Non fiducioso nel successo di questa opera, vista la fredda accoglienza riservata alla sua precedente Le Muse galanti, Rousseau decise di farla provare senza che si sapesse il nome dell'autore. Inaspettatamente i musicisti incaricati dell'interpretazione espressero un parere positivo, tanto che l'opera fu proposta per la prima rappresentazione a corte.[1]
Fu eseguita per la prima volta al castello di Fontainebleau il 18 ottobre 1752 per il re Luigi XV, e riscontrò un certo successo.[2] Alla prima erano presenti il re e Madame de Pompadour, oltre a Rousseau stesso. Al termine della serata, venne proposto a Rousseau di recarsi a corte il giorno successivo, al cospetto di Luigi XV, per il conferimento della carica di poeta di corte. Rousseau, tuttavia, rifiutò di presentarsi, a causa della stenosi all'uretra che lo affliggeva fin dall'infanzia e che gli aveva causato dei problemi d'incontinenza durante lo spettacolo.[3]
Trama
I personaggi attorno a cui ruota la vicenda sono tre: Colette, la ragazza protagonista, il cui ruolo è affidato ad un soprano, Colin, l'amante da cui lei è stata abbandonata e che è interpretato da un tenore, e infine l'indovino il cui ruolo, come accadeva per parecchi personaggi ispirati alla commedia dell'arte italiana, è affidato alla voce di un basso buffo o di un baritono. La trama è molto semplice: Colette, che, abbandonata da Colin canta il suo rammarico nell'aria iniziale J'ai perdu mon serviteur, si affida all'indovino, il quale, grande conoscitore dei sentimenti umani, con un espediente riesce a far riunire i due amanti. L'opera ispirerà Mozart per la composizione di Bastien und Bastienne.[4]