Figlio del ciabattino di strettola Sant'Anna alle Paludi (Mercato), nasce a Napoli il 6 aprile 1934 da Giuseppe nativo di Maddaloni e da Maddalena Esposito di Casalnuovo di Napoli.[5] Merola ha un'esperienza sportiva nelle giovanili del Napoli nel ruolo di terzino, gioca prima nel "Pro Carmelo" e poi nel "Portugal", la squadra di calcio dei portuali, che gioca in serie C.[6] Intraprende quindi il lavoro di scaricatore di porto; e in quell'occasione inizia a sviluppare la passione per il canto con l'aiuto del collega Salvatore De Lillo.
Con gli incassi delle prime esibizioni canore riesce a sposare Rosa Serrapiglia (1936-2023),[7] dopo 13 anni di fidanzamento, il 6 aprile 1964 (giorno del suo 30º compleanno),[8] dalla quale avrà tre figli: Michele Roberto,[9] Loredana e Francesco. Proprio Francesco è stato battezzato dal grande amico di Mario, Franco Franchi, di cui porta anche il nome.[5] Alla morte della cognata Enza Serrapiglia, a causa del cancro, Mario Merola accoglie a casa sua i suoi tre figli.[10]
Mario Merola era molto devoto di Padre Pio da Pietrelcina. Nel 1961, durante una tournée in Puglia, insieme a un famoso paroliere, lo incontrerà.[11]
Mario Merola era un grande appassionato del Festival di Sanremo, infatti faceva parte del pubblico ogni anno.[5]
Ciro Ippolito, il produttore, sceneggiatore e spesso attore e regista dei film di Merola, in occasione dell'uscita dell'autobiografia di quest'ultimo, ha raccontato un fatto accaduto durante le riprese del film Il mammasantissima. Nel novembre 1978, si fa largo tra la gente una signora anziana e in brutte condizioni di salute che, sotto al braccio della figlia, si mette in prima fila, nessuno fa caso a lei, nemmeno Merola, che saluta tutti e accetta un bacio e un abbraccio dalla signora. Ippolito, che invece aveva fatto caso alla signora, cerca di saperne di più. La vecchietta aveva un male incurabile e aveva chiesto alla figlia di vedere, prima di morire, Mario Merola, infatti questi le "faceva compagnia", "alleviando i suoi dolori" con le sue canzoni e i suoi film. La vecchia signora, una volta tornata a casa muore. Mario, una volta arrivato a casa della defunta, scoppia in lacrime e, insieme a Ciro e al resto della troupe, partecipa ai funerali della donna. Visto che i giornalisti erano venuti a conoscenza della vicenda chiamavano in continuazione per avere informazioni, da cui Ippolito decise di tenere tutto nascosto, poiché, citando le sue parole: «Non me la sentivo di associare al film quest'episodio, bellissimo nella sua poesia ma tristissimo rispetto al film e alla sua lavorazione.»[12]
Carriera
Anni cinquanta e sessanta
Nel 1959 Mario Merola sostiene, al Teatro Trianon di Napoli, il concorso per voci nuove. Merola esegue il brano Senza guapparia col quale vince la medaglia d'oro per il 1º premio. Allo stesso concorso conosce Gloriana, allora quindicenne, che arrivò seconda.[5]
La prima esibizione in pubblico di Merola avviene per caso, agli inizi degli anni sessanta: da poco era suonata la sirena della pausa pranzo al porto di Napoli, e Merola, insieme a dei colleghi scaricatori, si diresse nella piazzetta nei pressi della chiesa di Sant'Anna alle Paludi per assistere alla festa in occasione dei festeggiamenti della Madonna. Il cantante che si doveva esibire, Mario Trevi, arrivò alla manifestazione con una decina di minuti di ritardo. In quell'attesa i colleghi di Merola lo invogliarono a salire sul palco ed esibirsi, per la prima volta, davanti a un pubblico.[13]
Nel 1962 Mario Merola incide il suo primo disco, Malufiglio (testi di Alfonso Chiarazzo e musiche di Renato Matassa), con brano inciso per la prima volta nel 1961 da Pino Mauro,[14] raggiungendo una certa fama. Lascia definitivamente il lavoro al porto e, coi primi guadagni, si presenta al Teatro Sirena di Napoli interpretando la sceneggiata Malufiglio.[15]
Con l'etichetta discografica Phonotris, incide, nel 1963, il '45 giri' So nnato carcerato ("Sono nato carcerato") di Alberto Sciotti, Salvatore Cardinale e Raffaele Mallozzi, con cui vince la seconda edizione del festival Pulcinella d'oro.[16] Il trionfo festivaliero gli permette di farsi conoscere da una platea più vasta. Con Alberto Sciotti, Merola registra altri brani nel biennio 1963-1964. La canzone So nnato carcerato (che diventa anche la colonna sonora del film di Roberta Torre, Sud Side Stori) colpisce il pubblico popolare perché è tratta da un vero fatto di cronaca: la vendetta di una moglie che uccide l'assassino del marito. Arrestata in stato interessante, la donna partorisce alcuni mesi dopo in carcere. La donna era Pupetta Maresca. Dal successo della canzone viene anche tratta una sceneggiata, in due tempi e cinque quadri, portata in scena a Napoli con Liliana (figlia del musicista Enrico Cannio e sorella dell'attrice Anna Walter), con Enzo Vitale e con la partecipazione di Tecla Scarano.[17]
In un'intensa attività lavorativa nel corso degli anni sessanta, Merola realizza dischi, si esibisce in spettacoli, matrimoni e feste di piazza, arrivando a essere anche un "talent-scout" (contribuisce tra l'altro alla prima popolarità del giovane Massimo Ranieri).[18] Durante uno spettacolo all'Arena Flegrea il grande Totò gli chiese di prendere la chitarra e di cantargli un po' di canzoni.[19]
Ancora da semi-sconosciuto partecipa, negli Stati Uniti, al concerto tenuto dal suo grande amico, il cantante e attore Claudio Villa.[20]
Nel 1964 debutta al Festival di Napoli con la canzone Doce e' 'o silenzio, in coppia con Elsa Quarta. L'anno successivo sarà la volta di T'aspetto a maggio, con Achille Togliani e Tu stasera si pusilleco, con Enzo Del Forno. Nel 1966 continua la sua partecipazione al Festival di Napoli con le canzoni Femmene e tamorre e Ciento catene, nel 1967 con Allegretto ma non troppo, nel 1968 con Cchiu' forte 'e me e Comm'a 'nu sciummo, nel 1969 con 'O masto, Ciente appuntamente (di cui è autore della musica) e Abbracciame e nel 1970 con 'Nnammurato 'e te! e Chitarra rossa. Dopo la sua ultima volta al Festival nel 1971, vi tornerà trent'anni dopo, nel 2001. In quest'ultima edizione Merola, insieme al figlio Francesco, si esibirà col brano L'urdemo emigrante, arrivando a un totale di otto partecipazioni.[5] Con pianista Dino Fiorentino, il chitarrista Vittorio Orabona e il batterista Oreste Fiscale, Mario Merola si è esibito nella commedia musicale (sceneggiata napoletana) al Teatro 2000.[21]
Malufiglio: Merola o Mauro?
Nel 1962 Mario Merola incide il brano Malufiglio (Chiarazzo - Matassa). Per decenni gli vengono attribuiti il lancio e la prima incisione del brano. La notizia è riportata in varie enciclopedie e vari libri dedicati alla canzone napoletana, affermando che, visto il successo ottenuto dalla versione di Mario Merola, successivamente il brano viene inciso da Pino Mauro e Mario Trevi. Tale notizia, però, risulta falsa.
A mettere in evidenza l'errore è lo stesso autore del brano, Alfonso Chiarazzo, il quale in un filmato del luglio 2016 dichiara che il primo interprete del brano è Pino Mauro.[14]
Anni settanta
Nel 1973 partecipa alla Piedigrotta: Le nuove Canzoni di Napoli col brano Madonna Verde di (Schiano - Esposito).
Tra gli anni settanta e ottanta rilancia, in televisione e nelle 'tournée' fuori Napoli, la tradizionale sceneggiata, un canovaccio teatrale ispirato a una canzone del repertorio popolare e di solito basato sul triangolo "isso, essa e 'o malamente" (lui, lei e il mascalzone).
Parallelamente inizia un'attività di attore cinematografico in produzioni ispirate a storie di cronaca nera (Sgarro alla camorra) o alle consuete sceneggiate (Lacrime napulitane).[22]
Si cimenta anche come compositore, infatti è autore della musica di alcuni brani tra i quali: Ciente appuntamente (1969), Passione eterna (1972) ed Eternamente tua (1973), tre dei suoi cavalli di battaglia. Enzo di Domenico, il compositore dei brani sopra citati, per Merola, compose e scrisse diversi brani nel corso degli anni. Brani che sono diventati grandi successi di Merola, da cui nacquero anche sceneggiate. Tra le tante: Spusalizio 'e marenaro (con testo di Giovanni Marigliano), 'A dolce vita, 'E brillante da Madonna, 'O segno e zorro, 'O puveriello, 'A canzone de rose, 'O criminale, Medaglia d'oro, Sentenza 'e morte, 'O capo, 'O sgarro e tanti altri.[23]
Nel gennaio 1977 Mario Merola e altri artisti italiani, tra cui Luciano Pavarotti, vengono ricevuti alla Casa Bianca da esponenti politici statunitensi tra cui il presidente Gerald Ford e il segretario di stato Henry Kissinger. Era una festa ufficiale, Merola rappresentava la canzone classica napoletana e si esibì con le più belle canzoni napoletane per un'ora. Lo stesso Merola raccontò che durante il viaggio in pullman da New York a Washington si sedette vicino a Luciano Pavarotti, e i due iniziarono a parlare di musica napoletana; Pavarotti disse a Merola che, tornati in Italia, avrebbero inciso insieme un disco di canzoni napoletane che avrebbero cantato a un suo concerto a Modena. Il tutto saltò perché i due artisti, pur non sapendolo, per la festa alla Casa Bianca avevano preparato le stesse canzoni, e quindi Pavarotti, che si esibì subito dopo Merola, si trovò in difficoltà. Da quel momento in poi i due non si incontrarono mai più.[25]
Nel 1978 a Mario Merola fu chiesto il pizzo dalla camorra; dopo il suo rifiuto, i camorristi spararono sul portone di casa sua. In questa occasione fu aiutato dai contrabbandieri.[26][27]
Zappatore
Tra le sceneggiate portate in teatro da Mario Merola quella che ha lasciato un'impronta di rilievo nella carriera dell'attore è Zappatore, rappresentazione originaria del 1930, diretta da Gustavo Serena, tratta dal brano omonimo scritto da Libero Bovio e musicato dal maestro Ferdinando Albano. Esattamente 50 anni dopo, lasso di tempo in cui la sceneggiata ebbe alterne fortune, il regista Alfonso Brescia decide di riportare al cinema la sceneggiata dirigendo il film Zappatore, con Mario Merola, Regina Bianchi e Aldo Giuffré. Il film registrerà un incasso di sei miliardi di lire.[24]
Anni ottanta
Proseguono le apparizioni televisive e gli spettacoli fuori dall'Italia, sia nel resto d'Europa che in Nord America, in particolare per il pubblico di origine italiana. È ospite al Festival di Sanremo 1981 cantando il brano Chiamate Napoli 081, mentre nell'edizione 1983 esegue Facitela Sunna e sarà ospite anche in altre occasioni nel corso degli anni. Negli anni ottanta riscuote successo il brano Chiamate Napoli 081, scritto dal maestro Eduardo Alfieri e dal prefetto Giuseppe Giordano, inseritosi tra le canzoni con cui il pubblico lo identifica, insieme a Guapparia e Zappatore.[5]
L'attività dell'attore continua, portando sul grande schermo La tua vita per mio figlio (1980), dove interpreta il ruolo di Francesco Accardo, un ex malavitoso, accanto a Maria Fiore e Rik Battaglia. L'anno dopo, nel film Napoli, Palermo, New York - Il triangolo della camorra, Gennaro Savarese è nuovamente un ex malavitoso che cerca giustizia per la morte della moglie. In questi ultimi due film ritrova l'attore Antonio Sabàto. Il film è l'ultimo del genere poliziottesco/sceneggiata e, in seguito, l'attore si cimenterà nelle tradizionali sceneggiate: Zappatore e Carcerato, interpretando, in quest'ultima, il ruolo di Francesco Improta, accusato ingiustamente di omicidio e incarcerato. Regista dei quattro film è Alfonso Brescia. Lo stesso anno, Lacrime napulitane, scritto, prodotto e diretto da Ciro Ippolito, sembra essere un rifacimento di Catene di Raffaello Matarazzo, ma con l'aggiunta di più brani musicali. Seguono poi I figli... so' pezzi 'e core, basato sul brano e sulla sceneggiata teatrale 'E figlie di Bovio-Albano. Merola è Tommaso Maffettone, un uomo onesto, che, nel giro di pochi giorni, perde la moglie e a cui viene tolto il figlio, dal padre naturale. Del cast fanno parte Anna Maria Ackermann, Carlo Giuffré, Anna Walter, Ivan Rassimov, Rosalia Maggio, Ernst Thole e Clara Colosimo. Tradimento e Giuramento vedono come protagonisti la coppia Mario Merola/Nino D'Angelo. Qui si chiude, dopo 12 film, la collaborazione tra Merola e il regista Alfonso Brescia.[24]
Del 1984 sono gli ultimi due ruoli da protagonista, nel film Torna, in coppia con Agostina Belli nei ruoli di Salvatore e Angela e in Guapparia, film che si basa sulla canzone omonima di Bovio-Falvo, dove Merola è il boss del quartiere Sanità; la regia di entrambi i film è di Stelvio Massi.
Dopo l'interpretazione in Guapparia cala il sipario sulla carriera cinematografia di Mario Merola, che non interpreterà più ruoli da protagonista e, per rivederlo in un ruolo cinematografico, si dovrà attendere il 1999 quando è tra gli interpreti del film Cient'anne di Ninì Grassia.[24]
Nel 1989, l'anno in cui Mario Merola festeggiò 30 anni di carriera, la Rai aveva pensato di realizzare un programma intitolato I 30 di Merola - La storia, la musica, per festeggiarlo. Il progetto fu accantonato perché in quell'anno Merola fu accusato di associazione mafiosa; successivamente fu prosciolto da ogni accusa, ma il progetto non fu più ripreso.[26][27]
Nel resto degli anni novanta è vicino alle prime esperienze canore di Gigi D'Alessio, il quale gli dedicherà poi la canzone Cient'anne! ("Cento anni!"), scritta con Vincenzo D'Agostino[18] e incisa nel 1992; sempre nello stesso anno incide il brano Futteténne ("Fregatene") insieme al cantautore Cristiano Malgioglio; la canzone, scritta da Roberto Carlos, fu adattata in italiano dallo stesso Malgioglio.
Nel 1995, poi, ottiene un buon successo con il ritorno della sceneggiata ’O zappatore di Libero Bovio. Recita anche al Teatro Sannazaro nel musical Napoli 1944, con la regia di Rino Marcelli nato da un’idea di Luisa Conte ottenendo anche qui un grande successo.[30] Sempre nello stesso anno fa parte del cast del film TV Corsia preferenziale e dal 1998 partecipa alla soap operaUn posto al sole, nel ruolo del boss Tommaso Morraca.[31]
Nel 1999 interpreta il film Cient'anne, insieme a Gigi D'Alessio e con Giorgio Mastrota e George Hilton, diretto da Ninì Grassia.
Anni duemila
Nel 2000 partecipa come attore, ritornando al cinema dopo 16 anni, al film di Roberta Torre Sud Side Stori, interpretando il ruolo di Re Vulcano e "duellando" musicalmente con Little Tony, quest'ultimo nel ruolo di king of rock'n roll.
Sempre nel 2001 presenta il programma in diretta Piazzetta Merola sull'emittente satellitare "Napoli International" che mandò in onda il programma in tutta Europa e, da metà edizione, anche negli Stati Uniti e in Australia. La prima edizione del programma iniziò il 26 ottobre 2001 e si concluse nel 2002 dopo diverse prime serate. Merola nella prima edizione fu accompagnato da Raffaella De Simone, Ida Rendano, Titty Fusco, Flavio Fierro, Gerardo Pinto e Gianni Glori, lo show vedeva anche "l'angolo del lotto", curato da Ciro Riemma. Nel corso della trasmissione ci furono anche altri ospiti, tutti si esibirono con brani della canzone classica napoletana.[34][35] La trasmissione proseguirà di stagione in stagione sino alla scomparsa dell'artista.[36]
Nel 2003 dà la voce al personaggio di Vincenzone nel film di animazione Totò Sapore e la magica storia della pizza di Maurizio Forestieri.
In questi anni si esibisce in tutto il mondo insieme al figlio Francesco, anch'egli interprete e musicista.
Verso la fine del 2004 ritorna, dopo 10 anni, a interpretare una sceneggiata: debutta infatti a Napoli con I figli di Libero Bovio.
Affiancato ancora dal figlio Francesco, nel 2005 è a teatro con il recital Il lungo viaggio continua, una rivisitazione del grande repertorio della canzone classica napoletana, dove Mario Merola si racconta attraverso le sue canzoni. La tournée del "lungo viaggio" prosegue nel 2006 prima di interrompersi per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute.[38]
40-45-70 e Merola Day
Il 5 aprile 2004 Mario Merola festeggia i suoi 40 anni di matrimonio, 45 anni di carriera e il suo 70º compleanno ripreso dalle telecamere. I festeggiamenti si svolgono al grand hotel "La Sonrisa" (luogo dal quale viene trasmesso ogni anno il programma Napoli prima e dopo) e vi prendono parte colleghi e amici che si esibiscono in vari brani napoletani. Tra gli artisti che si esibiscono vi sono Raffaella De Simone, Mariano Apicella, Gigi Finizio, Mario Da Vinci e Mario Trevi. Per l'occasione viene premiato dalla regione Campania per essere stato uno dei più grandi interpreti della "canzone classica napoletana".[39]
Il 7 novembre 2006 Mario Merola viene ricoverato in rianimazione presso l'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dopo aver mangiato delle cozze crude. Il 12 novembre Merola muore per arresto cardiocircolatorio, nello stesso ospedale, all'età di 72 anni.[42][43]
I funerali si svolgono il 14 novembre 2006 a Napoli, nella basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore, la stessa dove Merola si era sposato. Durante l'omelia, celebrata da padre Alfredo Di Cerbo, il parroco ha detto: La vita di Merola è stata vissuta e cantata nei suoi colori più umani, il Signore avrà accolto in Paradiso Mario, anche per ogni volta che le sue note hanno toccato il cuore di qualcuno, aiutando a scegliere la pace e il bene.[44] Presenti le autorità politiche, i colleghi e, nella piazza antistante la chiesa, circa 40.000 persone, almeno la metà delle persone presenti seguirà in processione il feretro fino al cimitero monumentale di Napoli dove l'artista è sepolto.[45]
Sui manifesti funebri, affissi nelle strade di Napoli, si leggeva: «È mancato l'artista del popolo, il grande Mario Merola».[46] Mario Merola è sepolto in una cappella privata accanto ai genitori di Gigi D'Alessio, che l'aveva sempre considerato un suo familiare.
I precedenti ricoveri
Già in passato parenti e ammiratori di Mario Merola avevano temuto per la salute dell'artista. Nel 1997 Merola entrò in coma farmacologico quando fu ricoverato per tre settimane presso l'ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli.
Il cantante avverte i primi sintomi di malessere il 12 gennaio 1997 a Milano, accusando freddo e stanchezza. Le partecipazioni a trasmissioni TV e matrimoni dove canta vanno bene. Pur avendo riposato, tuttavia, le sue condizioni non migliorano affatto. La mattina dopo torna a Napoli, ma non va all'ospedale e decide di farsi curare a casa da un medico. Ma quest'ultimo non capisce cosa possa avere Merola, e le iniezioni che gli fa non solo non hanno alcun rimedio ma danneggiano gravemente un rene al cantante. La mattina del 20 gennaio, Merola non ce la fa più e chiede ai figli di portarlo all'ospedale. Rimarrà in coma farmacologico per due settimane e, per la prima volta, gli viene indotto il sonno tramite farmaci. Nella sua autobiografia racconta anche che durante il coma ha visto Padre Pio; Mario lo narra così: In mezzo ad un giardino pieno di verde un monaco mi sorride. Quando mi avvicino mi dice: "Non ti preoccupare, sto qua io". Io lo guardo meglio: Padre Pio, Padre Pio, allora te si arrecurdate 'o veramente di quando ti venni a trovare!. Durante il ricovero in ospedale migliaia di fan aspettarono la ripresa dell'artista davanti all'ospedale. Quello fu l'episodio più preoccupante dal momento che la crisi cardio-respiratoria fece temere il peggio.[47]
Nel maggio del 2001 e poi nel 2005 ci furono altri due ricoveri. In occasione dei suoi 70 anni, festeggiati con un concerto, il Merola Day, al porto di Napoli, il 19 settembre 2004, fu lo stesso cantante a ironizzare sui suoi frequenti ricoveri in ospedale: "Una festa da vivo, per fortuna - disse in quell'occasione - anche perché‚ se ero morto che sfizio c'era? Meglio che me lo prendo ora questo premio, no?".[48]
Vicende finanziarie e giudiziarie
Come da lui stesso dichiarato nella sua autobiografiaNapoli solo andata... Il mio lungo viaggio, Merola ebbe il vizio delle donne[49] e del gioco d'azzardo: dal 1975 al 1995 dichiara di aver perso una somma che si avvicina ai quaranta miliardi di lire.[50]
Nel 1983, a Merola viene inviato un avviso di garanzia con la quale si ipotizzava il reato di associazione per delinquere a scopo camorristico. La notizia fece molto scalpore, Merola fu raggiunto dai giornalisti ad Alcamo dove si stava esibendo con la sua compagnia, Merola commentò così: Sono innocente, ho la coscienza a posto. Sono fetenzie, cose brutte che fanno male a Napoli, non possono rovinare così la mia famiglia e la mia carriera per cose che non esistono, io con la camorra non c'entro niente. Si arrabbiò anche con i giornalisti dicendo: Sì sono alla ricerca di un avvocato per querelare i giornalisti, non mi dovevano mettere in prima pagina per una cosa amarissima, sulle prime pagine mi devono mettere quando porto la sceneggiata in giro per il mondo e faccio onore alla mia Napoli. In seguito Mario Merola fu prosciolto da ogni accusa a suo carico.[51]
Nel 1989 Merola è nuovamente sotto accusa, questa volta Giovanni Falcone inviò un avviso di garanzia a lui e al collega Franco Franchi, nell'ambito dell'inchiesta che avrebbe portato al cosiddetto Maxiprocesso quater: sia Merola che Franchi erano accusati di associazione mafiosa. L'inchiesta scaturì dalle rivelazioni del pentito Antonio Calderone. Mario Merola fu interrogato da Giovanni Falcone stesso che in seguito prosciolse i due artisti da ogni accusa.[52][53]
Omaggi
Hugo Race nel 2004 pubblica The Merola Matrix, un album di 16 brani in cui Race usa la voce di vecchi brani e anche alcune scene di film di Merola facendone un misto tra la sua musica e quella dell'artista partenopeo.[54][55]
Nel 2005 il cantante neomelodico Mauro Nardi incide l'album Mauro Nardi canta Mario Merola dove interpreta 14 brani non appartenenti al genere neomelodico, ma alla canzone classica napoletana, successi di Merola che Nardi omaggia eseguendoli.[56]
A Mario Merola alcuni neomelodici hanno dedicato diversi brani, tra i quali: Faje parte e chesta storia, Grande Merola, Al Re Merola, Maestro Merola.[57][58][59]
Nel 2008 viene inaugurato a Napoli il ristorante-museo Felicissima sera, intitolato al mito di Mario Merola. Il locale corredato da foto, oggetti, dischi, poster, abiti di scena, lettere, copertine e titoli di giornali del cantante, è nato grazie ai figli dell'artista Roberto e Francesco, da Mimmo e Valentino Manna e con la collaborazione al design di Nadia Wanderlingh. Tra le foto che ritraggono Merola ci sono quelle con Diego Armando Maradona, Mike Bongiorno, Franco Franchi, Ornella Muti, Johnny Dorelli, Vittorio Gassman e Adriano Celentano. Nel locale c'è anche una lettera scritta a Merola da Eduardo De Filippo datata 29 ottobre 1976.[60]
Nel 2009 al cantante, nel quartiere napoletano di Sant'Anna alle Paludi, viene innalzata una lapide in busto celebrativa. La lapide, creata dallo scultore Domenico Sepe, recita: a Mario Merola ambasciatore della canzone napoletana nel mondo.[61][62]
Nel novembre 2011 si è tenuto a Vigevano il Raduno in onore del re della sceneggiata Mario Merola, un concerto in onore di Merola che ha radunato molti dei suoi fan da tutta Europa.[65]
Il 17 giugno 2018 il disc jockey italiano di origine inglese Mr. Phil pubblica l'album strumentale Neomelodicgangstabeats, formato da dieci tracce strumentali realizzate esclusivamente con campioni neomelodici napoletani degli anni settanta e ottanta. In copertina sono presenti i volti di Mario Merola e Mario Trevi.[66]
^Mario Merola - Geo Nocchetti, Napoli solo andata... Il mio lungo viaggio, Sperling & Kupfer (2005), capitolo 2 Fronte del Porto pag. 19
^Il figlio più grande di Mario Merola ha due nomi; uno è Roberto con il quale è conosciuto, l'altro è Michele come il fratello del padre morto ancora giovane. Il tutto è visibile anche nell'intervista delle Iene fatta da Enrico Lucci sui figli d'arte, dove appare Michele Merola col fratello Francesco.
^Mario Merola - Geo Nocchetti, Napoli solo andata... il mio lungo viaggio, Sperling & Kupfer (2005), capitoli 3 Felicissima sera e 5 Merola e il cinema
Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Merola, Mario, di Fabrizio Zampa, pagg. 1058-1059.
Eddy Anselmi, Festival di Sanremo. Almanacco illustrato della canzone italiana, edizioni Panini, Modena, alla voce Squadra Italia, pag. 909.
Ravveduto Marcello, Napoli... serenata calibro 9. Storie e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici, edizioni Liquori (2007), (collana Storia contemporanea).
Daniele Sanzone, Camorra Sound, 'O sistema nella canzone napoletana, tra giustificazioni, esaltazioni e condanne, Napoli, Magenes, 2014.
Pietro Gargano, ’’Enciclopedia della canzone napoletana’’ (Volume V: marzo 2011, MASI - PIST, 2011), MagMata, Napoli, p. 336-337.
Storia delle Canzoni di Pulcinella 1809-1990 di Antonio Sciotti, Bascetta Editore, 2022.
Storia della Sceneggiata 1840-1990 di Antonio Sciotti, Bascetta Editore, 2023.