Sposò il giornalista ebreo Hans Goldlust nel 1929. Quando Hans fu arrestato dai nazisti nel 1939, Marianne Golz si assicurò il suo rilascio, aiutandolo insieme agli altri suoi parenti a fuggire in Inghilterra. Rimase a Praga per aiutare la resistenza: un compito pericoloso che svolse nascondendo i rifugiati ebrei, contrabbandando risorse economiche ed informazioni attraverso il confine e reclutando nuovi membri della resistenza anche tenendo incontri in casa.
Dopo che lei e molti altri membri della resistenza furono arrestati dai nazisti nel 1942, Marianne confessò il suo ruolo nell'organizzazione e affermò che i suoi associati erano innocenti, assicurandosi quindi il loro rilascio. I tentativi per farla liberare non hanno avuto successo: nel maggio 1943 fu condannata a morte dai nazisti e fu giustiziata con la ghigliottina nell'ottobre dello stesso anno.
Le lettere personali di Marianne furono compilate e pubblicate sotto forma di libro dopo la guerra, e la sua storia divenne ulteriormente popolare grazie ad articoli, trasmissioni radiofoniche e anche uno spettacolo teatrale. Nel 1988 è stata riconosciuta come Giusto tra le Nazioni.
Biografia
Primi anni
Maria Agnes Belokosztolszky nacque il 30 gennaio 1895 a Vienna in una famiglia cattolica, da madre cecoslovacca e padre polacco.[1] Aveva una sorella di nome Rosi.[2] Dopo il liceo, si è formata come cantante d'opera e ballerina. Ha preso il nome d'arte di Marianne Tolska. Durante i primi anni '20, è apparsa in spettacoli a Linz, Stoccarda e Salisburgo, lavorando con il compositore austriaco Nico Dostal e cantando operette insieme al tenore Richard Tauber: durante questo periodo, si sposò e divorziò due volte.[1]
Nel 1924 si trasferì a Berlino, qui incontrò l'editore e giornalista ebreo Hans Goldlust. I due si sposarono nel 1929.[3] Hans aveva adottato informalmente il cognome 'Golz' per evitare lo stigma sociale che circondava i nomi tradizionalmente ebraici in Germania, così quando Marianne lo sposò adottò il cognome Golz-Goldlust.[1] La coppia si trasferì a Praga nel 1934 e Marianne sfruttò le sue capacità come critico teatrale.[3]
Lavoro di resistenza
Quando i nazisti invasero Praga nel 1939,[2] Hans fu arrestato. Marianne riuscì ad ottenerne il rilascio, aiutandolo a fuggire in Inghilterra insieme alla madre e alla sorella.[3] Invece di unirsi a loro in sicurezza, Marianne decise di rimanere a Praga per aiutare gli altri ebrei perseguitati. Ha iniziato a tenere incontri a casa sua per trovare cittadini che la pensassero allo stesso modo, in questo modo ha incontrato l'organizzatore della resistenza locale Ottokar Zapotecky, la cui rete ha aiutato a far uscire clandestinamente i rifugiati da Praga.[2] Marianne reclutò nuovi membri nella resistenza dalla Cecoslovacchia e dall'Austria,[4] assistendo i profughi ebrei nella loro fuga e mettendoli in contatto con la rete oltre che spostando le risorse economiche oltre confine.[2] Nascose i rifugiati in casa sua, continuò a tenere incontri per la resistenza e organizzò il contrabbando di importanti informazioni sulle condizioni di Praga verso il governo ceco in esilio in Inghilterra.[1]
Morte ed eredità
Il 19 novembre 1942,[3] Marianne e molti altri collaboratori della resistenza furono arrestati dai nazisti: ha confessato immediatamente, negli interrogatori ha dichiarato che era l'unico membro della resistenza nel gruppo, ed in conseguenza gli altri arrestati sono stati subito rilasciati.[1] Marianne fu detenuta nella prigione di Pankrác. Nonostante la sua prigionia continuò a inviare un flusso costante di lettere ad amici e contatti; le lettere erano scritte su ritagli di carta e fatte uscire di nascosto fuori di prigione ogni volta che le venivano portati i pasti.[2]
Sebbene la famiglia di Marianne abbia usato i mezzi legali disponibili per farla liberare, la maggior parte degli avvocati non era disposta a rischiare le ritorsioni delle autorità tedesche discutendone la difesa. L'avvocato ceco Marie Schrámek alla fine accettò di prendere il caso, ma non fu in grado di liberare Marianne,[4] nonostante si sia rivolta in appello all'Alta Corte Tedesca speciale e al Ministro della Giustizia del Reich.[1] Nel maggio 1943, Marianne fu condannata a morte per le sue azioni e fu ghigliottinata l'8 ottobre 1943.[3]
Nel 1946, le lettere di Marianne Golz furono raccolte e pubblicate in un libro intitolato Zaluji ("Accuso"), e successivamente in traduzione tedesca come Der Große Tag ("Il giorno più importante"). La sua storia è stata raccontata in trasmissioni radiofoniche, pubblicazioni e anche in un gioco. Nel giugno 1988, Marianne Golz è stata formalmente riconosciuta da Yad Vashem come Giusta tra le Nazioni per il suo lavoro di salvataggio dei rifugiati ebrei:[2] in suo onore, è stato piantato un ulivo allo Yad Vashem Memorial Center in Israele.[1]