Maria Questa

Maria Questa (Roma, 1904La Spezia, 1988) è stata una pittrice italiana. [1].

Biografia

Maria Questa nasce a Roma nel 1904. Dopo l’infanzia trascorsa in Cile (precisamente a Valparaiso, dove il padre Severo si trasferisce con la famiglia), rientra con i suoi in Italia nel 1921, stabilendosi prima a Portovenere e poi alla Spezia, rimasta città d’adozione dalla quale si allontanerà soltanto per viaggi di studio e lavoro[2].

«Del resto, confesserò che per quanto mi piaccia viaggiare nel nostro Paese e in quelli stranieri per cimentarmi con paesaggi diversi dai nostri e per potermi incontrare con altra gente che vede i miei lavori sotto i più vari e impensabili aspetti, non vedo l'ora, dopo un po' che sono fuori, di tornare alla Spezia, perché qui è la mia casa, il mio studio, i miei ricordi, qui è la gioia di ritrovare il paesaggio che più amo e che sento al punto che potrei forse dipingerlo ad occhi chiusi. Qui torno per dipingere ed esporre i miei quadri a gente che conosco e che mi conosce da anni. O semplicemente dovrei dire che qui torno per il bisogno di riprendere a vivere nella città che amo e dalla quale sento di non poter stare troppo a lungo lontana[3]»

Fin da giovanissima frequenta gli studi dei più accreditati pittori spezzini da Aprigliano a Navarrini, da Brandolisio a Felice del Santo (il suo primo maestro) e, incoraggiata da questi studi, si reca successivamente a Firenze per frequentare l’Accademia del Nudo[2]. La sua carriera inizia ufficialmente nel 1930 con la partecipazione ad una mostra personale e locale che attira su di lei l’attenzione della critica spezzina ma anche nazionale. Nel 1932 partecipa con tre opere ancora rispettose della tradizione figurativo – accademica (Uomo seduto, Vecchia rosa, Officine) alla III Mostra Collettiva organizzata a Genova a Palazzo Rosso dal Sindacato Regionale fascista di Belle Arti.

Nel 1933 è presente alla IV edizione della Mostra organizzata sempre a Genova dal Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti dove espone l’opera “In Paese” che, anche se attraverso modalità tradizionali, evidenzia la sua decisa personalità artistica[4]. Dopo numerose mostre locali nel 1939 espone alla III Edizione della Mostra Quadriennale d’Arte Nazionale al Palazzo delle Esposizioni di Roma il dipinto “Meriggio d’estate” che viene poi esposto nel 1943 alla Mostra Sindacale degli Artisti Genovesi a Roma[4]. Fra le sue opere più significative si annoverano i dipinti realizzati subito dopo i bombardamenti aerei del 1943 sulla città, che offrono una sofferta testimonianza dei disastri provocati dalla guerra[5]. Negli anni Settanta la Galleria Minotauro di Palazzolo sull'Oglio le dedica un’ampia retrospettiva esponendo opere dal 1935 al 1970[6]. Nel 1981, Il Centro Allende ne ordina un’ampia antologica, cercando di rappresentare l’intera carriera dell’artista tramite l’esposizione di opere appartenenti a diverse fasi della sua vita[6]

Maria Questa, "La lizzatura". Accademia di Belle Arti di Carrara

Dopo numerose esposizioni anche all’estero, premiazioni e una vasta produzione artistica, muore nel 1988 alla Spezia.

Stile

Vicina al Futurismo e all’Aerovita spezzina[7], Maria Questa è una figura chiave nel panorama artistico locale e, pur rimanendo legata all'arte figurativa, punta anche all’essenza della forma e si mostra attenta a cogliere le novità del panorama artistico a lei contemporaneo [2]. L'artista si dedica generalmente alla pittura di paesaggi (in particolare incentrati sul tema della marina), nature morte, scene di lavoro e di vita quotidiana, autoritratti e ritratti dei suoi familiari.

Opere

Paesaggi

  • Campanule alla Palmaria, olio su cartone, 34,6x50,2 cm., collezione privata
  • Marina, olio su tavola, 39,5x29 cm., collezione privata
  • Cave (La lizzatura), Carrara, Accademia di Belle Arti
  • Portovenere la chiesa di San Pietro, olio su tavola, 54x69,5 cm., collezione privata
  • Olivi alla Foce (1972), olio su cartoncino, 70x97,5 cm., collezione Carispezia Gruppo Cariparma Crédit Agricole

Disegni della guerra

Tutti proprietà di Carispezia Gruppo Cariparma Crédit Agricole

  • Piazza Santarosa, 1943, carboncino su carta 32x44 cm
  • Palazzi degli Statali, 1943, matita su carta 35x49 cm
  • Palazzo Doria, 1943, matita su carta 32x44 cm
  • Palazzi Statali, 1943, matita su carta 33x47 cm
  • Case vicino all’ospedale, 1943, matita su carta 34x50 cm
  • Palazzo Doria, 1943, carboncino su carta 47x37 cm
  • Via Dante, 1943, matita su carta 44x31 cm
  • Via del Torretto, 1943, matita su carta 36x47 cm
  • Via Galileo, 1943, matita su carta 36x47 cm
  • Piazza Beverini, 1943, matita su carta 32x44 cm
  • Piazza Cavour, 1943, matita su carta 36x49 cm
  • Piazza Cavour, 1943, matita su carta 38x50 cm
  • Piazza Cavour, 1943, matita su carta 50x38 cm
  • Piazza Cavour, Mercato, 1943, matita su carta 38x29 cm
  • Piazza del mercato, 1943, matita su carta 36x50 cm
  • Piazza S. Agostino, 1943, matita su carta 47x37 cm
  • Piazza S. Maria, 1943, matita su carta 44x32 cm
  • Piazza S. Agostino, 1943, matita su carta 31x42 cm
  • Via Colombo/Via Francesco Spezzino, 1943, matita su carta 33x50 cm
  • Via Rattazzi/Via Colombo, 1943, carboncino su carta 50x34 cm
  • C.so Cavour/Via Lamarmora, 1943, matita su carta 30x42 cm
  • Il mercato (Piazza Cavour), 1943, matita su carta 30x43 cm
  • Il Municipio e la facciata di S. Maria puntellata, 1943, matita su carta 33x49 cm
  • Il Poggio, 1943, carboncino su carta 30x43 cm
  • Il Poggio, 1943, carboncino su carta 31x44 cm
  • La Federazione, 1943, matita su carta 33x49 cm
  • Opera Maternità Infanzia, 1943, matita su carta 30x44 cm
  • Case vicino all’Ospedale, 1943, matita su carta 38x50 cm; firmato Questa
  • Via Biassa, 1943, matita su carta 35x50 cm; firmato Questa
  • Via Cadorna, 1943, matita su carta 30x43 cm
  • Via Cavour/Via Rattazzi, 1943, matita su carta 32x44 cm
  • Via Cavour angolo Vico delle Mura, 1943, matita su carta
  • Via Cavour, 1943
  • Via Colombo/Via Rattazzi, 1943, matita su carta 33x49 cm

Scene di vita quotidiana

  • L’uomo seduto
  • Vecchia Rosa
  • Rustico

Il lavoro

  • Cave. In quest'opera l'artista rappresenta con un segno mosso e vibrante la discesa dei blocchi di marmo dal monte Valle, ambientando la scena in mezzo alle montagne bianche che contrastano con l’azzurro del cielo e lo scuro delle sagome umane. Emerge un tono narrativo che risente di un gusto diffuso e condiviso nell’Accademia di Carrara (in cui ancora oggi è conservata);
  • Buoi, la lizzatura (Accademia delle Belle Arti di Carrara). L’opera illustra un particolare momento della lavorazione del marmo sullo sfondo delle Apuane. La scena appena accennata sembra quasi un bozzetto e potrebbe coincidere con l’opera “Il Lavoro” in quanto lo stile, non del tutto risolto, fa ritenere che si possa trattare di un saggio preparatorio.

Premi

  • 1936 Genova e Bologna;
  • 1950 Torino;
  • 1952 La Spezia
  • 1954 La Spezia [6].

Note

  1. ^ Donne italiane almanacco annuario, Giannini & Giovannelli. URL consultato il 23 maggio 2024.
  2. ^ a b c Gabriella Chioma, Ala d’AeroDonna. Futuriste nel Golfo, 1932-1933, Edizioni del Tridente, Massa Carrara 2009, pp. 55-59
  3. ^ A cura di Ferruccio Battolini, Maria Questa Corrispondente di Guerra Arte Pittura, La Spezia 1996, quarta di copertina
  4. ^ a b Maria Questa, su galleriarecta.it. URL consultato il 20 giugno 2024.
  5. ^ i grandi artisti spezzini 800 900, su igrandiartisti.wixsite.com. URL consultato il 20 giugno 2024.
  6. ^ a b c Questa Maria, su pittoriliguri.info. URL consultato il 20 giugno 2024.|
  7. ^ , Futurismo Il Futurismo nel Golfo dei Poeti, su luoghidellacultura.regione.liguria.it. URL consultato il 20 giugno 2024.|

Bibliografia

  • Gabriella Chioma, Ala d’AeroDonna. Futuriste nel Golfo, 1932-1933, Edizioni del Tridente, Massa Carrara 2009
  • AAVV, Arti di spezzini alla III Quadriennale d’arte (01-1939-06-1939)
  • Ferruccio Battolini, a cura di, Maria Questa Corrispondente di Guerra Arte Pittura, La Spezia 1996