Figlio di Giovanni Antonio e nipote del celebre pittore Domenico Carpinoni, tra i maggiori del seicento bergamasco , rimase orfano del padre ed ebbe come tutore lo zio Pietro corriere postale. Nel 1669 a vent'anni, Marziale fu beneficiario del lascito di Ventura Fanzago per giovani studenti nelle arti liberali e poté studiare a Roma per tre anni, fino al 1672. Non è provata la sua presenza nella bottega del pittore romano Ciro Ferri: l'influenza della pittura romana fu alquanto limitata su Marziale. La conoscenza di tale pittura probabilmente si limitò alle opere del Ferri presenti in santa Maria Maggiore a Bergamo dal 1667. Tornato in patria, dal 1685 si stabilì definitivamente a Clusone dove sposò un non bene identificata Maria. Dal matrimonio nacquero tra il 1689 ed è 1699 ben sette figli tra i quali anche Maria Carpinoni citata come pittrice dal Tassi ma senza alcun riferimento preciso alle sue opere.
A Clusone, Marziale si dedicò a un'attività pittorica alquanto modesta.[1][2]
Ciclo di pitture: Crocefissione, Deposizione dalla croce, Assunzione di Maria Vergine, Natività, Adorazione dei Magi, Presentazione al tempio, Pentecoste, Immacolata, Davide ed il leone, Davide suona l'arpa, Davide e Golia, Ester ed Assuero, Giuditta ed Oloferne, Gioele e Sisara - Santuario della Beata Vergine della Torre di Sovere;
Annunciazione - Sagrestia del Santuario della Madonna della Torre di Sovere
^abcL'attribuzione risulta molto dubbia, se non inconsistente, in quanto le opere potrebbero essere confuse con quelle di altri pittori come Antonio Cifrondi e Domenico Carpinoni
^abcOpere perdute, o la cui documentazione risulta incerta
Bibliografia
Vite de pittori, scultori ed architetti bergamaschi, tomo 1, Locatelli Bergamo, 1797.
Luisa Bandera, Pietro Baschenis, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX. Il Seicento, II, Bergamo, 1978, OCLC715061447.
Ferdinando Noris (a cura di), Dizionario Biografico dei Pittori Bergamaschi, Bolis, 2006.