Il principe Manṣūr è nato nel 1921.[1] Era il nono figlio di re ʿAbd al-ʿAzīz.[2] Tuttavia William A. Eddy sostiene che il principe Manṣūr è il sesto figlio del re.[3]
Sua madre era una donna armena, Shāhida (morta nel 1938)[4] che è stato riferito, era la moglie preferita di re ʿAbd al-ʿAzīz.[5] Il principe Manṣūr aveva due fratelli germani, Mishʿal e Mutaib e una sorella germana, Qumash, che è morta il 26 settembre 2011.[6]
Carriera
Nel 1943 divenne emiro del Palazzo Murabbaʿ.[7] Visitò ufficialmente la città de Il Cairo.[7] Il 10 novembre 1943 venne nominato dal padre ministro della difesa.[8] Il principe Muhammad e il principe Manṣūr hanno accompagnato il padre nella storica riunione di quest'ultimo con il Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt il 14 febbraio 1945.[3][9] Ha inoltre partecipato all'incontro del re con il primo ministro britannico Winston Churchill in Egitto nel febbraio del 1945.[10] Il mandato ministeriale durò fino alla sua morte nel 1951, e fu sostituito dal fratello Mishʿal che era stato il suo vice al ministero.[8]
Vita personale
Il principe Manṣūr era sposato e aveva due figli, Ṭalāl e Muhdī.[11] Il principe Ṭalāl (1951–2023) è stato allevato dallo zio Mutayyib in seguito alla morte del padre.[1] La figlia del principe Mutayyib, Nūf, sposò il principe Ṭalāl.[1] La seconda moglie del principe Manṣūr era la principessa Zahwa bint ʿAbd al-ʿAzīz bin Sulaymān con la quale ebbe una figlia, Nūra, che morì in tenera età.
Morte
Il principe Manṣūr è morto per avvelenamento da alcol dopo una festa organizzata dall'allora governatore di Riyad Nāṣer bin ʿAbd al-ʿAzīz,[12] il 2 maggio 1951.[1] La salma è stata sepolta nel cimitero al-Adl di La Mecca.[13] Dopo aver appreso la notizia, re ʿAbd al-ʿAzīz fece incarcerare Nāṣer. Egli successivamente fu rimosso dall'incarico e si ritirò dalla vita pubblica.[12]
^ab William A. Eddy, FDR meets Ibn Saud (PDF), Vista, Selwa Press, 2005. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
^Biography of Shahida, su datarabia.com, Datarabia. URL consultato il 10 agosto 2012.
^Riyadh. The capital of monotheism (PDF), in Business and Finance Group. URL consultato il 22 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2009).