Alfonso II d'Este tentò di avere eredi legittimi tuttavia, malgrado i suoi tre matrimoni, questo non gli fu possibile. Designò alla sua successione il cugino Cesare (figlio di Alfonso, fratello del padre Ercole II d'Este), ma l'atto fu riconosciuto solo dall'Impero, non dalla Chiesa, in quanto lo zio Alfonso era figlio naturale del predecessore duca Alfonso I d'Este e di Laura Dianti.
Poco dopo la morte del duca Alfonso II quindi papa Clemente VIII, nel 1598, si riappropriò della città e del suo territorio, antico feudopapale, riportandolo sotto la diretta giurisdizione dello Stato Pontificio con un passaggio di potere noto come devoluzione di Ferrara[2][3]. Tra i primi atti che interessarono la città vi fu la nomina da parte del Papa del generale Flaminio Delfini a governatore militare della città.[4] Da parte loro, gli Estensi trasferirono la loro corte a Modena, e questa sino al 1859 rimase la capitale del ducato estense.
Fine della Legazione di Ferrara
Parentesi napoleonica
Nel 1796 l'armata di Napoleone Bonaparte invase lo Stato Pontificio. Il 22 giugno cadde Bologna e nel dicembre dello stesso anno la Legazione di Ferrara entrò a far parte della costituenda Repubblica Cispadana. In seguito, il 29 giugno 1797 divenne parte integrante della Repubblica Cisalpina e questo sancì la fine della Legazione di Ferrara.
Ritorno dello Stato pontificio e inizio dell'occupazione austriaca
Dopo la caduta del Regno d'Italianapoleonico, il territorio di Ferrara fu restituito alla Santa Sede e il 13 giugno 1815 venne ripristinata la Legazione. Questo ritorno tuttavia non avvenne nelle condizioni della riprese del potere papale su una regione che era feudo papale e sulla quale gli estensi avevano avuto il governo solo in nome del Papa, ma vide l'arrivo dell'esercito austriaco e l'occupazione di fatto da parte di una potenza straniera ancor prima che si concludesse il Congresso di Vienna.
Conseguenze della devoluzione e della partenza degli estensi
Negli anni immediatamente successivi al 1598 e sino al 1860 si ebbero vari effetti politici, economici e culturali sulla città:
Ferrara, dopo la morte di Alfonso II d'Este ed il passaggio sotto la diretta giurisdizione del Papa perse il ruolo di capitale estense ed assunse quello di una città periferica dello Stato Pontificio, iniziando una lunga fase di decadenza.
Cesare d'Este spostò la corte degli Estensi a Modena e trasferì in quella città gli archivi, molte opere d'arte ed artiglierie leggere, oltre ad altro di proprietà del ducato.[5]
Lo stato pontificio, assunto il pieno potere sulla città, vi fece costruire nel 1612 una cittadella fortificata distruggendo parte delle antiche mura e facendo sparire la delizia estense di Belvedere che sorgeva su un'isola nell'alveo del vecchio Po.[6][7]
Dopo secoli di piena accoglienza da parte degli Estensi gli ebrei, a Ferrara, a partire dal 1627, furono costretti a trasferirsi in un ghetto.
La spogliazione sistematica di preziosissime opere artistiche. Tale scempio iniziò con i capolavori trafugati dal Papa e continuò poi coi francesi durante la loro dominazione. In tal modo opere di valore incalcolabile vennero disperse nei musei di molte parti del mondo.[8][9]
Fusignano (il cui territorio comprendeva il centro abitato di Alfonsine).
I cardinali legati
L'instaurarsi del dominio papale a Ferrara decretò la fine della magnifica città che era stata nel rinascimento e la debole presenza dei Legati papali, rappresentanti dei diciannove Papi che in quel periodo si succedettero a Roma, non fece che decretare la fine di quello splendore. Ferrara si impoverì artisticamente e rimasero solo i palazzi a testimoniare la perduta potenza e grandezza. Anche sul piano economico la sopravvivenza era garantita solo dalla rendita terriera, ma nel complesso la città si ridusse a una squallida e piccola città circondata da paludi.[10][11]
Carlo Bassi, Ferrara rara: Perché Ferrara è bella, Cernobbio, Archivio Cattaneo editore in Cernobbio, 2015, ISBN978-88-98086-23-8.
Francesco Leopoldo BertoldiDei diversi Domini a' quali è stata soggetta Ferrara e de' Principi che la governarono. Quadro cronologico-storico, Ferrara 1817
Francesco Leopoldo BertoldiSerie degli Eminentissimi e Reverendissimi Signori Cardinali Legati di Ferrara. Ferrara, s.a.. p. 6.
Manini-Ferranti, can. Giuseppe. Compendio della storia sacra e politica di Ferrara. Ferrara Bianchi e Negri 1808-10 in 8°. Vol. 6. Nel 5 volume leggesi un'appendice in difesa del Vescovato di Voghenza.
Pasini-Frassoni, conte Francesco Ferruccio. Dizionario storico-araldico dell’antico Ducato di Ferrara