Dopo aver conseguito il diploma di conservatorio, intraprese la professione di maestra di musica.
Nel luglio 1944 papa Pacelli la convocò, insieme con Carlo Carretto e "diede loro del denaro liquido; li fornì di una Topolino («è parcheggiata giù in cortile»); e dette loro l'incarico di «battere» tutto il Mezzogiorno per costituire in ogni città o paese una associazione di maestri cattolici"[1]: un’associazione che poi diventò rapidamente, nei mesi successivi, presente e forte in tutta l’Italia e che «allora fu una delle basi fondanti (insieme a quella
parallela dei coltivatori diretti e di altre formazioni sociali) della neonata Democrazia Cristiana (...) un’associazione capace di presidiare la principale e decisiva figura formativa che i figli degli italiani avrebbero avuto davanti nella loro vita (perché allora il 90% degli italiani andava solo alle elementari e molti di loro avrebbero visto solo la figura del maestro nella loro breve vita di formazione)»[2].
^Giuseppe De Rita, Condivisione. Sarebbe utile riprendere il filo del rapporto con i migliori e più solidi soggetti di rappresentanza intermedia, anche se hanno perso peso negli ultimi anni; la politica deve riscoprire il dialogo con i gruppi sociali, Corriere della Sera, 28 novembre 2017: "la motivazione veniva dalla sua consapevolezza che, della cultura organizzata, i meridionali avevano conosciuto solo un insegnante elementare; ma si può pensare anche ad una motivazione più politica, quella cioè di avviare una rete di associazionismo intermedio (subito dopo mise in campo i contadini della Coldiretti) che supportasse dall'esterno il nascente partito cattolico. Una strategia dal basso impensabile per un Pontefice da tutti considerato aristocratico e reazionario; ma decisiva per l'esplosione complessiva della Dc, operata su un collateralismo socioprofessionale, destinato nel tempo e tenere in piedi il consenso al partito, ben oltre la emozionale spinta d'opinione del primo periodo.