La confessione di un figlio del secolo ( La Confession d'un enfant du siècle - IPA /la kɔ̃fɛsjɔ̃ dɛ̃n‿ɑ̃fɑ̃ dy sjèkl/), pubblicato nel 1836, è un romanzo dello scrittore francese Alfred de Musset.
È stato scoperto che il romanzo, scritto in prosa, è indirizzato alla scrittrice George Sand, con cui Musset ebbe una relazione dal 1833 al 1835. È un romanzo d’ispirazione autobiografica in cui Musset racconta tramite il suo personaggio la sua stessa esperienza. Il romanzo è una finzione, ma incorpora anche un aspetto storico poiché descrive lo stato d’animo di una generazione (« un figlio del secolo »).
Storia
I primi due capitoli della prima parte sono dedicati a delle considerazioni storiche. Musset racconta la gloria e l’esaltazione prodotte dalle guerre napoleoniche e la disillusione che ha seguito la caduta dell’Imperatore. Con il ritorno dell’antico regime rappresentato dalla monarchia (Luigi XVIII, Carlo X poi Luigi Filippo), la “febbre” si placò e lasciò il posto a un profondo malessere legato a un vuoto esistenziale.
Il resto del romanzo è il racconto di una disillusione amorosa. L’eroe si rende conto che la sua amante lo tradisce e perde fiducia nell’amore e nella vita. Si lascia convincere da un certo Desgenais, suo confidente, che gli consiglia di non dare troppa importanza all’amore e di divertirsi con altre ragazze. L’eroe sprofonderà, quindi, in una vita di dissolutezza per cercare di affogare la sua disperazione.
Il male del secolo
Musset racconta il malessere di tutta una generazione attraverso il racconto di un caso individuale che è quello del suo personaggio. Da qui il titolo del romanzo (La confessione di un figlio del secolo, ovvero la confessione di un bambino che è stato in qualche modo il “prodotto” del suo secolo). Troviamo quindi una sovrapposizione tra la traiettoria individuale e la traiettoria storica. Infatti, il malessere di cui soffre l’eroe non è un semplice malessere individuale, ma è il prodotto del “male del secolo” che perseguita la generazione romantica. È più che sicuro che questo “Male del secolo” aveva molto a che fare con l’avvento del nichilismo. Dopo la caduta dell’Antico Regime, l’epopea napoleonica aveva fornito al popolo francese un ideale e un’esaltazione nuova. Le guerre napoleoniche furono terribili, ma furono comunque celebrate perché suscitavano entusiasmo:
« mai c’è stato un tale silenzio intorno a coloro che parlavano di morte […] Eppure mai c’è stata tanta gioia, tanta vita, tanto clamore di guerra in tutti i cuori. Mai ci sono stati soli così puri come quelli che hanno asciugato tutto il sangue. Si diceva che Dio li avesse creati per quest’uomo e li chiamavano i suoi soli di Austerliz. Ma li creava lui stesso con i suoi cannoni sempre tonanti che non lasciavano nuvole fino al giorno dopo le sue battaglie. » (Parte 1, Capitolo 2).
Tuttavia, dopo la caduta di Napoleone, la Francia cadde in uno stato di letargia e di decrepitezza insopportabile. La caduta di Napoleone spazzò via la febbre patriottica e la gioventù, ormai privata dei suoi ideali, cadde in una disperazione senza fondo. La restaurazione della monarchia con il ritorno al potere di Luigi XVIII e la seguente ascesa al trono di Carlo X, segnano il ritorno a un vecchio ordine che la maggior parte delle persone si accontenta di sopportare senza tuttavia esserne soddisfatta. Il “male del secolo” è inteso come un periodo di nichilismo in cui il vecchio mondo sta morendo e il nuovo mondo non è ancora arrivato:
« Tre elementi caratterizzavano quindi la vita offerta ai giovani in quel periodo: alle loro spalle un passato per sempre distrutto che ancora si agita sulle sue rovine, con tutti i fossili dei secoli dell’assolutismo ; davanti a loro l’aurora di un immenso orizzonte, i primi raggi del futuro ; e tra questi due mondi… qualcosa di simile all’Oceano che separa il vecchio continente dalla giovane America, qualcosa di vago e fluttuante, un mare burrascoso e pieno di naufragi, attraversato di tanto in tanto da qualche lontana vela bianca o da qualche nave che soffia un pesante vapore ; il secolo presente, in una parola, che separa il passato dal futuro, che non è né l’uno né l’altro e che assomiglia a entrambi allo stesso tempo, e dove non si sa, ad ogni passo che si fa, se si calpesta un seme o un pezzo di detriti. » (Parte 1, capitolo 2)
Questo malessere, che è il malessere di un’intera generazione, è incarnato dall’eroe del romanzo, che idealista all’inizio, vive un dubbio esistenziale in occasione di una disillusione amorosa. Avendo perso ogni speranza, l’eroe si abbandona ad una vita dissoluta.
Adattamenti
Nel 1974 Claude Santelli realizza una serie tv intitolata La Confession d’un enfant du siècle.
Nel 2011 Sylvie Verheyde realizza il film Confession d’un enfant du siècle.