Inizia nel 1990 collaborando con il Giornale di Sicilia da Termini Imerese[1], scrivendo di cronaca nera e giudiziaria. È giornalista professionista dal settembre 1998[2]. Nel 1997 è chiamato alla redazione palermitana dell'ANSA, giungendo fino alla qualifica di capo servizio aggiunto, dove si occupa principalmente di cronaca giudiziaria. Dal 1998 è corrispondente de La Stampa dalla Sicilia fino al 2008.[3] Dalla cronaca giudiziaria passa al giornalismo investigativo[4] con L'Espresso.
L'11 aprile 2006 è l'unico giornalista presente sul luogo, al seguito degli investigatori, durante l'arresto del capomafia latitante Bernardo Provenzano. Per l'attività svolta a Palermo riceve minacce di morte[5][6] a cominciare da settembre 2007 quando i poliziotti che si occupano della sua protezione sventano un attentato preparato davanti alla sua abitazione palermitana. Nell'ottobre dello stesso anno il boss stragista Leoluca Bagarella, durante l'udienza di un processo lancia ad Abbate un proclama intimidatorio[7] per notizie che il giornalista ha scritto sull'ANSA e per questo l'agenzia lo trasferisce a Roma. Per questi fatti ha la solidarietà anche dall'allora Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, che lo riceve al Quirinale.[8][9]
Con un'inchiesta giornalistica su L'Espresso nel 2012 svela, due anni prima dell'azione giudiziaria, la presenza a Roma di intrecci che sarebbero stati oggetto dell'indagine giudiziaria detta "Mafia Capitale"[11] con "i quattro Re di Roma"[12], denunciando per primo il potere del clan di Massimo Carminati[13] che per questo motivo inizia a minacciarlo[14] come emerge dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri del Ros.[15]
Pubblica inoltre diverse inchieste esclusive su corruzione, politica, malaffare e mafie.
L'organizzazione internazionale Reporter senza frontiere (RSF) nel 2014 lo inserisce nella lista dei "100 eroi dell'informazione nel mondo"[16] con questa motivazione: «Le minacce di morte e la sua presenza nella lista nera di Cosa nostra non lo hanno intimidito». Nel 2015 l'associazione Index on Censorship[17] di Londra lo ha candidato con altre 16 persone al mondo [per il 2015 i candidati erano 17]che lottano per la libertà di espressione, i premi sono offerti in quattro categorie: giornalismo, arti, campagne e attivismo digitale.[18][19] Nel 2014 pubblica l'inchiesta "Il business segreto della vendita dei virus che coinvolge aziende e trafficanti"[20] in cui emergono notizie di rilievo sociale e conflitti di interesse fra ricercatori e manager di industrie farmaceutiche e vengono menzionale accuse, già formulate dai magistrati, nei confronti della virologa Ilaria Capua, per la quale nel 2016 alcuni reati vengono dichiarati prescritti dal GUP, in quanto la prescrizione ha precedenza sull'assoluzione[21][22], e per il resto prosciolta.[23]
Per raccontare la 'Ndrangheta ha scritto nel 2013 un libro sulle donne che in Calabria si ribellano ai boss: Fimmine Ribelli.[24] Ed ha raccontato attraverso inchieste giornalistiche e reportage su L'Espresso le stragi delle donne in Calabria.
Per svelare i retroscena inediti del misterioso furto al caveau nella banca della città giudiziaria di Roma ha scritto[25][26] il libro La Lista - Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati.
Nel maggio 2014 ha messo in scena con Pierfrancesco Diliberto (in artePif) una rappresentazione teatrale che ironizza sulla mafia e i boss. Lo spettacolo, che ha esordito a Perugia, ha riscosso un grande successo di pubblico.[27] È stato autore e conduttore insieme a Peter Gomez della trasmissione televisiva Impronte di mafia ideata da Carlo Freccero, in onda fino a gennaio 2008 su RaiSat Premium.
Ha ideato e scritto per LA7 il docufilm L'uomo Nero - Storia di Massimo Carminati[37], e per Sky Atlantic ha scritto e curato la docu-serie Barrio Milano[38] sulle gang latino-americane nel capoluogo lombardo.[39]
Nel gennaio 2016 è nominato caporedattore responsabile delle sezioni "Inchieste" e "Attualità" de L'Espresso. Nel 2016 è stato coordinatore del team che ha realizzato per L'Espresso la piattaforma protetta RegeniLeaks[41] per raccogliere testimonianze di whistleblower sulle torture e le violazioni dei diritti umani, per chiedere giustizia per Giulio Regeni e per tutte le vittime dei servizi di sicurezza egiziani, in collaborazione con l'Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights.[42]
Dal 29 novembre 2017 è vicedirettore del settimanale L'Espresso[44], di cui diventa direttore dal 4 marzo 2022, sostituendo il dimissionario Marco Damilano.[45] Il 21 dicembre 2022 viene sostituito alla direzione da Alessandro Mauro Rossi.[46]
Dal 1º marzo 2023 è Caporedattore e inviato a riporto del direttore per il quotidiano La Repubblica.[47]
Opere
Nostra mafia dei monti, dal processo alle cosche delle Madonie al caso Contrada, Dharba Editore Spoleto,1993
La storia del giro podistico di Castelbuono, La corsa su strada più antica d'Italia, Promos Editore, 1994
La mafia che ho conosciuto, Edizioni Espero, 1996
Voci contro le mafie (a cura di) Emons, L'Espresso, 2012
Candidato nel 2022 ai David di Donatello per la Migliore Sceneggiatura Non Originale scritta con Francesco Costabile, Serena Brugnolo e Adriano Chiarelli.[48]
Televisione
L'uomo Nero - Storia di Massimo Carminati (La7 docufilm L'uomo Nero - Storia di Massimo Carminati. Lirio Abbate con Guy Chiappaventi e Flavia Filippi e la voce narrante di Luca Ward
Barrio Milano - Ascesa e crollo delle gang latinoamericane. di Lirio Abbate (con la regia di Gabriele Gravagna, prodotto da Magnolia per Sky)
World's Most Wanted., 2020, docuserie su Netflix che racconta le storie di ricercati famosi, sospettati di crimini terribili e sfuggiti all'arresto nonostante enormi taglie e indagini internazionali. Il 5º episodio è dedicato a Matteo Messina Denaro
Podcast
Picciotti - La mafia raccontata da Lirio Abbate (prodotto da Lucky Red), 2023, 2 stagioni. È il racconto dell'ascesa del clan dei Corleonesi, la più potente associazione criminale di Cosa nostra, dall'assassinio del sindacalista Placido Rizzotto agli ultimi giorni di libertà di Matteo Messina Denaro. È arricchito da moltissime testimonianze di magistrati, collaboratori di giustizia e da reali deposizioni nelle aule dei tribunali, Picciotti è un racconto che aderisce ai fatti come un saggio e affascina come un romanzo.
Questo è Messina Denaro (prodotto da OnePodcast), 2024, 4 episodi. In questo podcast si sente la voce di «'U siccu» mentre si difende, contrattacca, parla di Riina, Brusca, della strage di via dei Georgofili a Firenze, il fallito attentato a Maurizio Costanzo, gli omicidi e la latitanza. A guidarvi in questo racconto insieme ad Antonio Iovane, è Lirio Abbate.
Premi
Premi che gli sono stati assegnati per la sua attività giornalistica
2003 - Premio Cronista dell'anno Piero Passetti - Riconoscimento speciale "Targa del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri"[49]
2006 - Premio internazionale Ischia - "cronista dell'anno per le agenzie di stampa"[50][51]
2008 - Premio Nazionale Enzo Biagi per il giornalismo, la democrazia e la legalità
2008 - Premio Marostica per la Cittadinanza europea - "giornalista dell'Ansa a Palermo, per il suo impegno coraggioso contro la criminalità organizzata"[55]
Durante la sua carriera, Lirio Abbate come altri giornalisti che fanno inchieste è stato querelato o citato in giudizio per i suoi articoli e le sue dichiarazioni e nella maggioranza delle volte è stato assolto.
Citato in giudizio nel 2011 dalla famiglia del deputato Antonio Angelucci per aver pubblicato su l'Espresso un'inchiesta dal titolo "Angelucci Connection",[58]è stato assolto nel 2017 in sede civile e penale[senza fonte].
Condannato in primo grado per diffamazione nel 2014 per un articolo del 2009 sul ministro Angelino Alfano[59] e nel 2016 il giudice civile di Palermo, Fabrizio Lo Forte, lo condanna per diffamazione nei confronti della moglie di lui Tiziana Miceli.[60] È in corso il processo di appello[ancora?].
È stato assolto nel procedimento per diffamazione intentato da Massimo Carminati per l'articolo del 2012 I 4 re di Roma[61], per il quale Carminati è stato condannato al pagamento delle spese processuali.
Nel 2016 è stato condannato per diffamazione dal giudice civile del tribunale di Palermo, Giulio Corsini, nei confronti del giornalista e parlamentare Renato Farina[62] per un articolo pubblicato a novembre 2009 dal titolo "Indagine Esplosiva".[63] È in corso il processo d'appello a Palermo.[ancora?]
Nel 2016 è stato rinviato a giudizio dal Gip del tribunale di Roma per diffamazione aggravata dell’ex assessore della regione Sicilia, Gaetano Armao, per un articolo del 2012[64], e assolto dalla quarta sezione penale tribunale di Roma nel marzo 2018 perché "il fatto non sussiste".[65]
Nel 2017 è stato condannato dal tribunale civile di Roma per diffamazione nei confronti dell'ex vice sindaco di Villabate Antonino Fontana, su quanto scritto nel libro I complici.[66]
Nel maggio 2017 è rinviato a giudizio per diffamazione pluriaggravata nei confronti di Isabella Votino, portavoce del presidente della regione Lombardia Roberto Maroni[67] è stato poi assolto dal tribunale di Roma perché il fatto non costituisce reato.[68]
Nel 2016 la virologa Ilaria Capua querela per diffamazione L'Espresso e Abbate. Nel 2018 il giudice di Velletri archivia il procedimento[69] accogliendo la richiesta del pm.
Nel maggio 2019 per aver riportato frasi di un atto giudiziario in un articolo sul giudice della sezione fallimentare del tribunale di Roma, Giovanni Deodato, è stato condannato in sede civile per diffamazione a risarcire con 100 000 euro il magistrato romano (è in corso l'appello[ancora?][70]).[71]
^ Roberto Borghi, Prima Comunicazione, su primaonline.it, 16 ottobre 2009. URL consultato il 27 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2021).
^ Lirio Abbate, Arrestato Carminati, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 27 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2021).
^ Lirio Abbate, I quattro re di Roma, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 27 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2022).
^(EN) Index on Censorship, #IndexAwards2015: Journalism nominee Lirio Abbate, su Index on Censorship, 18 febbraio 2015. URL consultato il 27 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2022).
^Premio giornalistico Roberto Ghinetti, su comune.san-miniato.pi.it, 31 dicembre 2019. URL consultato il 30 settembre 2022 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2020).
^Dal sito della Fondazione Cutuli, su fondazionecutuli.it. URL consultato il 30 novembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).