È noto per la sua convinzione che l'analisi potesse essere interamente fondata sui numeri interi, convinzione rappresentata dal suo noto aforisma: "Dio fece i numeri interi; tutto il resto è opera dell'uomo". Questo atteggiamento pose Kronecker in conflitto con alcune delle estensioni della nozione di numero e della matematica introdotte da Georg Cantor.
Biografia
Nacque da una famiglia ebrea facoltosa e seguì la religione di famiglia fino ad un anno prima della morte, quando divenne cristiano.
Studiò al Gymnasium di Legnica dove ebbe come docente di matematica Ernst Kummer, al quale dovette la passione per questa disciplina e molti insegnamenti particolari; di Kummer fu amico per tutta la vita.
Dopo la laurea Kronecker conobbe Carl Jacobi e Gotthold Eisenstein, ma successivamente per otto anni si occupò delle proprietà e degli affari di famiglia. Dal 1853 tornò alla matematica e, in una memoria di quell'anno sulla risolubilità algebrica delle equazioni, estese i risultati di Évariste Galois sulla teoria delle equazioni. Successivamente lavorò a Berlino in contatto con Kummer, Borchardt e Weierstrass, ottenendo una serie di brillanti risultati su teoria dei numeri, funzioni ellittiche, algebra e, soprattutto, sui mutui collegamenti fra questi settori. In un articolo del 1850Sulla soluzione della equazione generale di quinto grado risolse l'equazione quintica applicando la teoria dei gruppi. Nel 1861 fu accolto nella Accademia di Berlino; non ricoprì invece incarichi universitari fino al 1883, quando accettò un'offerta dell'Università di Berlino.