La famiglia giunse a Roma nel XV secolo[2], e sin da allora è residente nel rione Ponte; fu aggregata al patriziato romano già con Scipione, Conservatore di Roma dal 1510 e archiatra pontificio[3].
Un altro Scipione, vissuto durante la metà del secolo XVI e nipote del precedente, dette inizio alla costruzione del palazzo ai Coronari sorto attorno ad un primitivo nucleo noto già nel 1527, e alla Cappella della famiglia presso la basilica di San Giovanni in Laterano. Altra cappella fecero edificare nel secolo XVII nella basilica di Sant'Andrea della Valle. Da costoro che nel secolo XVII aggiunsero cognome, collezioni e sostanze dei Ginnetti ed acquisirono per dote anche il palazzo De Torres - Lancellotti in Piazza Navona, sarebbero poi discesi i principi di Lauro acquistata da Scipione, figlio unigenito di Tiberio che preferì prendere dimora in Napoli; il figlio di costui, Ottavio tornò a fare dimora a Roma nel palazzo di Piazza Navona; i loro successori continuarono ad alternare la loro residenza nelle due città per poi stabilirsi finalmente a Roma con Filippo Lancellotti (già Massimo).
La devozione alla chiesa per il Papa venne alimentata dai tre cardinali appartenuti alla famiglia:
Ottavio (1799 - 1862), IV principe di Marzano, II principe di Lauro.
Con Ottavio, privo di discendenti, la casata si estingue in linea maschile; per volontà di Giuseppina Massimo, moglie di Ottavio, nel 1865 nome e titoli passano al di lei nipote Filippo Massimo, figlio cadetto del principe Vittorio Emanuele Camillo Massimo.
Filippo Massimiliano, Principe di Lauro, Principe di Marzano *1844 †1915 Elisabetta Aldobrandini
Secondogenito di Camillo Massimo, adottato da sua zia Giuseppina Massimo
Giuseppe, Principe di Lauro, Principe di Marzano *1866 †1945 Lesa Pia Aldobrandini
Un Francesco fu capitano distinguendosi contro i francesi. Un Antonio ottenne dal Gran Camerario dei D'Avalos il riconoscimento della propria discendenza dal principe Rinaldo di Durazzo, la stessa cosa fu ottenuta precedentemente da un Carlo quando fu riconosciuto unico erede in una disputa ereditaria contro i discendenti di Camillo Tomacello.
Complessivamente la famiglia possedette un principato, un marchesato e quattro baronie; contrasse parentele, tra le altre, con gli Orsini e gli Spinelli; godette di nobiltà in Napoli e Tropea.
^Paola Cavazzini, Palazzo Lancellotti ai Coronari, in Collezione di antichità di Palazzo Lancellotti ai Coronari. Archeologia, Architettura, Restauro; Roma, L'erma di Bretschneider 2008, p.27
^Claudio De Dominicis, MEMBRI DEL SENATO DELLA ROMA PONTIFICIA Senatori, Conservatori, Caporioni e loro Priori e Lista d’oro delle famiglie dirigenti, (secc. X-XIX)
^ab Giovanni Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, vol. 2, Arnaldo Forni, ristampa anastatica, 2011, p. 5.
«Proveniente da Rinaldo di Durazzo principe di Capua e figliuolo naturale del re Ladislao, detto comunemente Lancillotto, si stabilì primieramente in Foggia, poi in Oppido quindi in Napoli, ove fu ascritta al Monte Manso»
^abBerardo Candida-Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 6, Arnaldo Forni, ristampa anastatica, 1995, p. 103.
«Famiglia che trae la sua origine da Rinaldo di Durazzo principe di Capua e figliuolo naturale di re Ladislao, e che era detto comunemente Lancillotto. I discendenti di lui si dissero prima di Durazzo e poi di Lancillotto»
«Questa famiglia che riconosce la sua origine da Rinaldo di Durazzo Principe di Capua, figliuolo naturale del Re Ladislao, e che assunse a cognome il nomignolo di Lanzillotto, col quale detto Rinaldo […]»
^ab Collegio araldico, Rivista, vol. 2, Presso il Collegio araldico, 1904, p. 230.
«[…] Ginnetti Lancellotti, di quella nobile famiglia napoletana proveniente da Rinaldo di Durazzo principe di Capua, figlio naturale del re Ladislao»
Bibliografia
Giovanni Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, vol. 2, Arnaldo Forni Editore, ristampa anastatica, 2011, pp. 5-6.
Berardo Candida-Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 6, Arnaldo Forni Editore, ristampa anastatica, 1995, p. 103.
Collezione di antichità di Palazzo Lancellotti ai Coronari. Archeologia, Architettura, Restauro; Roma, L'erma di Bretschneider 2008.