Kigeli V nacque a Kamembe nel 1936,[3] figlio di Yuhi V e di Mukashema Bernadette, la settima delle sue undici mogli.[4] Seguì il padre, destituito da un colpo di Stato nel 1931, durante il suo esilio nel Congo belga.[5] Lì studiò al Nyangezi College, dopo aver frequentato il Groupe Scolaire d'Astrida[3] a Butare.[6]
Deceduto il padre nel 1944, tornò in patria dove fu battezzato come cattolico col nome di Jean-Baptiste Ndahindurwa.[5] Dal 1956 lavorò nell'amministrazione belga del territorio di Astrida, fino al 1958, e fu nominato sottocapo di Bufundu nel 1959.[7]
Regno
Deceduto il fratellastro maggiore, Mutara III, fu scelto come suo successore[8] a 23 anni, il 28 luglio 1959.[5] Il suo breve regno fu segnato da grande instabilità, a causa delle tensioni tra la maggioranza etnica degli Hutu e la minoranza dei Tutsi (a cui apparteneva egli stesso[8]), che culminarono poco dopo la sua salita al trono, nel novembre 1959.[5] In quel periodo cominciò da parte degli Hutu, spronati dall'autorità coloniale belga,[3][6] la persecuzione dei Tutsi, che in parte lasciarono il paese per sfuggire alle crescenti violenze.[5]
Abitò nell'area metropolitana di Washington durante gli ultimi decenni della sua vita.[5] Fu in questi anni che fondò l'organizzazione umanitaria King Kigeli V Foundation, per fornire aiuto ai rifugiati ruandesi.[5]
Nel 1994, con la salita al governo del Fronte Patriottico Ruandese, al cui interno erano presenti dei Tutsi nostalgici della monarchia, iniziò a sperare di tornare in patria.[11] Nel 1996 incontrò a Washington Paul Kagame, allora vicepresidente ruandese, che gli comunicò di poter rimpatriare con lo status di normale cittadino.[11] Tuttavia, egli desiderava ritornare come re attraverso un referendum, perciò un suo viaggio in Ruanda non è mai avvenuto.[11]
Morte e funerale
Nel 2016 morì all'età di 80 anni causa di un disturbo cardiaco.[4] La salma venne trasferita in Ruanda dopo una disputa giudiziaria tra i parenti residenti negli Stati Uniti e quelli residenti nello stato africano.[1]
Alla fine venne tumulato nel mausoleo di Mwima nel 2017, accanto al fratellastro Mutara III e alla cognata Rosalie Gicanda, dopo un funerale tenutosi presso il palazzo reale di Nyanza.[4]
Discendenza
Kigeli V, avendo vissuto in esilio, non si sposò mai, seguendo un'usanza tradizionale per cui il sovrano non deve contrarre matrimonio al di fuori del suo paese.[4] Dopo la sua morte è stato rivelato che era padre di una figlia:[13]