«Questo Sindaco, avvocato commendatore barone Luigi Tulumello, alla facondia del dire, alla sua cultura letteraria, ai suoi studi di scienze sociali, sposa con mirabile armonia la più esemplare scrupolosità dei suoi atti amministrativi…»
(Giornale della Reale Società ed Accademia italiana, 1894)
Nel capoluogo siciliano, infatti, ebbe l'opportunità di conoscere molte figure di spicco del suo tempo, tra cui Giuseppe Pipitone Federico, direttore della prestigiosa rivista Il momento[3][4] ed altri eminenti intellettualisiciliani.
Oltre a ciò, collaborò anche sulla rivista La scuola moderna, fondata dallo stesso Pipitone Federico: di ciò sarebbe prova l'articolo "Sul metodo storico", pubblicato sul numero del 26 dicembre1886. Al contempo, la pubblicazione di numerosi saggi di sociologia.
Tali eventi saranno ricordati in un libello di poesie denominato appunto "Africa", edito a Palermo nel 1897 con una prefazione curata proprio dall'amico Pipitone Federico; nello stesso periodo, un libro simile fu scritto anche da Mario Rapisardi.
«Egli era poeta, ottave scrisse sulle prime imprese africane.»
A testimonianza del suo valore, nel 1894 ricevette una medaglia commemorativa.
La politica
Nella propria carriera politica, fu sindaco di Racalmuto per diciotto anni pressoché ininterrotti, dal 1889 al 1907, durante i quali finanziò personalmente diversi progetti di sviluppo.
«Precursore di qualche vate dell’era fascista, scrisse anche un poema sulle quasi divine origini di Francesco Crispi: per cui la sua fama, oltre che di uomo saggio, di chiaro poeta, viva resta nei regalpetresi.»
La sua amministrazione fu caratterizzata da un forte coinvolgimento della comunità e dalla promozione di eventi festivi e culturali.[5]
«Lo stesso Luigi Tulumello attribuiva la sua lunga amministrazione alla propria capacità di coinvolgere il popolo. Le feste, in particolare, erano diventate fantastiche sotto la sua reggenza.»
(Ben Morreale, Sicilia: la terra santa. Per un ricordo)
Gli ultimi anni
Nel 1893, per affrontare il problema dello zolfo in Sicilia, Tulumello esortò Ignazio Florio jr. alla creazione di una commissione presieduta dallo stesso Florio e composta dai più grandi proprietari minerari dell’epoca, di cui- oltre, ovviamente, allo stesso Tulumello- facevano parte anche il barone catenese Antonino Spitaleri di Muglia, gli industriali Luigi Giordano di Caltanissetta e Giulio Sartorio di Palermo. Gli incontri, che videro protagonista proprio il Tulumello, si effettuarono presso il consolato francese a Girgenti. [6]
Nello specifico, egli si prefiggeva: di istituire a Girgenti una banca delle miniere; di formare un sindacato che formasse un prezzo minimo ai solfati e ne limitasse la produzione; ovviare agli scioperi e ai disordini frequenti attraverso un miglioramento delle condizioni nelle miniere.
Tuttavia, l’iniziativa fallì a causa del disinteresse della classe politica siciliana.[7]
Attorno al 1897, ricevette nella propria tenuta di Bompensiere la nobildonnaingleseLouise Hamilton Caico, per matrimonio contessa di Montedoro, la quale in seguito riportò dell'incontro nel suo volume Sicilian Ways and Days, edito a Londra nel 1907.
Nel 1905 fu testimone di nozze della marchesa Auretta Salvo di Pietraganzili, figlia dell'amico Giuseppe Salvo Cozzo, allora direttore della Biblioteca Nazionale di Palermo.