L'estensione delle mangrovie nelle aree costiere dell'Indocina era in passato molto maggiore di quella odierna. Foreste di mangrovie molto estese si avevano intorno a Pattaya in Thailandia, nelle aree di Veal Rinh e Kampong Som in Cambogia, ma nel tempo estese aree sono state convertite per usi agricoli. Le mangrovie vietnamite hanno subito l'uso estensivo di defolianti e napalm durante la Guerra del Vietnam (1962-1972) che ne ha distrutto la gran parte: i mangrovieti di maggiore estensione si hanno oggi nella provincia di Cà Mau, alla estrema punta meridionale del Vietnam, nella regione del Delta del Mekong, nella regione della baia di Cam Ranh nel Vietnam centrale, e nell'area del delta del Fiume Rosso, nella parte settentrionale del paese.[1]
L'ecoregione è considerata in pericolo critico per via della progressiva riduzione della sua superficie a causa di molteplici forme di pressione antropica, non ultima quella derivante dall'uso intensivo di napalm nel corso della guerra. Il governo vietnamita ha avviato programmi di riforestazione delle aree colpite ma esse versano tuttora in pessime condizioni di conservazione. Solo una minima parte dell'ecoregione, intorno a 3%, ricade all'interno di aree protette tra cui il parco nazionale di Botum Sakor in Cambogia, il parco nazionale di Côn Đảo, il parco nazionale di Mũi Cà Mau e la foresta di mangrovie di Can Gio in Vietnam.[1]
Note
^abcde(EN) Indochina Mangroves, in Terrestrial Ecoregions, World Wildlife Fund. URL consultato il 22 gennaio 2017.