Il nome della città è in realtà Mashhad ʿAlī, "Il santuario di ʿAlī", poiché la parola persianamashhad (ﻣﺸﻬﺪ) significa "luogo di sepoltura di uno shahīd" (martire), quindi un "santuario". Ciò è dovuto al fatto che la città ospita il venerato luogo di sepoltura dell'ottavo Imām dello Sciismoduodecimano, ʿAlī al-Riḍā (che in persiano è letto Reżā).
Mashhad è popolato dalla maggioranza di persiani e minoranze di curdi e turkmeni.[3][4]
Oggi Mashhad - dotatasi col tempo di una cinta muraria - è il capoluogo della provincia del Razavi Khorasan e conta circa 3 400 000 abitanti. La città sorge a 25 chilometri circa dal più antico e noto centro urbano di Ṭūs, patria di numerosi illustri personaggi della storia islamica.
L'anziano Imām ʿAlī al-Riḍā b. Mūsā al-Kāẓim viaggiava al seguito del suo consuocero, il califfoabbasideal-Maʾmūn (che l'aveva designato suo successore), quando improvvisamente decedette nell'818 per cause che ai più apparvero naturali e a qualche sciita sembrarono per contro indotte dal califfo stesso, forse pentitosi della sua generosa designazione[5]. Il califfo lo fece allora seppellire sul posto che, per pura coincidenza, non era distante dal luogo in cui era già morto nell'809 suo padre, il grande califfo Hārūn al-Rashīd, mentre viaggiava assieme al figlio per contrastare in armi e ridurre all'obbedienza un suo suddito ribelle.
Particolarità del santuario è di ospitare quindi i due personaggi ed è frequente che il pio visitatore lanci maledizioni al califfo abbaside prima di recarsi a venerare il sacello dell'Imam.
Il luogo si chiamava allora Sanābādh, ma anche Nūqān (nome sopravvissuto fin quando nel X secolo non s'affermò l'uso di indicare il sito col toponimo attuale di Mashhad ʿAlī, per il quale si usava dire anche Mashhad al-Riḍā o, in persiano, Meshhad-i Reżā o Meshhad-i Moqaddas (Il Sacro Santuario), come pure Meshhad-i Ṭūs.
^Il califfo aveva designato il consuocero (il cui figlio aveva sposato una figlia di al-Maʾmūn) nell'illuminato intento di riunificare le due grandi componenti islamiche del sunnismo (da tempo ormai abbracciato dagli Abbasidi) e dello Sciismo duodecimano. Se anche a questo ipotizzato riconfluire in una medesima struttura di governo (argomento principale del dissenso Sunna-Shīʿa) mancava la componente sciita ismailita, il piano era indubbiamente ambizioso e probabilmente foriero di sviluppi di grandissima portata per l'Islam.
Bibliografia
Vladimir Minorski, Ḥudūd al-ʿālam, Londra, 1937.
J. Bassett, Persia, the Land of the Imams, Londra, 1887.