Si tratta di un brano che ha come tema l'invito per tutti a defecare, senza vergognarsene, lodandone l'azione; il genere è quello satirico e graffiante tipico del primo Benigni, già presente nelle canzoni È tutto mio!, in cui si parla delle proprietà di Silvio Berlusconi, e La marcia degli incazzati.
Dietro le parole scurrili della canzone si cela il desiderio di far apparire assolutamente normale tutto ciò che appartiene all'umano, compresi gli elementi generalmente giudicati spuri e disgustosi, come le feci. In più, l'atto del defecare viene rivendicato nella sua dirompente umanità proprio come gesto di lotta, con l'auspicio di una rivoluzione scatologica in cui i sopraffatti defecano per protesta sui sopraffattori di tutto il mondo.
Storia della canzone
La canzone è stata cantata da Benigni per la prima volta nel '79 durante il programma L'altra domenica una tantum dell'amico Renzo Arbore, edizione speciale di L'altra domenica, suscitando sia ilarità che scalpore fra il pubblico.
Vogliamo un mondo più migliore (1972) ·Zappa, zappa contadino (1972) ·È morto mio padre (1972) ·I due bambini (1972) ·Sono finito in manicomio (1972) ·La processione (1972) ·Che cagne le donne (1972) ·La puttana (1972) ·Il deputato (1972) ·Playboy (1972) ·Lo statale (1972) ·La marcia degli incazzati (1975) ·L'inno del corpo sciolto (1979) ·Pantheon (1980) ·Mi piace la moglie di Paolo Conte (1981) ·Quando penso a Berlusconi (1995) ·È tutto mio (1995) ·Quanto t'ho amato (1995)
Portale Musica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica