Sono particelle instabili e decadono tipicamente in fotoni o in leptoni. I quark e gli antiquark costituenti possono essere omogenei o di tipo diverso (ad es. cc o ud).
Il primo mesone venne teorizzato nel 1935 da Hideki Yukawa come mediatore dell'interazione forte fra nucleoni[1] e fu poi identificato sperimentalmente nel 1947 nei raggi cosmici (mesone Pi).[2] Da allora numerosi mesoni sono stati osservati sperimentalmente, in particolare in esperimenti con acceleratori di particelle, e/o teorizzati come mediatori di processi di interazione forte.
Il termine mesone nacque storicamente per indicare particelle con massa intermedia fra l'elettrone e il protone.
Origine del nome
Il nome mesone deriva dal grecoμέσον (méson), che vuol dire medio, intermedio,[3] con riferimento alla loro massa, che è intermedia tra quella dei barioni (maggiore) e quella dei leptoni (minore). Inizialmente il fisico Yukawa, premio Nobel[4] che per primo condusse studi approfonditi sull'argomento,[5] scelse il nome «mesotrone», in rima con quello del neutrone o dell'elettrone, ma Heisenberg corresse poi in «mesone», facendo notare che nel termine greco (méson) quel "tr" non c'è.[6] Il nome neutrone, infatti, deriva dal latino (neuter o neutralis)[7] e in greco non c'è un nome somigliante con quel significato ("neutro" in greco è οὐδέτερος, udéteros).[8] Il termine "mesotrone", che alcuni inizialmente adottarono, è ormai del tutto obsoleto.[9]
Caratteristiche
I mesoni fanno parte della famiglia degli adroni e avendo spin intero sono bosoni. I mesoni più leggeri agiscono a livello effettivo come mediatori della forza forte fra i nucleoni a brevi distanze e più in generale svolgono un ruolo nei processi di interazione forte. Poiché sono composti da quark, interagiscono con altre particelle sia tramite la forza debole che quella forte. I mesoni che hanno una carica elettrica netta partecipano anche all'interazione elettromagnetica a grandi distanze.
I mesoni sono classificati secondo il loro contenuto in quark, il momento angolare totale, la parità e la coniugazione di carica. In base al contenuto di quark e alla simmetria di sapore, i mesoni sono divisi in multipletti di masse quasi degeneri. Ad esempio i tre pioni con carica elettrica positiva, negativa e neutra individuano un tripletto di isospin in cui le masse differiscono solo di circa il 3%.
Mentre nessun mesone risulta stabile, quelli di massa inferiore hanno comunque una vita media più lunga che li rende più facili da osservare nei raggi cosmici e da studiare negli acceleratori di particelle. Alcuni mesoni hanno una massa molto inferiore ai barioni, l'altro grande gruppo di adroni, e per questo motivo sono prodotti in grandi quantità nelle collisioni ad alta energia fra i nucleoni impiegate negli esperimenti moderni. Per esempio, il quark charm per la prima volta fu osservato nel mesone J/Psi (J/ψ) nel 1974,[10][11] e il quark bottom nel mesone upsilon (ϒ) nel 1977.[12]
Non tutti i mesoni hanno una corrispondente antiparticella (antimesone), dove i quark sono sostituiti dai loro corrispondenti antiquark e viceversa. Ad esempio, un pione positivo (π+) è costituito da un quark up e un antiquark down; e la sua antiparticella corrispondente, il pione negativo (π⁻), è costituita da un antiquark up e un quark down. Il pione neutro π0 è invece costituito da una miscela simmetrica di quark ed antiquark, sicché l'antiparticella del π0 è il π0 stesso.
Lista dei mesoni
Le tabelle elencano tutti i mesoni pseudoscalari (JP = 0−) e vettori (JP = 1−), sia osservati che solo previsti a livello teorico.
Per le antiparticelle corrispondenti è sufficiente modificare i quark in antiquark, mutando i segni di Q, B, S, C, e B′. Le particelle con il simbolo † accanto al nome sono state previste dal modello standard ma non sono ancora state osservate. I valori contrassegnati in rosso non sono stati fermamente stabiliti tramite esperimenti, ma sono previsti dal modello a quark e sono coerenti con le misure.
[a] Costituzione (makeup) inesatta a causa della masse "diverse da zero" dei quark. [b] Il PDG riporta la larghezza di risonanza (Γ). Qui invece viene data la conversione di τ = ħ/Γ. [c]Autostato (eigenstate) forte. Nessuna durata di vita definita [d] La massa di K⁰L e di K⁰S sono date come quella di K⁰. Tuttavia, si sa che esiste una differenza tra le masse di K⁰L e K⁰S dell'ordine di 2,2×10−11 MeV/c2.[22] [e]Autostatodebole. La composizione viene a mancare del piccolo termine della violazione del CP.
[f] Il PDG riporta la larghezza di risonanza (Γ). Qui invece viene data la conversione di τ = ħ/Γ. [g] L'esatto valore dipende dal metodo usato. Vedi la sezione dei riferimenti per ulteriori dettagli.
(EN) M.S. Sozzi, Charge Conjugation, in Discrete Symmetries and CP Violation: From Experiment to Theory, Oxford University Press, 2008b, pp. 88–120, ISBN0-19-929666-9.
(EN) M.S. Sozzi, CP-Symmetry, in Discrete Symmetries and CP Violation: From Experiment to Theory, Oxford University Press, 2008c, pp. 231–275, ISBN0-19-929666-9.
(EN) K. Gottfried, V.F. Weisskopf, Hadronic Spectroscopy: G-parity, in Concepts of Particle Physics, vol. 2, Oxford University Press, 1986, pp. 303–311, ISBN0-19-503393-0.