Dopo essersi laureata in mass media e giornalismo, nel 1995 supera il concorso per sceneggiatori della SBS, ottenendo un posto di aiuto-scrittore e venendo affiancata al suo futuro marito, il regista Jang Hang-jun, grazie al quale sviluppa un interesse per le sceneggiature trascrivendone al computer i copioni scritti a mano.[3][4] Esordisce nel 2006 con il film Geuhae yeoreum, passando poi alla TV via cavo con Wigi-ilbal pungnyeonbilla (2010).[3] La serie non ha successo, raggiungendo solo l'1% di share, e per qualche tempo non riceve proposte di lavoro.[5] Nel 2011 scrive la sua prima sceneggiatura per una rete nazionale, con la serie forense Sign (2011), che causa molto scalpore per le autopsie trasmesse in prima serata.[6] Negli anni successivi continua a scrivere opere poliziesche, e nel 2016 Signal le vale il premio alla miglior sceneggiatura a Baeksang Arts Award e APAN Star Award.[6] Nel 2017 viene annunciata la trasposizione in live action del webtoonSin-ui nara, pubblicato dalla casa editrice Ylab con illustrazioni di Yang Kyung-il e testi di Kim Eun-hee.[7] Quest'ultima si occupa anche della sceneggiatura televisiva della serie, intitolata Kingdom, un successo di pubblico e critica distribuito da Netflix[8] per il quale vengono realizzate più stagioni e uno spin-off.[9] Nel 2020 riceve un encomio presidenziale per il suo lavoro,[10] mentre l'anno successivo è autrice del drama Jirisan.[11]
Vita privata
Nel 1998, Kim Eun-hee si è sposata con il regista Jang Hang-jun, dal quale ha avuto una figlia, Yoon-seo.[12]
Stile
Kim Eun-hee è soprannominata l'"Agatha Christie coreana".[9] Le sue sceneggiature si concentrano principalmente su questioni di tipo sociale come reati, divisioni di classe e politica, e hanno spesso per protagonista un gruppo di personaggi con storie individuali.[13] In diverse sue opere, come Yuryeong e Signal, compare Inju, una città fittizia dall'alto tasso di criminalità.[14]
Amica della collega Kim Eun-sook, si citano spesso a vicenda nelle rispettive sceneggiature.[14]