Data la sua posizione di figlio secondogenito, Luigi venne avviato sin da giovane alla carriera militare e dal 1787 venne ammesso nell'esercito prussiano su richiesta del padre al re Federico Guglielmo II. Nel mese di settembre di quell'anno ottenne il rango di colonnello col qual combatté durante le guerre della prima coalizione antifrancese nel 1793 venendo promosso maggiore generale ed ottenendo il cavalierato dell'Ordine dell'Aquila Nera. Nel 1795 fece ritorno nel Baden facendosi notare come un principe bon vivant, circondato da un nutrito pubblico femminile e amante del lusso.
Dopo che il principe ereditario Carlo Luigi di Baden era morto nel 1801 in un incidente, egli assistette il padre ormai anziani nell'amministrazione dello stato. Fu proprio Carlo Federico a inviare Luigi nel 1802 per concludere dei negoziati con Napoleone Bonaparte e nel 1804 prese parte al Congresso di Magonza assistendo poi all'incoronazione di Napoleone a Parigi.
Visti i successi delle sue operazioni diplomatiche, il padre decise di inserirlo sempre più nel governo nominandolo dal 1803 alla carica di ministro della guerra ed affidandogli dal 1806 anche il ministero delle finanze e la gestione delle foreste del granducato. Napoleone, sebbene stimasse il ruolo del Baden nella Confederazione del Reno, era estremamente diffidente nei confronti di Luigi perché lo riteneva una spia dell'esercito prussiano considerato il suo passato di militanza nelle file della Prussia.
Regno
Dopo la morte di suo nipote, Il granduca Carlo II, Luigi ascese al trono di Baden nel 1818 ed in quello stesso anno si sposò con Caterina Werner, creata contessa di Langenstein. In contrasto con la stravaganza dei suoi anni giovanili, negli anni a seguire Luigi fu molto parsimonioso, militaresco e promosse largamente lo sviluppo economico del paese. A livello di politica interna Luigi I fu un governante essenzialmente autocrate e più volte tentò di ostacolare il parlamento riducendone il potere e l'influsso sugli affari di governo.
Nel 1820 si occupò personalmente dell'Università di Freiburg, facendo in modo che rimanesse aperta e che svolgesse la sua attività in modo regolare. Nel 1825 fondò a Karlsruhe un'importante scuola politecnica: la Hochschule Karlsruhe. Questa accademia è ancora oggi la più antica scuola tecnica di tutta la Germania.
Morte
La morte di Luigi I, avvenuta nel 1830, fu vista con sospetto dai contemporanei, che la collegarono alla vicenda di Kaspar Hauser[1]. Con la morte di Luigi I si estingueva infatti il ramo diretto dei Baden. A lui succedette il fratellastro Leopoldo I di Baden, figlio di suo padre Carlo Federico e di Luisa Carolina Geyer von Geyersberg, da lui sposata in seconde nozze morganaticamente.
Discendenza
Luigi aveva parecchi figli, ma nessuno di questi suoi eredi poté aspirare al trono in quanto tutti avuti da matrimoni morganatici con donne il cui rango non era socialmente accettabile per l'epoca.
Guglielmo Luigi Augusto, conte di Langenstein e Gondelsheim (1820-1872), non ebbe figli;
Luisa (1825-1900), sposò nel 1848 il nobile svedese Carl Israel, conte Douglas (1824-1898). I discendenti di Luisa vivono ancora oggi al castello di Langenstein presso Hegau.
^Si narra che il famoso Kaspar Hauser, ragazzo sedicenne comparso a Norimberga nel 1828, la cui vicenda ispirò numerosi scrittori e giornalisti dell'epoca, fosse in realtà il secondo figlio di Carlo II, granduca di Baden fino al 1818, e Stefania di Beauharnais, fatto rapire ancora neonato, si pensa, da Luisa Carolina Geyer von Geyersberg, presumibilmente in quanto erede al trono, e fatto crescere in prigionia, sotto falso nome e nell'ignoranza delle sue vere origini. Nel 1833 si diffuse anche la diceria che la granduchessa Sofia Guglielmina di Svezia, moglie di Leopoldo I di Baden, avesse ordinato l'assassinio dello stesso Kaspar. Recenti studi di genetica, compiuti nei laboratori di Londra sui resti di Kaspar, sembrano confermare che egli fosse veramente un membro del Casato dei Baden.[senza fonte]
Bibliografia
Annette Borchardt-Wenzel: Die Frauen am badischen Hof. 388 S. 25 s/w. Abb. Piper Verlag, München 2003, ISBN 3-492-23696-0, EAN: 9783492236966
Uwe A. Oster: Die Großherzöge von Baden (1806–1918). 239 S. 8 farbige Bildseiten, ca. 35 Textabbildungen. Verlag Friedrich Pustet, Regensburg 2007, ISBN 3-7917-2084-8, EAN: 9783791720845