Nacque a Lisbona da Carlos Dias da Costa, un sergente dell'esercito portoghese, e Madalena de Oliveira; ebbe due sorelle minori Lucrécia e Amália. La sua carriera militare incominciò a 10 anni, quando iniziò a frequentare il Colégio Militar di Lisbona.
Nell'esercito
Come soldato si distinse nelle campagne militari condotte nelle colonie di Africa e di India. Dopo che il Portogallo entrò in guerra a fianco degli alleati nel 1917, commandò la seconda divisione dell'Corpo Expedicionário Português. Partecipò alla Quarta battaglia di Ypres, dove 400 soldati portoghesi morirono e 6 500 furono presi prigionieri. Anche la divisione comandata da Gomes da Costa subì perdite pesanti e fu di fatto spazzata via.[3]
Al termine della prima guerra mondiale fu promosso al grado di generale.
Gomes da Costa un convinto monarchico si fece convincere da vari gruppi legati alla destra a guidare quel che sarebbe diventato noto come colpo di Stato del 28 maggio 1926 che si poneva l'obiettivo di destituire il governo e il presidente in carica. Accettò questo onere dopo che José Augusto Alves Roçadas, anch'egli un generale, la prima scelta per guidare il colpo di Stato, si ammalò e morì in aprile.
Il 28 maggio Gomes da Costa partì con i suoi soldati da Braga e giunse a Lisbona, dove già il generale José Mendes Cabeçadas aveva guidata l'insurrezione dei soldati presenti in città. Il presidente al tempo in carica, Bernardino Machado, nominò proprio Cabeçadas come nuovo primo ministro e come nuovo presidente della Repubblica.
Governo e caduta in disgrazia
Cabeçadas però era inviso sia da Gomes da Costa che dal generale Oscar Carmona[4]. I due si riunirono il 17 giugno 1926 a Sacavém per decretarne la caduta. Al contempo Gomes da Costa assunse entrambe le cariche politiche detenute da Cabeçadas e formò un nuovo governo, in cui per la prima volta comparve, seppur soltanto per due giorni, l'economista e futuro primo ministro António de Oliveira Salazar.
Come ministro degli affari esteri Gomes da Costa nominò il generale Carmona, ma presto fra i due si generarono attriti poiché proprio come Cabeçadas, anche Gomes da Costa non era intenzionato a solidificare il controllo militare sullo Stato. Al contrario, Carmona insieme ad altri esponenti del governo, più estremisti, vedevano il potere militare come obbligatorio per stabilizzare la repubblica. Il 6 luglio 1926 Gomes da Costa riuscì finalmente nell'intento di rimuovere Carmona dal suo incarico ministeriale,[5] ma questi cospirò insieme al generale João José Sinel de Cordes complottò per un nuovo colpo di Stato. I due riuscirono nel loro intento il 9 luglio successivo, quando Gomes da Costa fu dichiarato inabile al governo e Carmona assunse entrambi gli incarichi da egli precedentemente detenuti.
Morte
Dopo il colpo di Stato che lo rimosse dal potere fu esiliato sulle isole Azzorre, pur venendo promosso a maresciallo dell'esercito.[6] Ritornò in Portogallo nel settembre 1927, già molto malato e morì alcuni mesi dopo.
Vita privata
Il 15 maggio 1885 sposò a Penamacor Henriqueta Júlia de Mira Godinho (1863–1936) e i due ebbero 3 figli: Estela (1889–1968), Maria Manuela (1891–1969) e Carlos (1892–1967).[1]