Nacque probabilmente a Cremona nel 1430, in una famiglia non agiata di mercanti presso cui visse un'infanzia da lui stesso descritta come povera.
L'attività letteraria
Nel 1469 in occasione della visita di Federico III a Ferrara, Carbone gli dedicò una composizione di saluto solenne, che si aggiunse alle precedenti duecento orazioni e diecimila versi. Con l'introduzione della stampa in Italia aumentò la sua attività e la diffusione delle sue opere: nel 1471 curò l'editio princeps delle Lettere di Plinio il Giovane, stampata a Venezia da Christoph Valdarfer[1], un commentario di Servio a Virgilio, le orazioni e lettere del cardinal Bessarione, tradotte in volgare da lui, e un'antologia di Cicerone.
Tradusse dal greco in volgare opere di arte militare di Onasandro e di Eliano.[2] Il 25 aprile 1473 fu designato oratore ufficiale ed incaricato a porgere il saluto ducale ai governi degli Stati attraversati da un solenne corteo di quattrocento persone, guidato da Sigismondo d'Este e partito da Ferrara. Il corteo attraversò Bologna, Firenze, Siena e Roma fino a Napoli per scortare Eleonora d'Aragona: Carbone fu preferito ad altri illustri letterati come Matteo Maria Boiardo o Niccolò da Correggio, i quali, peraltro, facevano parte del corteo.
In vecchiaia soffrì gravi difficoltà economiche, dovute alle ripercussioni finanziarie subite da Ferrara a causa della guerra contro Venezia. Risulta ancora impegnato nell'attività letteraria nell'ottobre del 1484. Morì il 6 febbraio 1485.