può quindi essere un punto di sella.
^Courant, Richard, Herbert Robbins, and Ian Stewart. What Is Mathematics?: An Elementary Approach to Ideas and Methods. New York: Oxford University Press, 1996. p. 344.
^Alfred Marshall. 1920. Principles of Economics. An introductory Volume. 8th edition. London: Macmillan.
^Stigler, George Joseph; “The Development of Utility Theory”, I and II, Journal of Political Economy (1950), issues 3 and 4.
^Stigler, George Joseph; “The Adoption of Marginal Utility Theory” History of Political Economy (1972).