Le MB1 e MB2 furono due motociclette da strada prodotte dalla casa italiana Magni. Presentate nel 1983, condividevano motore e telaio, differenziandosi solo per la dotazione, più completa per la MB2[1].
Storia del progetto
All'inizio degli anni ottanta la Magni aveva prodotto la sua prima moto, motorizzata Honda e commercializzata in due versioni distinte, la MH1 e la MH2. Le due moto riscontrarono un buon successo soprattutto in Germania, tanto che l'importatore tedesco chiese alla Magni di realizzare un nuovo modello motorizzato con un boxer BMW[2].
Così, tra il 1982 e il 1983 la Magni progettò una nuova moto, stavolta equipaggiata con un BMW type 247 nella versione da 1.000 cm³. Furono impiegati componenti di terze parti per migliorare le prestazioni del motore, come ad esempio testate a 4 valvole, che a seconda della configurazione portavano la potenza dagli originali 70 a circa 80-90 CV[3].
Il primo prototipo era equipaggiato con il serbatoio da 19 L della precedente MH, ma sul modello di serie ne fu adottato uno in acciaio da 26 L. La scelta fu dettata dall'importatore, che sosteneva che i clienti BMW preferivano serbatoi capienti[3].
Come per le MH1 e MH2, anche la nuova moto fu presentata in due versioni, rispettivamente MB1 e MB2. La MB2 era la versione di punta, con componenti migliori tra cui forcella Italia e cerchioni EPM. Entrambe le moto condividevano oltre al motore e al telaio, anche un forcellone di nuova concezione, grazie al quale e al contrario di quanto avveniva sulle moto BMW, il motore non era più elemento stressato[3].
Complessivamente furono prodotti soli 150 esemplari. Questo perché nel 1983 la BMW aveva lanciato la nuova quadricilindrica K100, sospendendo temporaneamente la produzione di motori boxer[1][2].
Inoltre, le MB non ottennero il successo sperato in Germania. Il motivo fu che i potenziali clienti tedeschi credevano in effetti che un telaio europeo poteva costituire un miglioramento rispetto ad uno giapponese, e questo giustificava il successo delle MH motorizzata Honda, ma ciò non era vero per uno prodotto dalla BMW[2].
A seguito di ciò, la Magni decise per i modelli successivi di passare ad un motore italiano, scelta che alla fine si concretizzò con l'adozione di un bicilindrico Guzzi.
Note