La difesa della razza

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La difesa della razza
StatoItalia (bandiera) Italia
LinguaItaliano
PeriodicitàQuindicinale
GenerePolitica, razzismo, antisemitismo, imperialismo, pseudoscienza, fascismo
FormatoRivista
FondatoreBenito Mussolini
Fondazione5 agosto 1938
Chiusura20 giugno 1943
SedePalazzo Wedekind, Roma[1]
EditoreEditrice Tumminelli
Tiratura140 000–20 000
Record vendite85 000 (1938)
DirettoreTelesio Interlandi
Redattore capoGiorgio Almirante (segretario di redazione)
 
Frontespizio del primo numero della rivista del 5 agosto 1938

La difesa della razza fu un quindicinale italiano diretto fin dal primo numero (5 agosto 1938) da Telesio Interlandi e venne stampato, con cadenza regolare, fino al 1943 (l'ultimo numero, il 117º, risulta uscito il 20 giugno 1943) dalla casa editrice Tumminelli di Roma.[2][3] Esso fu il principale strumento antisemita del regime fascista, destinato a promuovere le leggi razziali fasciste.[4][5]

La difesa della razza è stata la rivista più famosa del filone del razzismo fascista, sotto il controllo del Ministero della cultura popolare, con il preciso scopo di elaborare e di divulgare una dottrina "scientifica" della razza che giustificasse agli occhi dell’opinione pubblica italiana la politica coloniale e, soprattutto, l'antisemitismo di stato. L'obiettivo era di persuadere gli italiani che il colonialismo, l'eugenetica, il divieto dei matrimoni misti e le leggi razziali fossero scelte politiche legittimate dalle leggi di Natura.[6]

L'anno era indicato solo secondo l'Era fascista e anche la numerazione delle annate seguiva lo stesso sistema (ad esempio il primo numero dell'anno II fu quello del 5 novembre 1938).[3] Nel corso degli anni le pagine della rivista diminuirono progressivamente a causa della mancanza di utili derivanti dalla vendita del periodico: il rotocalco raggiunse un numero massimo di sessantaquattro pagine (nei numeri destinati agli approfondimenti) e uno minimo di quattro nel numero del 5 aprile 1943, consegnato alle stampe incompleto (se si considera la numerazione delle pagine interne avrebbe dovuto raggiungere almeno la ventina di pagine).[7][8][9]

Contenuto

La difesa della razza proponeva dei resoconti, in realtà infondati, e delle idee altrettanto prive di fondamento sostenenti la superiorità della "razza ariana" alla quale gli italiani sarebbero dovuti appartenere.[4] La rivista ebbe anche lo scopo di fomentare le paure dei lettori su delle presunte "contaminazioni biologiche" che sarebbero avvenute qualora gli italiani si fossero riprodotti assieme alle "razze inferiori" (con le quali l'Italia imperiale era venuta in quell'epoca a contatto).[4][10]

Nelle pubblicazioni furono esaltate molte teorie del complotto completamente prive di fondamento e il più delle volte già smentite, come quella dei Protocolli dei Savi di Sion (un falso documentale, diffuso agli inizi del XX secolo dalla polizia segreta zarista col preciso intento di diffondere l'antisemitismo verso gli ebrei nell'Impero russo, il quale vedeva gli ebrei e i massoni coinvolti in un diabolico piano per il dominio del mondo).[3][4]

Gli articolisti trattarono anche, in chiave minore, il tema dell'omosessualità, etichettandola come un qualcosa che “viola le leggi della natura”[10] e il comunismo (o bolscevismo) ritenuto come una delle principali sciagure dell'umanità.[11]

Copertine e illustrazioni

L'estetica della rivista risulta estremamente mutevole nel colore e nel soggetto ritratto fino allo stile utilizzato (scultura, caricatura, fotografia, pittura, illustrazione...).[12]

I soggetti maggiormente rappresentati sono: individui o popoli ritenuti biologicamente e/o culturalmente inferiori (ebrei, zingari, rumeni, inglesi, statunitensi, neri, arabi, russi...), bambini/ragazzi o famiglie ariane, l'impero coloniale italiano, il Regio Esercito, il Partito Nazionale Fascista, le armi ritratte come oggetti di culto, le glorie e i motivi di vanto dell'Italia nonché l'arte ellenistica (solitamente vittoriosa sull'arte africana o degenerata).[12]

L'unico artista degno di nota che collaborò per la rivista fu Bepi (Giuseppe) Fabiano,[13] autore di sette copertine e di quattro illustrazioni interne.[12] Il resto delle illustrazioni fu ripreso, da parte della redazione, in maniera amatoriale o da altre opere di natura scientifica o artistica (anche dell'ambito cinematografico).[12]

Struttura

La rivista, composta mediamente da diverse decine di pagine, si divise, dal principio, in quattro macro sezioni (riportante anche sulla copertina): scienza, documentazione, polemica e questionario (sebbene quest'ultimo sia apparso per la prima volta a partire dal sesto numero).[3][14] Nel corso degli anni le prime tre parti andarono perdendosi in favore di un assetto ripartito in singoli articoli e non più in macro sezioni a differenza del questionario che rimase integrato fino all'ultimo numero.[14]

Scienza
Nel segmento dedicato alla scienza si volle trattare il razzismo e l'antisemitismo in un'ottica medica e biologica, soffermandosi soprattutto sulla genetica (il tutto portato avanti attraverso esclusivamente ragionamenti pseudoscientifici basati su pregiudizi e stereotipi,[15] facendo spesso leva su fattori puramente estetici).[3][16]
Documentazione
Nella parte riservata alla documentazione si affrontò, attraverso delle proiezioni statistiche, il declino demografico ed economico dei popoli cosiddetti "non ariani" in confronto alla prosperità di quello italiano (definito ariano). I risvolti successivi, avvenuti nei decenni dopo le pubblicazioni dei pezzi, dimostrarono un intento propagandistico e per nulla ponderato nell'uso della statistica e delle proiezioni effettuate.[3]
Polemica
Nella porzione dedicata alla polemica vennero inseriti i pezzi di opinione nei quali ristagnava il cospirazionismo politico, economico e scientifico (solitamente verso gli ebrei, i massoni, i bolscevichi e i popoli africani).[3][15]
Questionario
Il questionario volle essere una sorta di FAQ alle domande dei lettori, anche se quasi tutti i quesiti presi in esame (visto il tono apertamente schierato della rivista) furono poco più che retorici e portarono a delle risposte monodirezionali su ogni aspetto e presso ogni questione o contesto;[14] anche se, a volte, la rivista prendeva in considerazione delle domande ostili (come quella sottocitata sulla falsificazione della foto relativa all'arruolamento francese)[17] per risponderne in modo denigratorio.[18]

Della retorica del periodico un esempio lo possiamo trovare nel sesto numero della rivista dal titolo Sangue misto:[18]

«Lo stesso lettore vuol sapere se i figli d'un ufficiale ariano e cattolico dell'esercito italiano e di madre ebrea possano rimanere non battezzati e di nessuna religione, e come si troveranno quest'anno a scuola?
Sebbene l'esercito italiano sia cattolico, come cattolica è non la fede ma la midolla della civiltà italiana, nulla vieta ad un ufficiale di essere ateo, e quindi di educare i figli senza fede, cosa che noi crediamo rarissima e incongruente; ma quanto ai figli, trattandosi di matrimonio misto, se al termine del l'ottobre XVI non avevano professato una religione diversa dall'ebraica, crediamo che sia difficile considerarli di razza italiota, perché la deliberazione del Gran Consiglio vuole in questi casi una professione di religione diversa dall'ebraica, vuole quindi che una religione si abbia. E se non possono essere considerati di razza italiana, si troveranno nella condizione degli ebrei, non potranno frequentare scuola italiana.»

Storia della testata

Il Palazzo Wedekind, sede della rivista, situato al numero 366 di Piazza Colonna, Roma (2016)

Nascita della rivista

Lo stesso argomento in dettaglio: Fascismo e questione ebraica.

Benito Mussolini nel 1938, insieme alle leggi razziali contro gli ebrei, volle imprimere un cambiamento culturale al popolo italiano grazie alla forza della carta stampata come mezzo di comunicazione di massa e fu per questo motivo che ideò la rivista La difesa della razza. Per assolvere tale compito convocò egli stesso per un’udienza, di cui non si hanno molte notizie a parte un breve comunicato, il quale apparve sulla stampa quotidiana,[19] Telesio Interlandi (direttore del quotidiano Il Tevere), per affidargli la direzione del rotocalco.[20] E fu proprio su Il Tevere che, in occasione della nascita della rivista, si istituì un concorso, dal 12 al 13 settembre 1938, per la copertina della rivista e il vincitore, oltre a poter veder riprodotta l'immagine per tre numeri consecutivi del periodico, avrebbe ottenuto un premio di 1000 lire italiane.[21]

A partire dal 20 settembre 1938 il segretario di redazione del periodico fu il 24enne Giorgio Almirante (che fu poi segretario del MSI dal 1948 al 1950 e dal 1969 al 1987).[22]

Sebbene inizialmente la redazione fosse situata in Largo Cavalleggeri 6, Roma, nel novembre del 1938 venne spostata al Palazzo Wedekind al 336 di Piazza Colonna, Roma, nei pressi di Palazzo Montecitorio e Palazzo Chigi.[9][23]

Inizialmente fu il Ministero della Cultura Popolare a occuparsi della pubblicazione della rivista, fissando a 140 000 copie la tiratura del periodico al prezzo popolare di una lira italiana a copia (ritenuto da molti eccessivamente basso considerando le spese).[14] L'alta tiratura, il prezzo basso per una singola copia e l’affitto dei lussuosi locali della sede editoriale ebbero l'effetto di far rapidamente lievitare i costi della rivista che tra il 15 agosto 1938 e il 30 giugno 1939 incominciò a registrare forti perdite.[9]

Sostegno alle leggi razziali

Lo stesso argomento in dettaglio: Leggi razziali fasciste § Il "Manifesto della Razza".

Con la sua nascita la rivista si vide promotrice e divulgatrice delle leggi razziali fasciste (anche se, in forma ridotta e anonima, esse vennero precedentemente annunciate su Il Giornale d'Italia il 14 luglio 1938 con un articolo intitolato Il Fascismo e i problemi della razza.[2][24]

La pubblicazione del Manifesto della Razza vide illustrati in 10 punti l'importanza del razzismo e la superiorità della razza italiana; il tutto fu accompagnato da diverse illustrazioni grafiche che avevano lo scopo di semplificare la comprensione delle leggi razziali fasciste.[25]

La post-verità e il diritto alla falsificazione

Nel suo secondo numero il rotocalco riprese dalla testata tedesca Berliner Illustrierte Zeitung una fotografia di un arruolamento di minatori africani presentandola pur tuttavia come una testimonianza, avuta di prima mano, della spregiudicatezza della democrazia francese disposta addirittura a raggranellare i "negri" delle proprie colonie nelle proprie armate, segno del basso tasso di natalità dei francesi.[17]

Diversi giornali olandesi e francesi presero visione delle accuse e per tutta risposta denunciarono il grossolano abbaglio dalla rivista che di rimando, nel marzo del 1939, ammise, in forma anonima, il falso ma nel farlo rivendicò il proprio diritto alla falsificazione con un articolo dal titolo Un falso che dice la verità:[17][26]

«[...] Ma che dire del falso contro la Francia? Forse non è vero che la Francia arruola soldati negri? Che fonda la difesa nazionale sull’armata negra? Forse non è il generale Mangin l’autore dell’Armée Noire? Non è Mangin che ha detto: «siamo un popolo di cento milioni»? E di qual popolo parlava Mangin, se non del popolo negro, se non dei milioni di negri della salvezza francese? Dunque noi abbiamo commesso un falso contro la Francia, dicendo e illustrando che la Francia arruola negri per l’esercito destinato a salvarla. Un falso, dicendo la verità. [...]»

Anche dopo quell'evento la redazione continuò a falsificare o travisare, in buona o mala fede, ulteriori immagini e fotografie come quella della Venere Ottentotta dichiarando come, a differenza di ciò che era già dato per assodato all'epoca, la sua particolare anatomia non derivasse da un incrocio tra gruppi etnici africani ma da un incrocio tra la razza bianca e quella nera;[17] nel fare ciò caddero anche nel pesante errore di asserire che il disegno preso in considerazione, risalente ai primi dell’Ottocento, fosse una fotografia (probabilmente al fine di darne una parvenza più autorevole sotto l'aspetto dell'autenticità visiva).[17] In risposta al fatto l'etnografo Lidio Cipriani scrisse all'antropologo Guido Landra (entrambe firme della rivista):[27] “Quando esce il nuovo numero della Difesa della Razza? Cercate che non vi siano altri sfondoni come quello della Venere Ottentotta”.[17]

Anni successivi

Finanze in crisi

Già nel primo anno di gestione della rivista si contò un deficit di 1.115.687 lire.[9] Nel secondo semestre del 1940 venne presa la decisione di ridurne notevolmente la tiratura, da 140 000 a 20 000 copie (delle quali circa 9000 distribuite come omaggi o per abbonamenti),[28][29] nel tentativo di abbatterne i pesanti costi, ma la mossa non migliorò in modo significativo le finanze. Dal primo dicembre 1940 la gestione operativa venne assegnata direttamente alla Tumminelli editore, la casa editrice adibita fin dal principio alla stampa del periodico. Nel tentativo di contenerne i costi il numero delle pagine venne ridotto mediamente da 48 a 32 (arrivando poi, verso la fine del ciclo vitale della rivista, alla ventina)[7] ma nonostante ciò i bilanci non diedero nessun segnale di miglioramento e il Ministero della Cultura Popolare dovette continuare a sovvenzionare il progetto politico-propagandistico nel tentativo di non farlo fallire.[9]

Una denuncia della disastrosa situazione gestionale pervenne a Celso Luciano, capogabinetto del Ministero della Cultura Popolare, da Carlo Barduzzi dopo esser stato licenziato, nell'agosto del 1940, dal suo ruolo di redazione. Egli infatti pose l'attenzione sulle scarse capacità organizzative del direttore Telesio Interlandi, evidenziandone l'inutile sperpero di denaro:[30]

«Interlandi, pur essendo un polemico brillante, è sprovvisto di qualità organizzative. Sino dai primi giorni della mia assunzione come redattore (gennaio 1939) io gli ho esposto le mie idee circa l’organizzazione dell’Ufficio che dispone di ampi locali. Ma l’Interlandi mi rispose che non ama la burocrazia, così mentre si paga un gravoso affitto mensile, mentre si sono spese forti cifre per l’arredamento con mobili di pregio (due salotti, uno in stile Luigi XV e l’altro in stile Impero, foderati di stoffe di valore, poco adatte per il vario pubblico che vi prende posto), mentre si è alimentata sino alla guerra una scritta luminosa esterna che eleva la spesa dell’illuminazione anche a 2000 lire mensili, non si trova ragionevole spendere lire 350 mensili.»

La guerra e la psicosi anti-ebraica

Nonostante il già presente antisemitismo sistemico della testata dopo l'entrata in guerra da parte dell'Italia, accanto alle potenze dell'Asse, la propaganda antisemita divenne più violenta addebitando agli ebrei gran parte delle responsabilità del conflitto e continuando a mettere in guarda gli italiani dai rischi del "meticciato" ritrovando nel razzismo sistemico l'unico presunto antidoto rispetto alle contaminazioni sociali.[31]

«Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d'una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue»

Con il procedere del conflitto si esacerbò anche il profondo clima di paranoia anti-giudaica che vedeva gli ebrei in combutta con gli inglesi: se questi ultimi furono dichiaratamente il nemico sul fronte bellico, gli ebrei, in linea con la linea cospirazionista della redazione,[33] vennero etichettati come onnipresenti spie.[34]

Chiusura

Coincidentemente al crollo dei consumi causati dalla seconda guerra mondiale la rivista vide diminuire i propri proventi pubblicitari. Questo evento, insieme alla situazione finanziaria già critica delle testata, contribuì alla chiusura del periodico il cui ultimo numero risale al 20 giugno 1943.[35]

Dopo la chiusura, la sede della rivista, il Palazzo Wedekind, fu per un breve lasso di tempo durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana, dal settembre del 1943 fino alla liberazione di Roma nel giugno 1944, sede dei fascisti romani;[36] nel 1945 divenne la sede del quotidiano Il Tempo.[37]

Indice pubblicazioni, articoli e autori

Nei suoi 5 anni di vita e 117 volumi il periodico contò su note firme dell'epoca quali: gli antropologi Guido Landra e Lidio Cipriani,[27] il medico e politico Nicola Pende,[27] l'esperto in statistica Franco Rodolfo Savorgnan,[27] il biologo ed esploratore Edoardo Zavattari,[27] l'allora ministro di grazia e giustizia del Regno d'Italia Arrigo Solmi[38] il redattore della rivista Giorgio Almirante, i filosofi Sabato Visco[27] e Julius Evola.[39]

Quest'ultimo venne cacciato dal quindicinale nel 1942 con l'accusa di essere "comunista" e "anti-razzista" in quanto fautore di un razzismo "esoterico" e puramente "spirituale", quindi non "biologico",[40] anche se la motivazione maggiormente accreditata è da ricercarsi in diverse pressioni esercitate da parte di alcuni esponenti della Chiesa cattolica alla dirigenza del periodico; pressioni che furono presumibilmente spinte dal timore che il suo spiritualismo potesse diventare, un giorno, una minaccia alla loro egemonia nell'ambito del sovrannaturale e dell'anima.[41]

Mercato pubblicitario

Sebbene il periodico avesse una forte connotazione razzista e antisemita poté vantare (prima della guerra e della conseguente crisi editoriale)[35] tra le proprie pubblicità quelle di grandi marchi appartenenti a imprese italiane come Alfa Romeo, Fiat, Banca commerciale italiana, Istituto Nazionale delle Assicurazioni, Banco di Sicilia e Radio Balilla.[29]

Dopo la chiusura

Digitalizzazione della rivista

I numeri completi de La difesa della razza furono digitalizzati e resi disponibili presso i siti Digiteca (tramite immagini separate)[3] e Digital Collections (in formato PDF).[42]

Nel 2015 EFFEPI realizzò l'audiolibro La difesa della razza. La collezione completa (Anni I-VI) in 6 CD-ROM, contenente tutti i numeri della rivista.[43]

Citazioni

Sia nel primo numero del 2007[44] che in quello dell'ottobre 2018[10] la rivista dell'ANPI Patria Indipendente decise di riproporre, in uno speciale, il primo numero de La difesa della razza.[45] Il 30 settembre 2018 il settimanale L'Espresso pubblicò un numero di essa con la copertina che riprendeva quella del primo volume della rivista con l'intento di denunciarne un parallelo tra le allora leggi razziali fasciste e il recente decreto sicurezza voluto dall'allora ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini.[46][47][48]

Programma televisivo

Nel 2018 il nome della rivista ispirò La difesa della razza, inchiesta di 6 puntate condotta da Gad Lerner sul razzismo e l'antisemitismo presenti in Italia.[49]

Note

  1. ^ Radazione del quotidiano (8:00), su raiplay.it. URL consultato il 29 giugno 2018 (archiviato il 30 giugno 2018).
  2. ^ a b Anna Foa e Michele Lembo, 5 agosto 1938, nasce la rivista «La difesa della razza». Intervista ad Anna Foa, su Radio Radicale. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  3. ^ a b c d e f g h Bibris (archivio pubblicazioni «La difesa della razza»), su digiteca.bsmc.it. URL consultato il 23 giugno 2018 (archiviato il 21 novembre 2020).
  4. ^ a b c d Gli stereotipi del razzismo fascista, su treccani.it. URL consultato il 20 febbraio 2021 (archiviato il 7 aprile 2019).
  5. ^ Marcello Aprile, Il «Manifesto della Razza» e Mussolini, su treccani.it. URL consultato il 21 febbraio 2021 (archiviato il 7 aprile 2019).
  6. ^ Valentina Pisanty, La difesa della razza (1938-1943), in La difesa della razza. Antologia 1938-1943, Milano, Bompiani, 2006, ISBN 88-452-1419-2.
  7. ^ a b «La difesa della razza». Scienza, documentazione, polemica., su doczz.it. URL consultato il 17 febbraio 2021.
  8. ^ Indici delle annate possedute dalla Biblioteca di storia moderna e contemporanea de: - PDF Download gratuito, su docplayer.it. URL consultato il 17 febbraio 2021.
  9. ^ a b c d e Arianna Leonetti, Oltre «La difesa della razza» L’editoria Razzista e Antisemita in Italia (PDF), su libriantiqui.it, EDITIO - Nuove ricerca sull'editoria contemporanea, pp. 82-84.
  10. ^ a b c «L'abberrazione razzista». Speciale: il primo numero de «La difesa della razza», su Patria Indipendente. URL consultato il 17 febbraio 2021 (archiviato il 25 novembre 2020).
  11. ^ «La difesa della razza», N.14 del 20 maggio XX (speciale sul bolscevismo) [collegamento interrotto], su digital.lib.usf.edu.
  12. ^ a b c d Francesco Cassata, «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, su academia.edu, Giulio Einaudi Editore, pp. 342-347.
  13. ^ Teresa Zambrotta, Fabiano, Giuseppe in «Dizionario Biografico», su treccani.it. URL consultato il 21 febbraio 2021 (archiviato il 26 gennaio 2013).
  14. ^ a b c d Arianna Leonetti, Oltre «La difesa della razza» L’editoria Razzista e Antisemita in Italia (PDF), su libriantiqui.it, EDITIO - Nuove ricerca sull'editoria contemporanea, p. 109.
  15. ^ a b Matteo Pasetti, Storia dei fascismi in Europa, ArchetipoLibri, 27 luglio 2011, ISBN 9788866330387. URL consultato il 25 giugno 2018 (archiviato il 25 giugno 2018).
  16. ^ Aa.Vv, 1938 La storia (propaganda antiebreaica), Gangemi editore, 17 febbraio 2018, ISBN 9788849285277. URL consultato il 25 giugno 2018 (archiviato il 25 giugno 2018).
  17. ^ a b c d e f Francesco Cassata, «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, su academia.edu, Giulio Einaudi Editore, pp. 336-338.
  18. ^ a b (EN) «La difesa della razza», N.6 del 20 gennaio XVI (Sangue misto e Delirio di un monomaniaco) [collegamento interrotto], su digital.lib.usf.edu, p. 62. URL consultato il 1º marzo 2021.
  19. ^ M. Sarfatti, Mussolini contro gli ebrei…, p. 25
  20. ^ Attenti agli opportunisti! - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 29 giugno 2018 (archiviato il 29 giugno 2018).
  21. ^ Arianna Leonetti, Oltre «La difesa della razza» L’editoria Razzista e Antisemita in Italia (1938-1945) (PDF), su libriantiqui.it, EDITIO - Nuove ricerca sull'editoria contemporanea, p. 105.
  22. ^ Giorgio Almirante - La Storia siamo noi. URL consultato il 29 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2018).
  23. ^ Sabrina Iannone, «La difesa della razza», uno strumento di propaganda, su ArcheoMe, 3 dicembre 2020. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 3 dicembre 2020).
  24. ^ Il «Manifesto della Razza» [collegamento interrotto], su ANPI. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  25. ^ Legislazione per la «La difesa della razza» - Storia e Memoria di Bologna, su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 30 ottobre 2020).
  26. ^ «La difesa della razza»: scienza, documentazione, polemica, questionario. «Un falso che dice la verità» [collegamento interrotto], su digital.lib.usf.edu, p. 47. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  27. ^ a b c d e f Il «Manifesto della Razza», ecco il testo per non dimenticare 80 anni dopo - Lifestyle, su ANSA.it, 14 luglio 2018. URL consultato il 20 febbraio 2021 (archiviato il 17 novembre 2020).
  28. ^ Vittorio Vidotto, Atlante del Ventesimo secolo 1919-1945: I documenti essenziali, su books.google.it, Laterza.
  29. ^ a b Prando Patrizia e Ivan Šuša, Persecuzione del diverso e propaganda razziale (Il caso italiano nella «La difesa della razza»), su ff.umb.sk, p. 78.
  30. ^ Francesco Cassata, «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, su academia.edu, Giulio Einaudi Editore, p. 341.
  31. ^ Anonimo, «La difesa della razza», numero 13, Inglesi e giudei in guerra con l'Asse. Pagine 14-15..
  32. ^ Redazione Online, Giorgio Almirante e «La razza»: ecco cosa scrisse nel 1942, in Corriere della Sera. URL consultato il 24 giugno 2018.
  33. ^ Francesco Cassata, «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, su academia.edu, Giulio Einaudi Editore, p. 356.
  34. ^ La difesa della razza, anno 1943, numero 13, pp. 12-13.
  35. ^ a b Fabio Pagan, E la «Difesa della razza» diffondeva in Italia il veleno del razzismo - Il Piccolo, in Archivio - Il Piccolo. URL consultato il 23 giugno 2018 (archiviato il 24 giugno 2018).
  36. ^ Palazzo Wedekind, Piazza Colonna, 366 Piazza Colonna, 366 41° 54' 2 7648" N, 12° 28' 46 452" E, Palazzo Wedekind, su Turismo Roma. URL consultato il 16 febbraio 2021.
  37. ^ Palazzo Wedekind, su info.roma.it. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 24 ottobre 2020).
  38. ^ Solmi, Arrigo in «Dizionario Biografico», su treccani.it. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  39. ^ Giovanni Rota, Un filosofo razzista. Note su Evola, in Rivista di Storia della Filosofia, vol. 58, n. 3, 2003, p. 459.
  40. ^ Valentina Pisanty, «La difesa della razza»: antologia 1938-1943, Milano, Bompiani, 2006, p. 51 e sgg..
  41. ^ Francesco Cassata, «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, su academia.edu, Giulio Einaudi Editore, pp. 76-82.
  42. ^ Tutti di numeri de «La difesa della razza» in PDF [collegamento interrotto], su digital.lib.usf.edu. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  43. ^ «La difesa della razza. La collezione completa (Anni I-VI)» da Various - Studio Bibliografico Bosazzi, su abebooks.it. URL consultato il 26 giugno 2018 (archiviato il 26 giugno 2018).
  44. ^ «Patria Indipendente», numero 1, su ANPI. URL consultato il 20 febbraio 2021 (archiviato il 7 novembre 2018).
  45. ^ Numero 1 della rivista, «L'abberrazione razzista» (PDF), su patriaindipendente.it.
  46. ^ 1938-2018 «La difesa della razza», su L'Espresso. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 30 dicembre 2019).
  47. ^ Luca Romano, L'attacco choc de «L'Espresso» a Salvini: «Dl Migranti come leggi razziali», su ilGiornale.it. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 15 dicembre 2019).
  48. ^ «La difesa della razza». «L'Espresso» in edicola domenica 30 settembre, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 10 agosto 2019).
  49. ^ «La difesa della razza» - RaiPlay, su raiplay.it. URL consultato il 26 giugno 2018 (archiviato il 26 gennaio 2021).

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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Italian TV channel Television channel Rai 3CountryItalyBroadcast areaItalyFrance (Corsica, southern portion)Switzerland (southern portion)Austria (southern portion)Slovenia (western portion)San MarinoVatican CityHeadquartersRome, ItalyProgrammingLanguage(s)ItalianPicture format1080i HDTV(downscaled to 16:9 576i for the SDTV feed)OwnershipOwnerRAISister channelsRai 1Rai 2Rai 4Rai 5Rai GulpRai MovieRai News 24Rai PremiumRai ScuolaRai SportRai StoriaRai YoyoRai LadiniaRai SüdtirolRai ItaliaHist...

 

G8

Este artículo o sección tiene referencias, pero necesita más para complementar su verificabilidad. Busca fuentes: «G8» – noticias · libros · académico · imágenesEste aviso fue puesto el 28 de enero de 2016. Para otros usos de este término, véase Grupo de los ocho. No debe confundirse con G7. Grupo de los Ocho (G8)  Alemania Olaf Scholz, canciller federal.  Canadá Justin Trudeau, primer ministro.  Estados Unidos Joe Biden, presidente.  Fra...

Untuk layanan kereta api milik PT Kereta Api Indonesia, lihat kereta api Argo Lawu. Artikel ini bukan mengenai Gunung Awu.Artikel ini membutuhkan rujukan tambahan agar kualitasnya dapat dipastikan. Mohon bantu kami mengembangkan artikel ini dengan cara menambahkan rujukan ke sumber tepercaya. Pernyataan tak bersumber bisa saja dipertentangkan dan dihapus.Cari sumber: Gunung Lawu – berita · surat kabar · buku · cendekiawan · JSTOR (Juni 2021)Gunung Lawu...

 

Power Macintosh 6500A Power Macintosh 6500Also known asGazelleDeveloperApple ComputerProduct familyPower MacintoshRelease dateFebruary 17, 1997 (1997-02-17)Introductory priceUS$1,800 (equivalent to $3,420 in 2023)DiscontinuedMarch 14, 1998 (1998-03-14)Operating systemSystem 7.5.5 (7.6.1 on the 275 and 300 MHz models) (8.0 on the Home, Small Business & Creative Studio Edition models) - Mac OS 9.1With PowerPC G3 upgrade, Mac OS 9.2.2CPUPowerPC 603ev @...

 

Bagian dari seri mengenai Sejarah Jerman Topik Lini masa Historiografi Sejarah militer Sejarah ekonomi Sejarah wanita Perubahan wilayah Daftar penguasa Jerman Permulaan sejarah Bangsa Jermanik Periode Migrasi Kerajaan Franka Abad Pertengahan Franka Timur Kerajaan Jerman Kekaisaran Romawi Suci Ostsiedlung Permulaan zaman modern Seksionalisme Abad ke-18 Kerajaan Prusia Unifikasi Konfederasi Rhein Konfederasi JermanZollverein Revolusi Jerman 1848 Konfederasi Jerman Utara Reich JermanKekaisaran J...

Artikel ini sudah memiliki referensi, tetapi tidak disertai kutipan yang cukup. Anda dapat membantu mengembangkan artikel ini dengan menambahkan lebih banyak kutipan pada teks artikel. (June 2010) (Pelajari cara dan kapan saatnya untuk menghapus pesan templat ini) Waitakere UnitedNama lengkapWaitakere UnitedBerdiri2004StadionFred Taylor Park, Waitakere City, New Zealand(Kapasitas: 10,000)Ketua Peter BultManajer Paul MarshallLigaASB Premiership2011-121st (Grand Final) 3rd (Minor Premiership) K...

 

2010 studio album by ShontelleNo GravityStudio album by ShontelleReleasedSeptember 21, 2010 (2010-09-21)RecordedAugust 2009–August 2010GenreR&B, dance[1]Length36:39LabelSRCProducerArnthor Birgisson, Darkchild, The-Dream, Andrew Frampton Tony Kanal, Savan Kotecha, Evan Rogers, The Smeezingtons, Harry Sommerdal, Carl SturkenShontelle chronology Shontelligence(2008) No Gravity(2010) Singles from No Gravity ImpossibleReleased: February 9, 2010 Perfect Nightmar...

 

Facility where plants are propagated and grown to usable size For other uses of Nursery, see Nursery (disambiguation). This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Plant nursery – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (December 2014) (Learn how and when to remove this message) Plants in a nursery A ...

Latin music podcast Alt.LatinoGenreMusic, Talk radioRunning timeApproximately 30 to 60 minutesCountry of originUnited StatesLanguage(s)English, sometimes SpanishSyndicatesNational Public RadioHosted byFelix Contreras[1]Anamaria SayreOriginal releaseJune 15, 2010 –presentWebsiteOfficial WebsitePodcastPodcast Feed Alt.Latino is a radio show and podcast about Latin alternative music and Latinx culture, produced by NPR. The show launched in 2010 and is hosted by Felix Contreras and...

 

普密蓬·阿杜德ภูมิพลอดุลยเดช泰国先王普密蓬·阿杜德(官方肖像) 泰國國王統治1946年6月9日-2016年10月13日(70年126天)加冕1950年5月5日前任阿南塔玛希敦繼任玛哈·哇集拉隆功总理见列表出生(1927-12-05)1927年12月5日 美國马萨诸塞州剑桥奥本山醫院(英语:Mount Auburn Hospital)逝世2016年10月13日(2016歲—10—13)(88歲) 泰國曼谷西里拉醫院安葬曼谷僧...

 

这是马来族人名,“阿都沙末”是父名,不是姓氏,提及此人时应以其自身的名“卡立”为主。 卡立·阿都沙末Khalid bin Abdul Samad2019年8月15日,卡立阿都沙末与美国驻马大使雷荷花(英语:Kamala Shirin Lakhdhir)会面 马来西亚联邦直辖区部长任期2018年5月21日—2020年2月24日君主最高元首端姑莫哈末五世最高元首苏丹阿都拉首相马哈迪·莫哈末副职沙鲁丁前任东姑安南继任安努...

  「俄亥俄」重定向至此。关于其他用法,请见「俄亥俄 (消歧义)」。 俄亥俄州 美國联邦州State of Ohio 州旗州徽綽號:七葉果之州地图中高亮部分为俄亥俄州坐标:38°27'N-41°58'N, 80°32'W-84°49'W国家 美國加入聯邦1803年3月1日,在1953年8月7日追溯頒定(第17个加入联邦)首府哥倫布(及最大城市)政府 • 州长(英语:List of Governors of {{{Name}}}]]) •&...

 

Vous lisez un « article de qualité » labellisé en 2019. Pour les articles homonymes, voir Millerand. Alexandre Millerand Portrait officiel d'Alexandre Millerand (1920). Fonctions Sénateur français 31 octobre 1927 – 10 juillet 1940[a](12 ans, 8 mois et 9 jours) Élection 30 octobre 1927 Réélection 20 octobre 1935 Circonscription Orne Groupe politique Union républicaine Prédécesseur Robert Leneveu Successeur Aucun (régime de Vichy) 6 avril 1925 – 14 jan...

 

Connaissance des tempsPage de garde Connaissance des temps, 1795PrésentationType PériodiqueFondation 1679LocalisationLocalisation  Francemodifier - modifier le code - modifier Wikidata La Connaissance des temps est une publication annuelle française d'éphémérides astronomiques des corps principaux du système solaire, fondée en 1679. Elle est aujourd'hui publiée par l'Institut de mécanique céleste et de calcul des éphémérides[1] de l'Observatoire de Paris, sous la responsab...

Music from the video game Wild Arms Albums for the video game Wild Arms contain music from the original title of the Wild Arms series developed by Japanese software company Media.Vision. Two separate albums, one released alongside the 1996 PlayStation game, and the other ten years later, contain the original background music from the game, while a single drama album contains a spoken-word interpretation of events in the game. All music featured on each album was composed by Michiko Naruke and...

 

جائزة غولدن غلوب لأفضل فيلم - موسيقي أو كوميديمعلومات عامةالبلد دولي مقدمة من رابطة هوليوود للصحافة الأجنبية المكان الولايات المتحدة أول جائزة 1951 موقع الويب goldenglobes.com تعديل - تعديل مصدري - تعديل ويكي بيانات جائزة الغولدن غلوب لأفضل فيلم - موسيقي أو كوميدي هي جائزة تمنح منذ ا...

 

54°50′42″N 5°48′40″W / 54.845°N 5.811°W / 54.845; -5.811 East AntrimNorthern Ireland AssemblyParliamentary constituencyEast Antrim shown within Northern IrelandCurrent constituencyCreated1996Seats6 (1996–2016)5 (2017–)MLAs  Cheryl Brownlee (DUP)  Stewart Dickson (APNI)  Danny Donnelly (APNI)  Gordon Lyons (DUP)  John Stewart (UUP)DistrictsMid and East Antrim Borough Council Antrim and Newtownabbey Borough Council Map of current...

1982 Northern Ireland Assembly election ← 1975 20 October 1982 1996 → ← outgoing membersMLAs elected →All 78 seats to the Northern Ireland Assembly 40 seats were needed for a majority   First party Second party Third party   Leader James Molyneaux Ian Paisley John Hume Party UUP DUP SDLP Leader since September 1979 September 1971 November 1979 Leader's seat South Antrim North Antrim Londonderry Last election 19 seats, 25.4%...

 

Voce principale: Sport-Club Freiburg (femminile). TSG 1899 HoffenheimStagione 2020-2021Sport calcio Squadra Friburgo Allenatore Daniel Kraus Frauen-Bundesliga7º posto DFB-Pokal der FrauenSemifinali Maggiori presenzeCampionato: Minge, Müller, Steuerwald (22)Totale: Müller (26) Miglior marcatoreCampionato: Kayikçi, Starke (4)Totale: Sanders (11) StadioMöslestadion 2019-2020 2021-2022 Si invita a seguire il modello di voce Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la squadra f...