Louis-Auguste Boileau nacque a Parigi il 24 marzo 1812.[1]
Iniziò la sua carriera nelle arti decorative, lavorando come falegname in edifici, ed esordendo con un pulpito per la chiesa Saint-Antoine de Compiègne.[2] Il successo di questo lavoro lo spinse a dedicarsi esclusivamente alla falegnameria.[2] Fondò un laboratorio di intaglio ornamentale a Parigi, in cui collaborarono alcuni dei più abili intagliatori del tempo, e dove furono eseguiti numerosi lavori importanti, tra cui il coro di Saint-Germain-l'Auxerrois e quello di Saint-Pierre d'Aire-sur-la-Lys.[2]
Dopo aver fatto pratica e aver contribuito a sviluppare un importante ramo dell'arte industriale, Louis-Auguste Boileau voleva diventare un architetto, seguendo gli insegnamenti di Louis Piel, apprese i principi dell'arte monumentale e iniziò con il restauro e la decorazione della chiesa di Saint-Pierre d'Aire-sur-la-Lys.[2]
Nel 1843 si trasferì nei Vosgi, divenne architetto del distretto di Mirecourt dove costruì, a Mattaincourt, una chiesa ogivale di un'elegante semplicità.[2] Pubblicò poco dopo un saggio intitolato Memorie sui vari miglioramenti apportati all'uso del legno per la carpenteria (Mémories sur le diverses améliorations apportées à l'emploi des bois pour la menuiserie, 1846), a cui seguirono l'anno seguente la stampa della Revisione completa della valutazione di carpenteria (Traité complet de l'évvaluation de la menuiserie, 1847) scritto in collaborazione con F. Bellot,[3] e dell'Arte religiosa e monumentale, sul restauro e la costruzione di chiese gotiche nei Vosgi (De l'art religieux et monumental, à propos de la restauration et de la construction d'églises gothiques dans les Vosges, 1847).[2]
Dopo aver compiuto numerosi viaggi per confrontare le architetture di diversi paesi, Boileau ritornò a Parigi e si impegnò a trovare una nuova forma architettonica.[2] Convinto della bontà del sistema ogivale in quanto consentiva di produrre gli edifici più grandi con il minimo materiale, pensò di limitare l'uso della sovrapposizione di tetti a volte, dei frontoni ad archi e dei grandi pilastri, per ottenere immensità e snellezza,[2]pur conservando un'aderenza con lo stile neogotico.[3]
Il suo metodo costruttivo prevedeva ghisa e ferro nella costruzione degli archi delle volte e dei pilastri e ricevette sia elogi sia critiche.[2]
Approfondì anche nelle sue pubblicazioni gli innovativi stili architettonici che aveva ideato, e che prevedevano l'utilizzo del ferro nelle costruzioni. Boileau risultò uno dei primi ad introdurlo anche in edifici religiosi, come descrisse in Nuove forme d'architettura (Nouvelle forme architecturale, 1853).[1]
Tra le sue opere si ricordano la chiesa di Saint Eugène a Parigi (1854-1855), neogotica, caratterizzata da un esterno realizzato quasi interamente in mattoni, con finestre ogivali e tre timpani; da un interno, a tre navate, costruito interamente in ferro: pilastri, archi longitudinali e trasversali, trafori delle vetrate, rosoni, rivestimenti delle volte;[1]la chiesa di Sainte-Marguerite a Le Vésinet e la chiesa di Saint-Paul a Montluçon (1865-1866).[2]
La sua opera più celebre risultò Le Bon Marché (1876),[4] costruzione interamente in ferro e in vetro, ad illuminazione naturale, una tra le più tipiche fusioni del gusto romantico e della tecnica moderna.[3][5]
Restaurò numerose chiese seguendo le regole stilistiche romantiche, affiancate peraltro da un esame storico ed estetico accurato.[3]
Sostenne la sua attività con pubblicazioni tecniche e teoriche che ottennero una certa influenza nell'ambiente parigino,[3] e collaborò con Gustave Eiffel nella progettazione della torre.[4]
Suo figlio, Louis-Charles (Parigi 1837 - Bordeaux1914), ultimò l'edificio Au Bon Marché, il primo esempio di grande magazzino costruito quasi interamente in ferro e vetro (1872).[1]
Chiesa di Sainte-Marguerite a Le Vésinet (1865-1866);
Chiesa di Saint-Paul a Montluçon (1865-1866);
Le Bon Marché (1876).
Pubblicazioni
Memorie sui vari miglioramenti apportati all'uso del legno per la carpenteria (Mémories sur le diverses améliorations apportées à l'emploi des bois pour la menuiserie, 1846);
Revisione completa della valutazione di carpenteria (Traité complet de l'évvaluation de la menuiserie, 1847);
Arte religiosa e monumentale, sul restauro e la costruzione di chiese gotiche nei Vosgi (De l'art religieux et monumental, à propos de la restauration et de la construction d'églises gothiques dans les Vosges, 1847);
Nuove forme d'architettura (Nouvelle forme architecturale, 1853).
Note
^abcdLouis-Auguste Boileau, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 giugno 2019.
(FR) B. Foucart, La "cathédrale synthétique" de Louis-Auguste Boileau, in Revue de l'Art, n. 3, 1969, pp. 49-66.
(FR) Patricia Girard, Une dynastie d'architectes les Boileau. Oeuvres, travaux et projets de Louis-Auguste Boileau (1812–1896), Louis-Charles Boileau (1837–1914) et Louis-Hippolyte Boileau (1878–1948), Parigi, 1993.
(FR) Bernard Marrey, La querelle du fer : Eugène Viollet-le-Duc contre Louis Auguste Boileau, Paris, Linteau, 2002.
Werner Muller e Gunter Vogel, Atlante d'architettura. Storia dell'architettura dalle origini all'età contemporanea. Tavole e testi, Milano, Hoepli, 1997.
Nikolaus Pevsner, John Fleming e Hugh Honour, Dizionario di architettura, Torino, Einaudi, 2005.
V. Vercelloni, Dizionario enciclopedico di architettura e urbanistica, Roma, 1969.
David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, 1990.