Lee Konitz inizia a suonare il clarinetto all’età di undici anni, ispirato da Benny Goodman (tra i suoi primi riferimenti musicali insieme a Count Basie e Glenn Miller). I genitori, pur non offrendogli particolari stimoli musicali, ne sostengono il percorso artistico e lo mandano a lezione dal clarinettista classico Lou Honig. Ancora molto giovane, inizia a suonare nei locali da ballo di Chicago ed entra nelle orchestre di Teddy Powell e Jerry Wald. Per soddisfare le offerte di lavoro inizia a suonare il sax tenore e il contralto (quest’ultimo diventerà il suo strumento principale). Konitz racconta di aver iniziato a suonare il sax con un’imboccatura molto rigida, sviluppata sul clarinetto, e che grazie a ciò è riuscito a sviluppare il suo timbro così caratteristico.[1][2][3]
A Chicago, Konitz incontra Lennie Tristano, e inizia a studiare con lui. L’idea musicale di Tristano, radicale e decisamente controcorrente rispetto alla scena bebop, avrà un’influenza profonda sul percorso artistico di Konitz.[3] Studia a fondo il linguaggio di Lester Young, considerato da Tristano uno dei più grandi maestri dell'improvvisazione. Ammira e studia anche la musica di Charlie Parker, senza tuttavia diventare uno dei suoi numerosi imitatori, il che costituisce uno dei suoi punti di forza già dall'inizio della sua carriera.[1] Tristano invita Konitz a far parte del suo gruppo: nel 1949, durante le Capitol sessions, incidono i loro brani più noti (ripubblicati nella raccolta Intuition nel 1996). Tra questi hanno particolare importanza Intuition e Digression, che sono ritenuti i primi esempi di improvvisazione informale collettiva (ovvero senza alcun elemento prestabilito) mai registrati nella storia del jazz.[4]
Nel frattempo, Konitz intraprende altre collaborazioni. Tra il 1947 e il 1948 suona nell’orchestra di Claude Thornhill, e dal 1948 al 1950 fa parte della tuba band di Miles Davis, nota per l’album Birth of the Cool (pubblicato solo nel 1957).[5][3]
Nel 1952 entra nell’orchestra di Stan Kenton. Negli anni ‘50 collabora con numerosi grandi jazzisti, tra cui: Bill Evans, Chet Baker, Gerry Mulligan e Charles Mingus. Prende gradualmente le distanze da Tristano, che disapprova le sue collaborazioni commerciali,[6] ma continua il sodalizio con alcuni musicisti della sua cerchia: Warne Marsh, Billy Bauer, Sal Mosca e altri. L'ultima reunion del gruppo di Tristano sarà nel 1964.
Gli anni '60 e '70 sono i più difficili della carriera di Konitz, che ha poco interesse per la fusion e certe tendenze avanguardistiche che si affermano in questo periodo.[7] Tuttavia nel 1961 incide l'album Motion, insieme a Sonny Dallas e Elvin Jones, uno dei suoi lavori più riusciti. Un altro lavoro importante è The Lee Konitz Duets, registrato nel 1967, in cui Konitz esplora la dimensione del duo nelle combinazioni più svariate.
Nell'ultima parte della sua carriera, Konitz ha lavorato soprattutto come solista freelance, facendo frequentissimi tour insieme a sezioni ritmiche locali, sia in America che in Europa.
Konitz muore il 15 aprile 2020 al Lenox Hill Hospital di New York dopo aver contratto il COVID-19.[8]
Stile
(EN)
«That's my way of preparation - non to be prepared. And that takes a lot of preparation!»
(IT)
«Questo è il mio modo di prepararmi - non essere preparato. E ciò richiede un sacco di preparazione!»
Lungo l’arco della sua attività musicale, Lee Konitz ha approfondito la pratica dell’improvvisazione intuitiva, teorizzata da Tristano. Secondo questa concezione, il processo improvvisativo deve essere privo di qualsiasi pianificazione, e si devono evitare licks e soluzioni già conosciute. La scelta del percorso melodico dev’essere quanto più possibile consapevole, nota dopo nota. Di conseguenza, il fraseggio Konitz (come quello di Tristano, Marsh e altri tristaniani) è complesso e mai simile a se stesso, pur mantenendo una notevole coerenza interna. A differenza di Tristano, tuttavia, Konitz ha progressivamente diminuito la sua complessità ritmica, prediligendo una maggiore essenzialità e chiarezza. Konitz sottolinea l’importanza della melodia rispetto all’armonia. Più che muoversi dentro una sequenza di accordi, costruisce le sue improvvisazioni come variazioni sul tema.[9]
Il suo repertorio è rimasto essenzialmente immutato da Tristano fino al termine della sua attività musicale: per decenni Konitz ha suonato gli stessi standard (All the Things You Are era tra i suoi preferiti), trovando sempre nuove idee a partire dallo stesso materiale di partenza. Spesso ha scritto contrafact, ovvero nuove melodie sulla stessa struttura armonica, a partire da questi standard: il più famoso è Subconscious-Lee, scritto come esercizio mentre studiava da Tristano, sulla struttura di What Is This Thing Called Love?.
A causa della complessità della sua musica, dell’atteggiamento rilassato sul palco e del categorico rifiuto per lo spettacolarismo, Konitz è stato definito come musicista cerebrale e poco incline alle emozioni, e la sua musica è stata associata al cool jazz. Tale definizione oggi è priva di accezione negativa e si è diffusa, ma lo stesso Koniz l’ha sempre rifiutata, e la critica oggi tende a considerare superficiale una contrapposizione tra jazz hot e cool.[10]
Discografia
Come leader/co-leader
1949 - Lee Konitz (Prestige) (a nome di Lee Konitz Quintet)