Marsa Brega[1] (in araboمرسى البريقة?, Marsā al-Brīqa o Marsā al Burayqah, traducibile come porto di Brega), nota anche come Brega, Marsa el-Brega[2] o Mersa Brega, è una città della Libia nord-orientale sita nel distretto di al-Wahat in Cirenaica.
È un importante porto petrolifero e polo industriale affacciato sul golfo della Sirte ed è collegato tramite un oleodotto e un gasdotto ai giacimenti di Zelten e Raguba.
La città negli anni '60 fu designata come punto di arrivo del primo oleodotto libico proveniente da Zelten[2] e furono quindi realizzati il porto e diverse infrastruttura, anche con l'utilizzo di numerosi edifici prefabbricati, su progetto dell'architetto e urbanista greco Kōnstantinos Apostolou Doxiadīs.[5] L'oleodotto fu inaugurato nel 1961 e fu seguito da una raffineria, da un impianto di liquefazione del gas naturale e da un impianto di trasformazione dell'ammoniaca, quest'ultimo inaugurato nel 1977.[2]
Durante la guerra civile libica Brega si è rivelata essere una località fondamentale per il controllo del fronte. Catturata dai ribelli, il 2 marzo le forze lealiste tentarono una sua riconquista, che si concretizzò il 13 marzo, allorché Brega cadde nelle mani delle truppe di Gheddafi che però furono costretti a evacuarla, incalzati dai ribelli e dai bombardamenti della coalizione, il 26 del mese stesso.
Economia
Marsa Brega significa letteralmente "Porto di Brega". La struttura portuale dispone di uffici portuali, un molo frangiflutti e un pontile, impianti per il caricamento del petrolio greggio sulle navi, una centrale termoelettrica.[1]
Il polo industriale comprende una raffineria, un impianto di liquefazione del gas naturale ed un impianto di trasformazione dell'ammoniaca.[1][2]
La città è servita da un piccolo aeroporto sito a circa 3 chilometri di distanza e dotato di un'unica pista. L'aeroporto è stato danneggiato durante la prima guerra civile del 2011.[6]
Note
^abcMarsa Brega, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 3 settembre 2024.