Maria di Francia (fl. 1160-1215) è stata una poetessa francese del Medioevo, celebre per i suoi lai (novelle in versi) scritti in antico francese.
Visse nella seconda metà del XII secolo e si crede sia stata badessa di un convento (probabilmente quello di Barking). La sua opera sviluppa le tematiche dell'amore cortese trascrivendo leggende della Materia di Britannia. Prima scrittrice francese in assoluto, di lei non si sa praticamente nulla, se non ciò che essa stessa scrive nell'epilogo della sua opera: Marie ai num, si sui de France ("Il mio nome è Maria e sono di Francia"). È vissuta probabilmente alla corte di Enrico II d'Inghilterra ed Eleonora d'Aquitania.
Fu una delle prime donne a scrivere in lingua francese.[1]
Numerose sono state le ipotesi proposte sulla possibile identificazione storica dell'autrice[2][3]. Alcune delle possibili identità sono:
Il capolavoro di Maria è una raccolta di dodici lais, scritti tra il 1160 e il 1175, brevi racconti in ottosillabi a rima baciata, dei quali il più corto è il Lai du Chievrefoil, che narra un episodio della leggenda di Tristano e Isotta in 118 versi, e il più lungo è l'Eliduc di 1184 versi. Secondo il filologo D'Arco SIlvio Avalle, l'ottosillabo deriverebbe dal dimetro giambico, metro caratterizzato da un ritmo veloce.
L'etimologia della parola "lai" (singolare di "lais") è tuttora incerta. Una delle ipotesi più credibili è la derivazione dalla parola (ricostruita) celtica "laid" col significato di "canto" da cui deriverebbe anche il tedesco "lied" (canto). Questa ipotesi etimologica è supportata dal fatto che i lais venivano cantati o recitati con l'accompagnamento di arpa o viella. Il dittongo –ai si pronuncia [ε], monottongamento molto precoce nel francese antico.
I lais di Maria di Francia presentano un prologo in forma poetica, cosa molto frequente durante il Medioevo, epoca in cui anche testi didattici, filosofici e precettistici venivano redatti in versi. Il metro usato per questi componimenti è l'ottosillabo. Questi racconti in versi presentano ciascuno un breve prologo e un epilogo e una struttura costante: un'introduzione, uno svolgimento e una conclusione. I luoghi citati a volte sono mitici, in altre occasioni reali.
Le fonti dei suoi componimenti sono diverse: in alcuni lais si tratta di fonte orale, in altre di fonte scritta, mentre altre volte la storia viene presentata semplicemente con l'accenno dell'Autrice: "Secondo il racconto che conosco". Maria dichiara nel prologo di aver scritto i suoi testi derivandoli da leggende bretoni: in effetti uno solo è propriamente arturiano, il Lai de Lanval, in cui compaiono eroi tipici del mondo arturiano, come Galvano e Ivano.
Tutti i suoi racconti narrano vicende d'amore, spesso adultero, che sono poi sistematicamente il motore dell'"aventure" che si svolge sullo sfondo del mondo reale, ma che vedono la presenza di elementi del meraviglioso, mescolando tematiche e tono cortesi alla magia delle leggende celtiche, a immagini e topoi evangelici e a elementi tipicamente ovidiani.
Alcuni dei lais possono essere raggruppati secondo un tema dominante, per esempio: Yonec, Lanval e Bisclavret sono accomunati dalla presenza del paranormale, Milun e Fresne dalla tematica del rapporto genitori-figli e Deus amanz e Laustic dall'amore triste.
I protagonisti non sono grandi eroi o famosi re, ma semplici cavalieri e semplici dame spesso in situazioni drammatiche che tendono a ripresentarsi in situazioni topiche, come il caso della donna malmaritata, del marito vecchio e geloso, dei genitori che allontanano il figlio e di luoghi magici riservati a iniziati. Nei lais afferma di aver trovato la vena poetica nel bisnonno Guglielmo IX il Trovatore.[5]
La raccolta di lais, nell'ordine tramandato dal manoscritto Harley 978, presenta i seguenti testi:
Oltre che dei Lai, Maria di Francia è autrice di un Ysopet, una raccolta di favole esopiche in prosa (scritte tra il 1167 e il 1189): si tratta del primo adattamento in lingua francese delle favole di Esopo (di qui il termine ysopet), o che si presumeva fossero sue. La principale fonte degli ysopet di Maria è la silloge Romulus in lingua latina. Maria attinse tuttavia anche a un volgarizzamento in antico inglese, attribuito ad Alfredo il Grande[6]. Il genere si è sviluppato in epoca medievale, soprattutto nella Piccardia (da qui la "i" del termine "fabliaux" che, derivando dal latino "fabula", avrebbe invece dovuto evolversi in "fableau").
Ossia "Il Purgatorio di San Patrizio", che narra delle sofferenze del Purgatorio, inserendosi nella tradizione dei viaggi nell'Aldilà.
Altri progetti
Lokasi Pengunjung: 13.59.182.74